mercoledì 15 maggio 2013

IL MASTRO DI CHIAVI

Ogni uomo  e`un mondo, un universo particolare e soggettivo. La realta´stessa e`, come affermo`il saggio Einstein, assolutamente relativa. I colori, le sfumature le ombre e le distanze sono percepiti in maniera leggermente o infinitamente diversa dalle persone.

Mi sto rendendo conto che esistono viaggiatori, personaggi speciali, che possono entrare in altri mondi. Io sono uno di loro. Non e' che lo scriva con presunzione o aggiungendo all'affermazione alcuna forma di giudizio; e' semplicemente una costatazione di fatto. E me ne sono accorto da poco proprio perchè e`una qualita' innata. E' sempre stato cosi' naturale oltrepassare la soglia dell'altro che non mi ci ero mai soffermato.
Essere viaggiatore vuol dire saper percepire, intuire l'universo altrui.

Come un maestro di chiavi che puo' aprire qualsiasi porta di una mansione, io ho accesso all'altrui mondo. Spesso mi sono chiesto cosa avessi io da offrire agli altri senza trovare mai risposte esaurienti. E' forse giunto il momento di riconoscere un dono e, cosi' facendo, onorarlo. Mi trovo spesso in situazioni, soprattutto lavorative, nelle quali perfetti sconosciuti richiedono senza verbalizzare, una prospettiva differente rispetto alla propria visione. E solo entrando, come Alice, nell'intimo e personale paese delle meraviglie (  o orrori) che si puo' suggerire un cambio di inquadratura o nuovi strumenti di osservazione. Guardare attraverso un binocolo o un microscopio non e' la stessa cosa. In qualche modo mi viene facile toccare, spesso giovando, una persona che ha bisogno di nuove prospettive.
Altra cosa e' essere toccato a mia volta. Sono poche le persone alle quali ho dato le chiavi del mio universo anche se, data la mia biografia, che si possano contare sulla punta delle dita e`gia' una vittoria significante.
E qui finalmente trovano rispsta tanti dubbi e domande alle quali mi rispondevo sempre “ Chi losa!!!”.

Perche` rimango tanto nei cuori di persone che ho frequentato solo per un breve periodo o perche' sono, fortunatamente, tanto importante per altre? Perche`tocco. Perche' riesco ad entrare senza far rumore e senza sconvolgere nella sfera emotiva di queste persone. Spesso senza volerlo e senza accorgemene. E quante volte rimasi basito davanti a dichiarazioni di affetto e ammirazione, ringraziamenti fatti con il cuore da parte di persone che ho considerato solo come personaggi secondari del  film di cui sono protagonista. E questo forse mi da una traccia anche del mio iter lavorativo e geografico. Ho cambiato un sacco di lavori e case e se voglio trovare un filo conduttore a tutte queste situazioni dove convergono diversi tipi di personalita,´ e` proprio il fatto che ho dato ad alcuni di loro nuovi colori per dipingere la propria tela.

Ed e`ancora piu' fantastico rendersene conto. Essere presenti nel momento in cui si varca la soglia e dare valore a qualcosa che e' speciale e non comune.
Onorare i propri doni , questo mi disse una volta una cara amica. E sul momento non afferrai cosa volesse dire in verita'. Ma ora mi e' chiaro che dare il suo posto, riconoscere, nominare il proprio dono e' come accettarsi un po' di piu', sapere chi sono e dove voglio andare, dar luce ad una zona d'ombra del proprio essere. Quante conversazioni per me leggere, a volte sovrapensiero, sono state vissute per altre come epifanie, rivelazioni o aiuti reali per superare situazioni complicate.

Un'occasione che ricordo con tenerezza e` di qualche tempo fa. Ero appena tornato dalla Spagna, e, durante una serata di festa, mi sono rincontrato con cari vecchi colleghi di lavoro. Parlando del piu' e del meno uno di essi mi disse:” io voglio ancora ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. Sei apparso come un angelo al momento giusto e con le giuste parole mi hai preso per mano e mi hai accompagnato fuori da quella caverna buia dalla quale mi trovavo.” Ok, il linguaggio era meno poetico pero' il senso è esattamente questo. Io ringraziai a mia volta, minimizzai e cambiai subito argomento, imbarazzato e stupefatto. Soprattutto perchè, ancora oggi, non so esattamente cosa abbia fatto o detto o in quale circostanza. Che peccato! Direi anzi che questo è stato il momento "clue" di una lenta presa di coscienza, supportata anche da un lavoro personale che sto intraprendendo sempre con la carissima amica di poc'anzi. Da li' sono incominciati ad affiorare altri ricordi di situazioni simili, e tutto ha incominciato ad avere un senso e d una direzione.
Non sto dicendo di essere un guru, un maestro di vita. Sono piccolo e imperfetto e forse è solo un insieme di coincidenze e mi sto facendo un film. Ma io non credo alle coincidenze e se una cosa non si può dimostrare empiricamente allora mi affido alla mia intuizione, anch'essa per troppo tempo soppressa da un'insicurezza fortissima. Mi sono riappropriato di una parte di me, del mio lato super eroe e come diceva lo zio di Peter Parker “ da grandi poteri derivano grandi responsabilità” nel senso che abbiamo la responsabilità di riconoscere non solo i nostri difetti e le nostre mancanze ma anche i nostri talenti, quelle abilità che ci identificano come individuo e aiutano a tracciare un percorso nel mondo. Non è un discorso altruistico, anzi, egoistico totalmente, perchè, a prescindere dall' effetto che abbia sugli altri, mi sono riconosciuto, ho visto un Ivory del quale non avevo la percezione. E con il mio malloppo di chiavi di ottone continuerò, dove possibile, aprire tutte le porte che incontrerò nel mio cammino.