mercoledì 26 aprile 2017

FUOCO E FIAMME, FUOCO E FIAMME

Con oggi è una settimana giusta che sono ammalato...
Malattia seria, da stare a letto tutto il giorno, non mi capitava da anni.Oggi è il primo giorno nel quale l'ipotesi di una completa guarigione non sembra più una chimera irraggiungibile.

Io, fortunatamente, non mi ammalo quasi mai. Mi piglio qualche raffreddore, ci sono dei periodi dove ho una bassissima energia ma quasi mai cado a terra e ci rimango. E se mi viene la febbre vuol dire che il mio corpo ha bisogno di tanto riposo, fisico e mentale.

E così ho passato queste giornate tra deliri e imprecazioni, vivendo un tempo che si dilata e contorce al ritmo dei dolori ossei e sbalzi di temperatura corporea.
Quando sto male faccio strani e contorti sogni, i dormiveglia si trasformano in viaggi extra corporei in universi contorti e a tratti grotteschi.
Tutto si confonde, si ripete o si fissa in istanti fastidiosi che sembrano durare secoli. Raggiungo l'apice della malattia quando mi convinco che non guarirò mai più. Che rimarrò sempre in un stato di continuo torpore, tra letto e divano senza energie neanche per scaldare l'acqua per il riso in bianco.
Ma poi, ovviamente, si sente il richiamo alla vita, quel magico processo di guarigione che rimette le cose a posto. Dal ramo secco rinasce un fiore.

Di solito non mi piace prendere farmaci, ma da buon uomo cacasotto, quando il dolore è troppo o se lo sto sopportando da troppo tempo, allora cedo al chimico. Completamente.
In questi giorni ho preso: Oki per il mal di gola e mal di testa strazianti; antibiotico per le placche, tachipirina per la febbre, uno sciroppo con troppi ingredienti che finiscono in -INA per la tosse e pastiglioni per sintomi influenzali.
E capisco tutti i dipendenti da farmaci. In particolare l'OKI è una sorta di polverina magica. Dopo due notti insonni per mal di gola e tosse mi è bastato prendere una bustina e in 10 minuti dormivo come un angelo. Tutto sparisce e tu non devi fare niente per meritartelo..... Fantastico e terribile allo stesso tempo.
Ma le mie elucubrazioni febbricitanti non sono rivolte all'annosa questione omeopatia-allopatia. Dirò solo che in una società che vuole tutto e subito non ci si può prendere il tempo necessario ad una vera guarigione in armonia con il proprio corpo.
Al lavoro c'è gente che si presenta con 40 di febbre e le croste nel naso per dimostrare il loro attaccamento, dimostrando solo poco rispetto per sè stessi e mettendo in cattiva luce quelli come me che, se stanno male, davvero, se ne stanno a casa.
L'omeopatia richiede tempo, dedizione e grande amore. Ma soprattutto tempo. Che non ci è concesso. Stare male non è un diritto ma un lusso.

Comunque, questi giorni mi sono serviti per capire qualcosa sulla mia situazione attuale ed in generale ho capito che non posso non essere chi sono. Mi spiego meglio.
In questi mesi si sono presentate, soprattutto sul lavoro, situazioni per me fonte di grande stress.
Cercando di essere un me migliore, ho tentato di sviluppare un lato accogliente nei confronti di ciò che non tollero o comunque non mi piace e non condivido. Ho tentato di adottare la tecnica del "CHE CAZZO ME NE FREGA" nei confronti di persone e situazioni che cozzavano con il mio modo di pensare e gestire le relazioni.
Bene, il risultato è stato uno spegnimento della mia fiamma interiore. Il far finta di niente o sorridere quando dentro sentivo un'eruzione vulcanica pronta ad esplodere e invadere di lava tutto ciò che mi circonda, credo mi abbia fatto ammalare.
Se una persona mi sta sul cazzo non posso far finta che non sia così. Posso chiedermi perchè proprio lei, posso indagare personalmente su ciò che mi riflette, ma comunque mi sta sui coglioni e sto "bene" solo se questa persona lo sa. A prescindere dalle conseguenze. Mi sento falso e ipocrita sorridendo a qualcuno che riempirei di schiaffi.
Se ci sono atteggiamenti del mio compagno che mi fanno imbestialire, ho bisogno di farglielo sapere, con i miei toni burberi e poco accoglienti forse ma devo far uscire quest'energia altrimenti mi sento morire. E rispettando questa mia "esigenza" miglioro anche la relazione.
Io sono così: nervoso e a tratti intransigente, diretto e schietto. Odio i leccaculo, i falsi, quelli sorridono e pugnalano allo stesso tempo. Mi piace la chiarezza nelle relazioni di qualsiasi tipo. Anche se ciò comporta una non relazione. Per me essere sani vuol dire rispettarsi completamente.
Era da un pò di tempo che mi sentivo spento, smorto, senza stimoli di nessun tipo. E continuavo a chiedermi perchè.
Il motivo è che cercavo in tanti ambiti della mia quotidianità (primo fra tutti il cazzo di lavoro) di fare buon viso a cattivo gioco. Bhè fanculo il buon viso, e fanculo il cattivo gioco.
Se una cosa non mi piace io DEVO GRIDARLO AL MONDO INTERO. E non è una questione di orgoglio come pensavo, ma una questione di rispetto di sè stessi. E di giustizia. Io posso cedere a compromessi solo se in rispetto di chi sono.
Probabilmente non riesco a spiegarmi troppo bene, ma ho bisogno di fissare questo sentire per voltare pagina.

Il porgi l'altra guancia non fa per me. Se mi tiri uno schiaffo e te lo rido. Poi magari possiamo sederci e discutere sul perchè ci siamo pestati.
E proprio pensando a questa peculiarità del mio carattere che non voglio più opprimere ma abbracciare, ricordo che alcune delle più grandi amicizie sono nate proprio da questo attrito focoso. Ognuno ha il dovere di riconoscere e rispettare il proprio temperamento. Cercare di guidarlo e arginarlo a volte ma mai di cambiarlo umiliandolo.
Se uno è fuoco non può far finta di essere acqua.
E io sono fuoco, che mi permette di bruciare di passione ed indignazione. Fuoco che alimenta le mie emozioni e la mia creatività. Fuoco rabbioso  che a volte brucia senza ritegno e a volte scalda con amore.
E voglio bruciare fino al mio ultimo giorno.

martedì 18 aprile 2017

IL LABIRINTO DELL'INCAPACE

Me l’avevano predetto… quest’anno sarebbe stato strong… E al momento lo è tantissimo. Le difficoltà sono arrivate con il cambio di stagione, la primavera  ha richiesto un pegno: tutta la mia energia e la mia (poca) positività.

Ed ora mi trovo in seria crisi sia lavorativa che famigliare… Ho anche vissuto un momento intenso e triste con il mio compagno, ma grazie al cielo è servito solo a farmi rendere conto di quanto lo ami e voglia stare con lui. Gianni rimane un faro lontano per una nave in tempesta. Grazie mi amor.
La mia tranquillità d’animo è scomparsa completamente lasciando emergere spavaldi  Dubbio ed Pessimismo;  ma quello che più mi fa tremare le gambe e brillare gli occhi è il Vuoto. In questi giorni mi sento  svuotato e sembra che non abbia neanche voglia o forza di riempire di nuovo il buco. Forse ciò è quello che chiamano depressione. Il termine rende. De-pressione :  non sentire più quella pressione che delimita il tuo corpo, che ti centra, che ti dice che ci sei e dove sei.  Ho la sensazione di perdere fisicità, materia. Da compatto e solido ad un liquido informe . E, a proposito del liquido, in questi giorni ho la lacrima facile, salto da un dubbio ad un altro, la mia insicurezza è da quotare in borsa e non ho voglia di vedere nessuno. Olè, chiamatemi Dr. Allegria.

So che è un momento (spero), ho attraversato, come tutti, periodi difficili e ne sono uscito, ogni “morte” è strettamente correlata ad una “rinascita” ma mentre muori non pensi a che bella sarà la nuova vita!

Sento la necessità di un cambio, di un giro di vite di un’evoluzione personale. Non una fuga ad un altro paese, non un nuovo lavoro uguale al precedente.  Mi piacerebbe proprio una svolta, un nuovo inizio con un diverso sentire e una diversa prospettiva.  Sogno tanto una comunità autosufficiente dove quello che fai ti serve per vivere e nella semplicità scoprire la ricchezza della condivisione e di una vita in armonia con la natura.

Che poi magari pre-sento solo l’incombente conflitto nucleare che quei pazzi  imbecilli stanno organizzando o semplicemente la maturità mi rende meno flessibile e meno propenso al compromesso.  Ma ho paura di spezzarmi.
Giornate intense, di attesa, di disperazione a tratti e tanto tanto smarrimento.