sabato 30 gennaio 2016

CAOS ARMONICO

il  2016 è iniziato con un forte bisogno di concretizzare, di andare oltre, avanti, di incontrarmi. Sento la necessità di superare uno stallo, una cementificazione del mio essere.
Ci sono stati momenti in cui ho visto chiaramente che la mia scelta di vita semplicista non mi basta più. Sento che è arrivato il momento di non indugiare e togliere la maschera di conformismo dietro alla quale forse, da qualche anno, ho scelto di nascondermi... Perchè, se da un lato è semplice farsi trascinare da una vita superficiale, dall'altro abbandoni completamente il tuo io, la tua essenza, dimentichi e allontani il tuo sè dalla tua missione, dal tuo scopo ....
Prima della fine dell'anno ho trovato un libro che parla proprio di questo... Superate le prime pagine di introduzione mi sono subito bloccato davanti agli "esercizi"... Disegna la tua linea temporale identificando gli eventi principali, positivi e negativi che hanno caratterizzato la tua vita.
Appena incominciai a riflettere su ciò, il mio ego mi distrasse subito, suggerendomi di spostare la mia attenzione verso qualcos'altro e, con enorme facilità e sollievo (per l'ego, credo) lasciai perdere. 

Stamattina mi sono svegliato invece con l'esigenza, pur non avendone voglia (ego), di riprendere questa analisi che poi è un viaggio, un tendere la mano al mio io.
L'ho fatto senza voler arrivare a nulla, senza voler chiudere nessun cerchio, senza cercare nessun significato profondo e rivelatore... Eppure qualcosa ho scorto....
Analizzando quasi con leggerezza ma con concentrazione il mio cammino su questa terra, ho incominciato a vedere come un filo dorato che si intersecava e univa tutti i momenti STRONG della mia vita. 

E per la prima volta ho visto un significato. Non so se sia esattamente questo, ma so che ho incominciato a vedere qualcosa di nuovo su di me che non avevo visto mai.
Già nel primo settennio della mia vita mi sono trovato a vivere situazioni che, noto ora, mi hanno dato l'occasione di indagare sulla natura umana e sulle infinite possibilità dell'incarnazione dell'anima.
La nascita di un fratello con gravissimi problemi fisici e mentali ad esempio. A 7 anni sono entrato in contatto con il diverso. In quel momento l'universo mi ha dato la possibilità di riflettere e ad accettare altro rispetto alla normalità. Non esistono solo bambini che nascono sani e seguono un iter "standard" , ma esistono anche eccezioni. E Federico probabilmente mi ha fatto il primo grande regalo.  La vita è immensa e le possibilità sono infinite. La vita riguarda l'uomo, l'essere... non ci sono schemi e lo stesso concetto di normalità è molto relativo.
Sempre intorno ai 7 anni mi sono scoperto gay. Anche qui un invito ad aprirmi all'altro, ad andare oltre le etichette, le definizioni, le esperienze pre-indirizzate. Un bambino a cui piacciono i bambini quando il modello venduto e inculcato è maschio + femmina non maschio + maschio o femmina+femmina.
A 13 anni, nel pieno di una vita famigliare regolare, seppur con un fratello eccezionale ( che si è cercato in tutti i modi di incasellare in una sorta di normalità) mio padre sparisce da un giorno all'altro senza preavviso. Anche qui scorgo adesso, forse, l'occasione di sperimentare lo sgretolarsi della concezione più tradizionale di famiglia, la possibilità di indagare sulle complessità delle relazioni famigliari che, nella maggior parte dei casi, sono ben lontane dal modello classico.
Poi la conoscenza della cugi, la prima persona con la quale ho scoperto, a 20/21 anni l'infito universo del lavoro su se stessi. I corsi di teatro e di canto, incontrando persone, anime, con le quali entrare in contatto attraverso l'arte in modo diretto e profondo, senza filtri e schemi sociali. E l'esperienza in Spagna, vivendo e convivendo con persone che provengono da mondi e modi di vedere e vivere la vita così diversi dal mio.
Insomma, ripercorrendo il sentiero della mia vita mi sembra sempre più chiaro un messaggio. DIVERSITA'. Ogni esperienza è unica ogni prospettiva utile per imparare il più possibile sulla natura umana, non esistono vite simili per quanto la società tenda a conformare. E forse, lo scrivo quasi con temore, se dovessi rispondere alla domanda qual'è lo scopo della TUA vita, quale la tua missione, direi che è quello di conoscere il più possibile la diversità, l'altro, l'oltre...Essere un esploratore dell'anima.

Uscire dalle gabbie mentali e animiche che questa società, in questo momento della storia dell'uomo, costruisce per contenere, limitare e controllare. La missione potrebbe consistere nell'incontrare l'altro come unico.
Non ne sono sicuro ovviamente, ma è certo che quando ho osservato questa linea punteggiata da momenti è emerso chiaro questo pensiero....
E' come se la vita mi avesse sempre detto: non ci sono regole da seguire, non ci sono percorsi prestabiliti, non esiste la normalità come legge universale. La vita è diversità. Ecco la frase più semplice che racchiude il senso di questa mia epifania. 
La diversità e la sua conoscenza o la curiosità nei confronti di essa potrebbe essere lo scopo della mia vita.... Conoscere il diverso significa condividere, compatire, allargare le proprie esperienze ed entrare in sintonia con gli altri. Nutrirsi di prospettive, essere sempre pronti al cambiamento, al movimento.




E mi accorgo che invece sto facendo di tutto per ottenere l'esatto contrario. Escludere per poter mantenere il controllo, per indirizzare, per cementare, per poter etichettare e ordinare. Forse il segreto, il mio scopo, la mia gioia, sta proprio nel tuffarmi nell'immensità di un caos armonico e imprevedibile.

venerdì 29 gennaio 2016

IL DOLORE INDISPETTITO

Il mal di denti è un dolore così intimo che rimanda inevitabilmente ad un incontro con sé stessi. Pur essendo consapevole che ogni forma di dolore è occasione per fermarsi ed ascoltarsi, quel pulsare, aggrovigliare, spingere e tirare, propri del dolore dentale, è quasi una esperienza mistica. Incomincio a capire coloro i quali,attraverso la sofferenza fisica, raggiungono l’estasi  e la percezione del divino.

Dolore. Il dolore ti porta a fermarti;quello vero non permette di procrastinare, rimandare. Il dolore fisico esige attenzione e rispetto. Ed è sempre un occasione , un appuntamento con noi stessi, quasi impossibile da eludere. A meno che, ovviamente, non ci si imbottisca di antidolorifici.
Io, di norma, ho una buona sopportazione del dolore. Ricorro a farmaci solo quando  devo scegliere tra la sopportazione e la sanità mentale. Si perché ci sono dei dolori, come quello che sto soffrendo ai denti, per esempio, che mettono in dubbio la stessa realtà. E’ un momento  nel quale il mondo e la normale percezione svaniscono in un vortice di completa impotenza.

Il dolore esiste, è tuo, e bisogna accettarlo. E chiedersi: qual'è l'origine? Io l’ho fatto e per il momento rimane questa domanda rimbalzando tra le pareti sofferenti del mio cervello. La prima risposta che mi sono dato, in balia di tormenti e torture notturne è che Dio mi odia e mi vuole far soffrire. Il primo sentimento che ho provato è quello dell’ingiustizia assoluta: Perché a me? Perché adesso? Perché giusto dopo un momento difficile quando speravo di stare iniziando a  risalire la china? E, preso da un'ira incontrollabile,
all' una di notte,ho incominciato a sbraitare, a inveire contro Dio e a prendere a pugni il muro! 
E poi, tra lacrimoni di dolori (per la mano) ed il fiatone arriva la resa, la tristezza e la solitudine che solo il dolore sa far provare e la tanto amata accettazione.
Ok, ciao amico scomodo, eccoti, ho capito, da adesso per un po’ mi accompagnerai nelle mie giornate. Organizziamo la nostra convivenza.
E nel momento in cui dai al dolore la sua dignità lui sembra ringraziarti facendo scemare leggermente la sua intensità, come se volesse dire “ Oh, era ora che mi rivolgessi la parola. Sai non tollero l’indifferenza, è una cosa che mi fa imbestialire e a dire il vero non mi piace neanche essere preso a male parole. Ognuno ha il suo lavoro. Niente di personale. Ma se andiamo d’accordo e tu sarai gentile, cercherò anche io di essere il più collaborativo possibile”.

Il dolore è una nascita, l’abbandono di uno stato di pace per rimettere in discussione le nostre certezze. E purtroppo la verità è che si da sempre per scontato il nostro corpo. Come per il pianeta, la salute del corpo e della terra sono fondamento del nostro essere e della nostra vita eppure si pensa, per la maggior parte, che ci siano, sempre, indistruttibili…. E se è vero che nulla si distrugge, è altresì vero che tutto cambia ….
E’ curioso questo parallelismo tra corpo e pianeta. Non ci curiamo di qualcosa fino a che non si raggiunge il limite o finchè non è troppo tardi.
Oppure la paura ci spinge a muoverci. Ed è questo che non mi piace. Dovremmo prenderci cura di noi per amore non per paura di dover affrontare qualcosa di peggiore. Però l’importante è fare qualcosa.
Ma, a chi affidarsi?
Io vorrei imparare ad autoguarirmi. C’è tutta una parte della medicina chiamata METAMEDICINA che si basa proprio su questo principio. Con l’aiuto di professionisti ovviamente (e anche lì difficile distinguere ciarlatani da persone serie e preparate) si affronta un cammino di autocoscienza di se stessi. Un’indagine volta all’interno per capire le cause animiche che producono una conseguenza fisica.
Anche sui denti il lavoro è interessante e voglio approfondirlo. Ciò non toglie che la prima tappa è il dentista. Però su altri temi non saprei a chi affidarmi. Ed il mio problema è proprio questo. Dare la fiducia a qualcuno. Non credo nel sistema sanitario italiano (l’unico che conosca in maniera più approfondita) in quanto servono solo a spegnere il campanello d’allarme che il tuo corpo invia. Attaccano le conseguenze, gli effetti e spesso in modo invasivo e traumatico (anzi sempre).
D’altro canto l’avvicinarsi alla medicina omeopatica, a quella olistica, metamedicina etc. è un passo difficile da fare per diverse ragioni:
1)l’abitudine di avere il Dottore che ti prescrive medicine come se non ci fosse un domani. Da quando nasciamo per ogni sintomo c’è un prodotto chimico pronto a bloccare il dolore, l’infiammazione, l’eruzione cutanea, la tosse, il catarro, depressione, stitichezza e spesso lo stesso prodotto "cura" più sintomi diversi in una volta sola. Nessuno si chiede mai perché e chi se lo chiede si da una risposta fittizia; mi fa male la schiena perché ho preso freddo.
2)La medicina alternativa costa! Denaro ed impegno e tempo. Al contrario del momendol che costa 4 euro e ti fa passare il mal di schiena in 20 minuti, un processo di guarigione per lo stesso sintomo può durare mesi o anni magari!
3)La ricerca di gente preparata e professionale è difficile. Ci sono in giro tanti operatori falsi che mischiano magia con medicina ed intrugli strani per rimedi naturali...Nella migliore delle ipotesi non fanno danni ma che a volte possono essere pericolosi.

Credo abbiamo bisogno di  una scienza della guarigione che ci renda protagonisti del processo, perché si tratta del nostro corpo e della nostra vita. Le pastiglie magiche, gli squartamenti, la politica del terrore di una morte atroce servono solo a renderci degli ammassi di carne sezionabili.
Io ho avuto esperienze negative con la medicina allopatica. Odio gli ospedali, non mi piace l’approccio del medico al paziente, che come dice il termine stesso, deve avere mooooolta pazienza per sopportare la propria condizione e non sputare in faccia a questi tecnici che trattano con anime ma vedono solo parti separte e separabili di corpi.

E forse è arrivato il momento di investire denaro (è ciò che più mi frena in realtà), tempo e volontà per trovare un medico antroposofico, una guida che mi aiuti a capire il mio corpo, a rispettarlo, ad accettarlo e dare via ad un dialogo interiore basato sul rispetto.




mercoledì 27 gennaio 2016

LA SCELTA DELL IGNORANTE

Ieri ho avuto la bellissima idea di guardare una serie di documentari di attualità perché  mi sono detto “Dai vediamo un po’ che succede nel mondo visto che ogni volta che qualcuno esordisce con un “ Oh ma avete visto cos’è successo ieri ?” io rispondo sempre no!
E poi volevo impegnare il mio tempo davanti al pc con qualcosa di un po’ più interessante ed utile che il ritrono di X files.

E me ne sono pentito amaramente.

Nel giro di un paio d’ore, guardando solo 2 reportages ho scoperto che:
-India e Pakistan giocano a chi ha il nucleare più grosso per la regione del Kashemir. India non vuole cedere e Pakistan lo vuole in quanto la popolazione è prevalentemente musulmana  come la loro.
-Gli abitanti della Corea del Nord sono pressochè prigionieri e vivono in un paese che non sa soddisfare il fabbisogno alimentare ed elettrico e i cittadini devono intraprendere rischiosissime avventure attraverso la Cina ( che non li riconosce come rifugiati) per potersi rifugiare in Tailandia e assaporare qualcosa di simile alla libertà.
-Ogni anno il livello del mare aumenta in maniera esponenziale a causa del disgelo degli Iceberg e Ghiacciai della Groenlandia e del Polo sud. Il tutto dovuto  al riscaldamento globale, conseguenza dell’enorme emissione di diossido di carbonio che trattiene le particelle di calore e quindi fa aumentare la temperatura generale. Oltretutto l’inquinamento e i continui incendi nel mondo creano delle polveri, una specie di fuliggine nera che viene trasportata attraverso l’aria  fino in Groenlandia, si deposita sul ghiaccio colorandolo di nero ed il nero assorbe i raggi del sole  (scaldando e facendo sciogliere il ghiaccio) invece di rifletterlo  come il bianco
-Le fonti d’acqua come grandi fiumi e laghi nel centro degli Stati Uniti ed in particolare in Texas, per fare un esempio, si stanno prosciugando ad una velocità spaventosa a causa dell’inquinamento (si dice che gli USA sia una delle potenze che produce più inquinamento atmosferico) e del conseguente riscaldamento globale e più del 50% della popolazione dello stesso Texas non crede il tutto sia frutto dell’inquinamento che produce l’uomo ma una prova alla quale Dio ci ha sottoposto per espiare i nostri peccati o qualche cagata del genere. Sto parlando del 2015 e non del 1100 d.c. Stati Uniti di America e non una terra remota e non sviluppata!

E queste informazioni hanno frustato e frustrato la mia mente solo nel giro di 2 ore. Guardando e
ascoltando questi racconti mi sono incazzato, intristito, vergognato, allibito ho fumato 5 sigarette e avevo voglia di scappare sulla Luna…..

E poi mi chiedo perché mi piace leggere i romanzi fantasy, vedere serie di supereroi e non guardo il
telegiornale? E’ un mio atto di difesa nei confronti di situazioni che mi superano e alle quali non so come reagire.

E quindi scelgo di non sapere….

Preferisco un panorama ristretto al mio possibile che la grande sensazione di impotenza riguardo queste atrocità politico-naturali. Oltretutto la causa dei nostri mali siamo solo noi stessi. Avere un pianeta stupendo a disposizione e fare di tutto per distruggerlo nel più breve tempo possibile forse ha il suo perché ontologico, cosmico; probabilmente è una tappa necessaria nella lenta, lentissima , bradiposa evoluzione dell’uomo.
Si, perché se è vero ad esempio che la tecnologia ha uno sviluppo velocissimo, l’atteggiamento
dell’uomo nei confronti di un potere materialista e dei propri simili, oggi, 2016, è rimasto al tempo delle crociate.

Questa macro riflessione, mi riporta al micro…. Siamo causa dei nostri mali. Non abbiamo ancora la
capacità di volerci bene veramente e quindi di amare ciò che ci circonda . E si affaccia timido timido il pensiero che forse l’umanità smetterà di essere parassita infestante quando capirà che le proprie malattie non sono cause ma conseguenze. Potremo forse guarire il mondo quando impareremo a guarire noi stessi.
O magari sarà più facile il contrario…Prima distruzione e poi ricostruzione… mah..

Armonia ed equilibrio sono due concetti che la natura spiega senza bisogno di parole. L’umanità si prodiga tra libri, conferenze, arte e cultura per divulgare il verbo ma in realtà ancora non li possiede.
E poi non capisco come faccia la gente a vivere serena sapendo che ogni giorno le persone vengono uccise, derubate stuprate, che ci sono esecuzioni sommarie di innocenti, che si lotta per la libertà di espressione con il sangue, che non tutti i popoli hanno  garantiti i diritti minimi per considerarsi esseri umani. Che alcuni uomini, pochi ma potenti, stanno smantellando, bruciando, prosciugando, sciogliendo il mondo per sporchi dollari che non riusciranno neanche a spendere prima che termini la loro dannosa vita. Io, se tutti i giorni fossi bombardato da queste informazioni, credo potrei diventare ancora più instabile di quello che sono!

Molti dicono che conoscere è potere… Io sono solo parzialmente d’accordo, perché a volte conoscere può essere una tortura, una condanna… Almeno per come la vedo io …. Conoscere se stessi è potere perché ci si può vivere meglio ma venire a sapere della condizione disastrosa nella quale ci troviamo nei confronti della terra che ci ospita e conoscere che la cattiveria, l’ingordigia e cupidigia dell’uomo non hanno limiti come mi aiuta? Come aiuta i nord coreani? Come aiuta il pianeta morente?
Sinceramente, io vivevo meglio prima di sapere delle stragi in Corea del Nord e della situazione dei Curdi in Siria.

E purtroppo non condivido la visione di molti che dicono l’unione fa la forza… Se tutti cambiamo modo di pensare allora… si vabbè .. .Se tutti oggi smettiamo di utilizzare prodotti che dipendono dalla raffinazione del petrolio allora le multinazionali petrolifere chiudono…. Ma è possibile che tutti nel mondo facciano una cosa del genere ? Tutti insieme? Non credo. E poi, mettiamo il caso che ci si riesca in questo utopico intento. Via il petrolio, ad esempio e benvenuta energia alternativa. Non credete forse che anche li ci sarebbero dei personaggi pronti a fare di tutto pur di arricchirsi e sfruttare la situazione?
Ed il fatto che qualcuno possa scendere in piazza per gridare i crimini dell’oligarchia mafiosa che ci governa può veramente cambiare qualcosa? A parte far ridere i suddetti mafiosi ovvio...
E qui di solito mi dicono: “ E allora vivi nel tuo guscio e sbattitene le palle!”. E di fatto è quello che faccio…

La mia preoccupazione è direttamente proporzionale all’intervento possibile per far cessare la
preoccupazione stessa…. Insomma, guardo nel mio orto e faccio quello che posso per tenerlo vivo e rigoglioso... e non sempre ci riesco!
E quando un figlio di troia ignorante decide di radere al suolo la foresta amazzonica, prosciugare oceani e liberare nell'aria tonnellate di sostanze tossiche al giorno cosa posso fare IO? Usare carta riciclata?
E se un dittatore trucida la famiglia di una ragazza che tenta di fuggire dal suo paese nella speranza di poter vivere libera, IO cosa posso fare in merito? Mettere uno striscione sul balcone?
E se un pazzo scatenato si sveglia una mattina e decide di lanciare 10 bombe nucleari al paese vicino IO che cazzo faccio? Mi incateno davanti all'ambasciata con le tette al vento e grido "NO AL NUCLEARE!!!"?

Per cui preferisco non sapere cosa succede alle vittime e cosa stanno organizzando i carnefici.

Scelgo di aiutare la vecchietta che cade per terra davanti a casa mia e dare ogni tanto due euro al tizio fuori dal supermercato.
Riesco a salvarmi da questo loop di impotenza perchè credo  che ciò che capita è ciò che debba capitare… con dispiacere ma lo credo. Non ritengo ci sia un Dio che punisce (siamo bravissimi a punirci da soli!) ma che ogni anima si incarni con un proposito e che l’anima incarnata globale dell’umanità sia un bambino di un paio d’anni che ancora non sa distinguere il sé dal resto. Per cui tutto è suo e lo deve essere subito. E in questo modo mi giustifico le atrocià che, pur sapendo che esistono, preferisco non conoscere. O non conoscere a fondo per lo meno. Evitare che mi diano orribili immagini da associare a orribili fatti.

E come disse un noto comico italiano.. la realtà è il mio mal di vivere, evviva la fantasia.

lunedì 25 gennaio 2016

DUALISMO INERGALATTICO

Ieri è stata una giornata difficile ed interessante allo stesso tempo.
Mi sono sentito tremendamente solo. Una solitudine nei confronti di me stesso. E’ come se mi fossi abbandonato. E’ difficile da spiegare la sensazione però è stata all'improvviso evidente una sorta di divisione tra me; una lotta tra due esseri distinti che entrambi mi appartengono.
Il giro di vite però è stato riconoscere una di queste parti come vecchia, statica direi fuori moda…Come quando entrati negli anni ’80 uno si guarda allo specchio e si vede con pantalone a zampa, occhiale rotondo e collana con il simbolo della pace e si dice “vabbè, forse è ora che rinnovi il guardaroba!” Ed è stata forte la sensazione di non appartenenza a quell’altro Ivano che ho visto e riconosciuto e sempre pensato fosse il mio “me” predominante!
Ieri ho sentito il disagio, la superficialità, il buttare via il mio tempo, il nulla… Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono reso conto che sono bravissimo ad allontanarmi da me… E se prima, riflettendo su questa mia indole mi giustificavo con “ma si, una vacanza ogni tanto da se stessi non fa male” o “ non ci sto più dentro ho bisogno di evasione”, oggi capisco che l’alienazione da se stessi è la cosa più inutile, e forse dannosa, che ci si possa fare.
Uso il termine alienazione per differenziarlo da distrazione. Distrarsi ogni tanto fa bene. Spezzare la routine, non pensare a niente, rilassarsi, ma io scopro di avere la capacita di … andare su un altro pianeta… Lontano da ciò che sono qui e lontano da tutti….
E, forse per la prima volta, o forse mi è già capitato 100 volte e continuo a dimenticarmelo, ho osservato anche chi mi sta “vicino” durante i miei viaggi; e mi rendo conto che è come se comunicassimo con Skype … Si comunica poco e male.
Che botta!
E poi, ok, per come sono fatto io (non per niente mi soprannomino il Grinch) ogni tanto un sano distacco dal quotidiano, dal reale da tutti ci sta anche… Ma i viaggi interplanetari sono troppo impegnativi. E non tutti sono disposti ad aspettare il mio rientro o intrattenere relazioni a distanza… Anzi, a dire il vero le persone che mi stanno vicino già lo fanno…. E, in questi giorni, ho proprio sbattuto il musone contro il loro punto di vista, sono entrato in sintonia con il loro vivermi mentre io mi perdo nello spazio… E la sensazione che ho provato non mi è piaciuta affatto… credo che quello che si percepisce è … un ologramma , una fotocopia di me stesso … un pupet che sbatte le ciglia e muove le labbra ma senza anima….. E se io offro solo questo vuol dire che non sto offrendo niente….
35 anni… poche idee ma la verità è che so dove posso andare. E per questo mi sento fortunato… Ho cose da fare, persone con le quali condividere percorsi e momenti e non mi posso più nascondere dietro a delle mancanze che sono qualitativamente inferiori alle possibilità positive. Sono innamorato, ho un lavoro stabile (che per quanto fittizio possa essere ti fa andare a letto tranquillo), ho amici veri, presenti ….
Mi reputo una persona solitaria, ma in realtà la socialità mi piace. Come mi disse una saggia gattosa, anche i lupi corrono in branco…
Certo non sono tipo da concerto allo stadio, ma mi piace frequentare le persone, alcune, poche, selezionate dal tempo e dall’universo.
Ma alla fine… do tutto per scontato. O meglio mi abituo al fatto che gli altri si abituino al mio me “pacco”. Sia chiaro che per “essere pacco” non intendo i momenti in cui uno è preso male, triste, depresso etc. ma proprio un altro me che ha un altro modo di porsi al mondo e che sfrutta l’arte dell’invisibilità. Solo se ti impegni lo puoi scorgere… Io riesco a scomparire come fece Copperfield con la statua della libertà. E se da un lato questo ti fa vivere un’apparente sensazione di libertà per l’appunto, dall’altro, non ti permette di toccare, mischiarti, sporcarti le mani usando i colori degli altri…
Ed è rappresentativo il mio rapporto con le piante… Io le acquisto, cerco una posizione dove potenzialmente possano sopravvivere, le bagno. …. E poi ciao … se ghiacciano perché fa freddo, problema loro…. O, mi dico, era il loro destino.
E forse è proprio il concetto di destino e predestinazione che uso come Jolly per le mie mancanze …. Perché, se è vero che credo ci sia una sorta di trama che sottende ed in qualche modo indirizza le nostre vite, credo altresì fortemente che questa trama possa cambiare attraverso la nostra volontà di scegliere un cammino, direzione, pensiero, sentimento, lettera e testamento.

E poi ci sono un sacco di segnali che io evito come uno sciatore esperto evita le palette durante uno slalom (o le deve prendere? Mah!)
I messaggi che più mi arrivano diretti e indiscutibili sono quelli corporei… Quando parto per i miei viaggi intergalattici di solitudine e distacco il mio corpo sembra ricordarmi “Ehi bello, guarda che io su Marte non riesco a vivere eh? Mettiti una tuta o qualcosa perché lì né si respira, né posso sopportare la pressione atmosferica ok? “

Il mio corpo mi dice quando sto facendo qualcosa che rompe una sorta di armonia con me stesso e con gli altri … e un tempo potevo confondere questi chiari messaggi, questi segnali scritti a caratteri cubitali con acciacchi, una botta presa, cena pesante, postumi di sbornia… Ora no….
Ma la domanda fondamentale che mi faccio è: Perché scappare, perché questa necessità di evadere così tanto e così spesso ? Se ho persone e cose alle quali tengo, una situazione tutto sommato serena PERCHE’?
Ed è forse arrivato il momento di lavorarci su…. Ancora…. Tornare e ritornare a rimaneggiare quella cassa di vecchia dinamite che avevo nascosto nel fondo della mia soffitta mentale….. Magari non succede niente, magari esplode il mondo….
Ma è anche il momento e l’occasione di ancorarmi agli affetti, alle amicizie, alla musica e alle mille cose belle che mi circondano per non ripartire come un razzomissile (cit.Ufo robot) intergalattico alla prima occasione.
E’ il momento di stare e, nel caso, viaggiare insieme.


giovedì 21 gennaio 2016

LUNEDI COSMICO

Lunedì… Considerato come un tragico giorno da milioni di  impiegati, operai, liberi professionisti, insegnanti etc, mamme e papà, è anche il giorno della ripresa, della riattivazione cerebro-fisica.
 
Per me è il giorno del ritorno.
E come insegnarono già più di 20 anni fa George Lucas e Robert Zemeckis, un ritorno c’è sempre. Al futuro o al passato, sempre tutto torna.
Ed è anche il giorno della rinascita. Il giorno dove tutto ricomincia e dove, appena sveglio, ripeto il mio mantra :
 “Lodato sia il temuto Lunedì,
Lodato il lavoro che mi obbliga ogni mattina a svegliarmi, lavarmi ed uscire dal mio rifugio.

Benedette le pause pranzo di due ore che mi permettono (anche loro calcando un po’ la mano) di andare in palestra per limitare l’esplosione di grasso corporeo ed espellere alcune delle mille tossine che ingerisco, bevo e fumo durante il week end.

Venerate e temute sere infra-settimanali , dove la libertà è oscurata dall'ombra dell’intransigente sveglia del giorno dopo. E così ci si concede poco godendo di più, perchè è nella privazione che si gode meglio ciò che si ha.
E grazie al divino ritmo settimanale, che alterna e scandisce, senza dare adito a confusioni, la veglia ed il sonno, la fame e la sete. “

Si perché io ringrazio veramente il Lunedì. Superficialmente vivo il lutto del tempo libero come tutti gli altri, ma sotto sotto, anche se muoio dal sonno e sono colto da nausee e movimenti gastro-tellurici, gli sono sempre riconoscente.
Fondamentalmente perché ho in me un’obesa indolenza che vorrebbe solo straripare da un divano king size ma anche perché, dopo la settimana di ritmo, di incontri, di impegni con se stessi e con altri arriva il fine settimana della libertà e del NON impegno con nessuno.
E’ come se per i 5 giorni lavorativi sfrecciassi velocissimo dentro ad un tubo che inizia strettissimo (il Lunedì) fino ad allargarsi poco a poco per poi sputarmi nel cielo aperto il venerdì pomeriggio!
E se durante la settimana è TUTTO (nel fare e nell'esserci), il fine settimana è NIENTE…… Poi, grazie agli amici e a Gianni in realtà mi muovo anche nel week end, ma fosse per me starei a straripare……….

Ho riflettuto sul fatto che è abbastanza  triste non saper gestire il proprio tempo libero, ma ognuno è un contorto ed unico insieme di ingranaggi che funziona in base a leggi singolari. E per trovare l’equilibrio servono forze contrarie.
Oltretutto per me, questa incapacità, si trasforma in un occasione per migliorare il mio modus operandi , ma ringrazio sempre la settimana che mi risbatte nel mondo strappandomi dai miei sonni invernali (o estivi)……

Ed in questa continua spirale c’è chi vede disperazione e chi vede salvezza…. Io mi ritengo completamente salvo…. L’obbligo mi da la possibilità di scegliere!

Ed immagino i grandi attori, cantanti,  gli artisti vari multimiliardari che si drogano, si sparano, si riempiono di psicofarmaci e si buttano dai ponti……. A parte il discorso del chi troppo ha alla fine non ha nulla, credo conti molto anche l’assenza di ritmo. Forse l’uomo, anzi lo credo fortemente, non è ancora pronto per vivere quel fantastico dono del libero arbitrio ed, essendone in qualche modo cosciente, si è costruito questo intricato labirinto di regole e di leggi, queste scatole sociali scomode e limitanti per essere contenuto.
In fondo sappiamo tutti che l’universo infinito spaventa di più che una scatola di scarpe.
Sono veramente poche, credo, le persone capaci di autogestire il proprio tempo in modo positivo ed attivo. Immagino la depressione che possa nascere dal non avere mai niente da fare veramente.
Siamo parte di una società che ci chiede partecipazione, movimento e soprattutto produttività a cambio di vile denaro.
Ben lontani da una società utopica dove il denaro non è più intermediario del fare  ma dove si chiede di partecipare alla vita per quello che si ha da offrire a cambio di qualcosa che non si ha, sta di fatto che siamo in una società dinamica ed io ne sono contento. O se vogliamo, dinamica per quanto riguarda il puro movimento fisico ecco, ma statica e stagnante per quanto riguarda altri muscoli come cervello e cuore.
Anyway, ciò che voglio dire è che, pur vivendo in un contesto povero intellettualmente ed animicamente, il movimento imposto stimola un movimento personale e salutare senza il quale mi sarebbe molto facile finire come Amy Winehouse senza essere famosa!

Parlando poi di società mi viene in mente quella serie di bellissimi documentari sulla nostra società, sulle sue basi falsissime e sull'ignoranza in generale dell’uomo.
Lo consiglio vivamente a tutti. Di facile reperibilità in iternet: ZEITGEIST.
E spero, se non per noi ma per i figli dei figli dei nostri figli, una maturazione dell’uomo come civiltà che possa portare ad un abbandono dell’ inutile e spasmodica ricerca della ricchezza materiale e del possesso , a favore della ricerca amorosa della ricchezza interiore, individuale, naturale e della condivisione.
Ma per il momento, viviamo dove viviamo e bisogna fare di necessità virtù, ossia abituarsi all’odore di merda che ci circonda e ricordarci che può anche servire da concime per far crescere qualcosa.
Grazie Dio Ritmo che mi dai la vita.
Amen.


giovedì 14 gennaio 2016

Musica e famiglia

Oggi sono stanchissimo ... Fare qualcos'altro oltre al lavoro costa... tempo che si paga con meno ore di sonno.....
Però sono molto soddisfatto... Ieri sera prove con il Cugi... Due voci, una chitarra, un grande legame affettivo e tanta creatività... Bellissimo!
Dare forma, plasmare una canzone, che è tua, per quanto banale possa sembrare alle orecchie altrui,ha in sè del divino...
Tra risate, canticchiate, brainstorming e sgolate stiamo costruendo piano piano la nostra musica...
Mi sento molto fortunato ad avere la possibilità e la capacità di poter far qualcosa del genere.
Il processo creativo in genere è faticoso come qualsiasi cosa che possa regalare soddisfazione.
Un continuo interrogarsi, esplorarsi, provarsi per mettere in melodia le proprie esperienze, pensieri e sentimenti.
E la cosa più travolgente e magica è che una volta che ci si mette in sintonia con le muse ( o come vogliate chiamare l'ispirazione) continuano a girarti intorno e chiamarti quando meno te lo aspetti.
Questa mattina, dopo poche e sofferte ore di sonno ( materiale per un prossimo blog), mi sono alzato di mal umore. Ma sotto la doccia le muse sono arrivate e mi hanno regalato una melodia, sussurrato delle parole ed il buonumore è sbocciato con la fragranza di una nuova canzone.

Per me è sempre più difficile, dopo una giornata di lavoro dove cervello, pazienza e corpo ( vado sempre in palestra durante la pausa pranzo ) sono provati e gridano solo "Ivano al divano! Ivano al divano!", ripartire per fare qualcos'altro, che, come nel caso della musica, richiedono un ulteriore sforzo per corpo mente e cuore. Ma credo si tratti solo di un mancato allenamento. E poi per ogni regalo che il cosmo offre bisogna pagare sempre in qualche modo.

Comunque ieri sera, dopo le prove, il cugi ha avuto la brillante idea di aprire il baule della supermultipla, riporre le chitarre, appoggiare su di esse le chiavi della macchina e richiudere il tutto.
Quindi, macchina inutilizzabile! Per un velocissimo istante ho pensato di scappare e fanculo il cugi.. Stavo già pregustando il mio tanto amato divano, con il mio tanto amato Gianni che questa settimana ho visto veramente poco ma poi ovviamente ho deciso di accompagnare il mio maldestro cugino a casa per prendere le chiavi di scorta. Ed ho ragionato sul fatto che anche quello era un regalo: il cosmo ha voluto donarmi un'ora extra per stare con il cugi. Ci vediamo spesso io e lui, siamo nello stesso indissolubile, vero bello e amoroso gruppo di amici ma quasi mai siamo io e lui. E anche quando proviamo insieme siamo immersi nel processo creativo e quindi Ivano e Cristian sono per lo più qualcos'altro. Ieri invece, con la scusa delle chiavi abbandonate, ho potuto chiaccherare amabilmente del più e del meno, come due vecchi amici quali siamo, come due cugini, come famiglia. E la cosa mi è molto piaciuta.

La famiglia. Ho scritto spesso sul mio concetto di famiglia che non per forza debba essere quella creata da legami di sangue. La famiglia è un luogo del corpo e dell anima dove regna l'amore. Ci possono essere dissapori, contrasti, periodi di distanza ma l'amore, quel tappeto di sottofondo caldo e comodo non va mai via.
E sono veramente grato di poter dire di avere una bella famiglia. Scelta. Non imposta.
Queste riflessioni sono frutto anche di un momento particolare che sto vivendo con la mia famiglia di sangue, padre, madre e fratello. Con mio fratello è un'altra storia che al momento non sono in grado di raccontare; invece mi voglio raccontare dei miei sentimenti nei confronti dei miei genitori.
Non ci parliamo da mesi. Le ragioni sono diverse, opinabili, ognuno ha la sua e la sua parziale verità. E sinceramente ho superato l'angoscia ed il senso di colpa per non avere una famiglia "normale". Perchè invece ce l'ho. Peccato che al momento non includa le due persone che mi hanno dato la vita. Almeno per adesso.

Durante la propria evoluzione personale, nello svolgimento della storia di ognuno di noi, la famiglia può essere un punto di riferimento, un polo magnetico che da una direzione precisa, qualunque essa sia. Io purtroppo non sono capace di condividere l'atteggiamento che i miei genitori hanno nei confronti della vita e delle persone che li circondano ed al momento l'unica cosa che ritengo sensata è mantenere la distanza. Non giudico, anzi comprendo, compatisco e rispetto ma proprio non riesco a partecipare del loro proporsi al mondo essere ed al loro modo di percepire il mondo.

All'inizio mi sentivo colpevole, un figlio ingrato che non esplica il suo ruolo. Poi mi sono sentito impotente, crudele e meschino. E poi mi sono sentito libero. Libero da giudizi, libero dal conformismo e dal perbenismo che tanti professano ma che è semplicemente utopico. Ogni famiglia ha i suoi cazzi. C'è chi riesce a far finta di niente, con l'unione e l'amore riesce a superare ogni difficoltà, chi rimane nel ruolo del socialmente accettabile e c'è chi, come me, sceglie di rispettarsi e di volersi quel minimo di bene per non farsi violentare psicologicamente.

Immagino che le miei parole possano sembrare confuse e generiche ma non voglio entrare nel merito della situazione; non voglio raccontare fatti perchè non ne ho bisogno. Mi aiuta però fare un indagine nel sentire e gestire questa distanza dai miei genitori che ora mi sembra la cosa più sana che possa fare per me.

E rifletto sul fatto che c'è tanta gente che si lascia etichettare, si costringe ad essere qualcun altro da sè stessosolo per mantenere la facciata di casa pulita. Bhè io preferisco imbrattare la mia facciata di merda ma avere un caldo ed accogliente ambiente all'interno.

Bisogna incominciare a guardarsi dentro ed accettare chi siamo, abbracciare il buio e la luce per capire di cosa abbiamo bisogno per vivere bene. Ed oggi,proprio mentre riflettevo sul fatto che avrei potuto ritornare ad essere il figlio finto in una famiglia finta,è arrivata una chiamata che, come un intervento divino, mi ha ricordato che questa è la prima volta che mi guardo allo specchio ed osservo la mia travagliata, non comune ed assolutamente personale storia famigliare. E che quindi nessuno, ribadisco NESSUNO ha il diritto di giudicare le mie scelte.
Ed è altrettanto provvidenziale che i miei amici, i miei affetti, i miei amori non lo facciano.

Una situazione dolorosa ? Si! Alterno attimi di serenità a momenti di profondo dispiacere e dolore per ciò che non c'è? Oh yes! Ma almeno è tutto vero, è tutto reale, è tutto mio. Anche nella difficoltà di non accettare una situazione di comodo e falsa sono io artefice delle mie giornate.

Ognuno di noi sa quando sta facendo ( o non facendo) qualcosa che va contro la propria libertà, quando sta forzando il proprio essere come un fabbro che cerca di piegare una barra di acciaio non abbastanza caldo. Sappiamo ogni volta che scegliamo di farci del male o di accarezzarci teneramente.
Ed allora basta indugi, siamo abbastanza coraggiosi di scegliere il nostro cammino per quanto difficile e doloroso che sia. A volte la scelta giusta per noi è quella assolutamente sbagliata per qualcun altro. C'è chi vede terra arida dove altri vedono un campo vergine sul quale fare crescere nuove piante.

E' sempre e solo questione di prospettiva. Ed oggi scelgo quella che mi suggerisce il mio cuore.
Finchè regge.
Finchè batte.

Grazie a chi partecipa alla mia vita per essere chi è. Demone o angelo partecipa al mio divenire.

lunedì 11 gennaio 2016

Pioggia e Falò

Quando scrivo su questo blog ho sempre l'aspettativa di scrivere qualcosa di incisivo, di vero, di forte e di ispirato. Ed è per questo che scrivo così poco, pur piacendomi un sacco scrivere.
Arrivare a 35 anni per capire che questo ragionamento è un enorme cazzata? Si.
Mi accorgo che questo modo di pensare sia un' impronta del mio essere. O fai le cose in grande o non le fai. Povero me.

Sull'onda del mio post precedente però, oggi decido di spiazzarmi e di spezzare questo circolo vizioso. Vorrei tanto incominciare a vivere ciò che mi è possibile senza questo bisogno di sensazionalismo. Oggi scrivo. Punto. E scrivo perchè mi fa sentire meglio, più partecipe della mia storia e più vicino a me. Rovisto nella mia testa e poi lascio che siano le mani sulla tastieria a guidarmi.
Di solito mi metto a scrivere solo quando ho un messaggio preciso in mente da esporre, qualche frase ad effetto o un pensiero rivelatore.
Ma oggi c'è qualcosa di diverso nell'aria. Avrei potuto continuare a guardare Masterchef ed invece ho sentito l'esigenza di andare sui preferiti, selezionare il link del blog ed eccomi qui per parlare di nulla in particolare, per dialogare con me e con chi legge.... C'è qualcuno?

Oggi è stato un Lunedi sereno, piovoso, sornione, ovattato.... uno di quei Lunedi lì che piacciono a me ... La pioggia mi fa sentire protetto, crea rumore e ciò mi fa sentire in contatto con una natura viva, rigogliosa che si muove in una danza armonica con le gocce di pioggia .
Adoro le giornate piovose, l'odore della terra bagnata, o lo starmene raggomitolato in casa con un buon libro.


Comunque la calma e tranquillità del risveglio e del tragitto al lavoro tra strade circondate da boschi sono interrotte non appena entro in ufficio. Il Lunedi è sempre una giornata frenetica, soprattutto all'inizio del mese con scadenze da rispettare e magazzini da far quadrare. Anche questa contrapposizione tra stasi e frenesia mi rispecchia e mi identifica. Poi la palestra... Sudore, musica, people watching, un saluto e anche lì a volte , riesco a percepire un senso di comunione.... Poveri pazzi che fuggono dal ritmo frenetico del quotidiano per accellerare al massimo il proprio battito cardiaco e pompare muscoli .... Io ovviamente non pompo nulla anzi il mio obiettivo è sgonfiare questa pancetta da quarantenne che ha deciso di stabilirsi e non andarsene mai più... E si, ci si avvicina ai 40 e me lo suggerisce ogni giorno anche la mia testa che perde capelli come le foglie di  un acero in autunno.
Ed evviva la vita sempre e comunque, anche invecchiando, anzi soprattutto invecchiando perchè le rughe e le stempiature, le zampe di gallina e le pancette ci rendono un pò piu simili...
Ed oltretutto è anche un occasione per andare oltre l'esteticità frivola e passeggera...Chi sono io senza addominali e chioma selvaggia? Cosa rimane di me quando il tatuaggio che mi ha fatto rimorchiare tante volte sarà raggrinzito ed irriconoscibile?
Cosa rimane di me quando lo splendore della gioventù lascia lo spazio al pacato biancore della maturià?
Come vivo il mio tempo superati i bagordi e l'incoscienza propri della giovinezza? C'è chi si crea un ritmo che in realtà, a mio modesto avviso, è identico alla stasi. Casa, lavoro, ristorante cinema casa.... E qui ci sto cadendo anche io.... E' così facile e superficialmente appagante abbandonarsi allo"STREAM" della società fittizia in cui viviamo...E spesso risulta difficile non sentirsi nel diritto di lavorare 8 ore e poi spegnere cuore e cervello perchè il mio l'ho fatto.
Oggi vorrei dare battaglia alla mia apatia, al mio conformarmi, al mio annichilimento individuale.
Vorrei smettere di uniformarmi al gregge di pecore che ogni giorno va da A a B per poi tornare ad A perdendo ciò che mi rende veramente ed unicamente ( nel bene e nel male ovvio ) Ivano.
La vita è divenire, movimento.E non parlo di movimento puramente fisico ma anche di mentale.
Voglio riaccendere la torcia della mia curiosità e trasformarla in un falò dove tutti ci possano danzare attorno.

Voglio riscoprire l'interesse nel conoscere e risconoscermi nelle belle persone che popolano i miei giorni e scoprire il particolare anche di quelle che non mi piacciono.
Voglio leggere, creare, amare e sporcarmi le mani.
Voglio spostare la mia attenzione dall EGO all IO.
La strada non è semplice soprattutto se si parte dal fatto che ho dovuto cercare su GOOGLE quale fosse il concetto contrario all'ego!!!
Ma mi piace pensare che a 35 anni, con la mia indolenza, la voglia di fattanza ed i miei momenti ascetici, Ivano possa anche crearsi una realtà diversa da quella che si stava immaginando.
E allora che questa pioggia rinfrescante stemperi questi tratti troppo definiti nel mio acquarello per poter ricominciare di nuovo a dipingere.....

domenica 10 gennaio 2016

IL VOLTO DEI RE

Bisogna esercitare  i propri doni.
Questo il pensiero che mi ha accompagnato sulla strada del ritorno a casa dopo una bella serata tra amici.... E questa riflessione cade a pennello con l'epifania o, come si chiama nei paesi di lingua spagnola  LOS REYES... Si, sono passati i re magi ( scopro ieri che in realtà i re magi fossero 4 e non 3 ma questa è un'altra storia) ed hanno lasciato i loro DONI al bambin Gesù. Ed allo stesso modo, essendo anche noi incarnazione del divino, ognuno di noi, ha ricevuto la loro visita ....

Non ce n'è.... Per quanto la nostra società ci spinga a pensare e credere di essere tutti catalogabili e raggruppabili in sistemi che possano essere controllati e monitorati con semplice efficacia, ognuno di noi è un universo in divenire potenzialmente unico.
Crescendo, abbiamo la possibilità di riconoscere in noi stessi qualcosa che ci viene bene, delle abilità o semplicemente qualcosa che amiamo fare.
Sia  scrivere, recitare, cantare, dipingere, pulire la casa, aggiustare qualcosa, leggere e ricordare, trattare con i bambini, o rubare e perchè no rompere le palle! 
Senza giudizio, ognuno di noi ha dei doni... Ognuno di noi, al momento dell'incarnazione o della nascita ha ricevuto la visita dei re magi...

E difficile, soprattutto oggi credo, in un presente che ti lancia miliardi di stimoli tutti insieme, che ti da la possibilità fasulla di poter avere e fare tutto subito scoprire quali siano questi regali... C'è chi lo sa subito, chi lo scopre cammin facendo, chi lo intuisce ma non crede di esserne all'altezza e c'è chi ha bisogno di una guida che lo aiuti ad aprire i pacchi regalo.... 

Regali poi che a volte possono avere il pesante aspetto di un fardello, di una colpa, di una maledizione... 

Io conosco i miei doni .... Ma ancora, a 35 anni, faccio fatica ad esercitarli.. Si, perchè il segreto sta nell'intenzione non nella finalità... 
Dunque l'esercizio. Questa è stata un'illuminazione... Mi si è accesa la lampadina di Archimede  ed ha fatto cosi' tanta luce che è esplosa!
Ho un talento e quindi decido di riconoscerlo ed onorarlo. E riconoscendo il dono riconosco e definisco un pò di più me stesso; un alta pennellata sul mio quadro.
Bisogna avere il coraggio e la libertà di potersi dire: SI QUESTI SONO I MIEI DONI, questo è ciò che so fare, questo mi rende unico! 
E nell'esercizio del dono lo si regala al mondo. Un atto di volontà che mi permette sia di entrare in contatto con me stesso che con glia altri.  

Ho sempre vissuto vedendomi menomato, incapace, inabile, sempre meno bravo di qualcun altro .... Cercando il paragone e trovando solo frustrazione! Bhè ovvio che ci sarà sempre (grazie a Dio) qualcuno più bravo di me nel fare qualcosa ma non importa! Il modo in cui io faccio quel qualcosa, il modo attraverso il quale esperisco il mio dono è solo mio e quindi unico e quindi divino. Sto per la prima volta riuscendo a spostare l'attenzione non sul fine ma sul momento in cui faccio qualcosa. 

Arriva un momento in cui bisogna ricercare il proprio benessere... E stiamo bene quando siamo in armonia con noi stessi e con il mondo che ci circonda. Siamo armonici quando esercitiamo i nostri doni, quando siamo completamente noi stessi, quanto permettiamo al divino di agire attraverso di noi.

 Esercitare il proprio dono vuol dire metterci in comunione con l'universo; una comunione attraverso l'individualità. Voglio solo onorare questa capacità, dire al cosmo GRAZIE PER QUESTO REGALO, lo userò il più possibile e così lo renderò reale, personale ed autentico. 


Ripenso alle persone che più mi affascinano.. Sono coloro che hanno qualcosa da insegnarmi, che sanno fare qualcosa che io non so fare o che lo fanno in un altro modo. Che sia tagliare la legna o fare i finocchi al forno gratinati non importa, il fascino dell individuo scaturisce dalla propria unicità. 
Ed è ora che tutti noi ci rendiamo conto che siamo UNICI: anche se ci si prova a omologare, globalizzare, riprodurre, siamo ognuno un cosmo diverso dall'altro. Ed è proprio nell'espletamento della differenza che si può raggiungere una vera e proficua comunione per tutti...  

Un educazione sana, dovrebbe proprio basarsi sull'individualità, sullo sviluppo delle capacità o attitudini che ogni bambino ha dentro di sè, sempre e solo per il piacere di farlo. E sono sicuro che regalare i propri doni attraverso anche il semplice esercizio significa plasmare un mondo (quello che ci circonda) migliore.

E così eccomi esercitando il mio dono... Lo faccio per me ma in realtà lo faccio anche per te che mi stai leggendo sperando che queste righe ti facciano ricordare il volto dei tuoi Re Magi.