martedì 1 ottobre 2013

SCELTE D'AUTUNNO

Che giorni tanto strani..... Momenti di riflessione e dubbi costanti mi fanno compagnia in queste lunghe ore di attesa e ricerca.
Adoro l'autunno e questo forse è il regalo del cosmo, coreografia pacata e multicolore,  per aiutarmi a superare questo periodo di apparente stasi.
Senza ritmo dettato dall'esterno, l'universo mi suggerisce di trovare ed ascoltare la mia musica interiore.
Ma niente è regalato e l'assenza di lavoro e soldi che riconosco come colonna sonora al di fuori di me mi fanno sentire sperduto e congelato in un momento senza tempo.
Con voglia di fare ma preda dell'inerzia che si autoalimenta e l'indolenza che tanto caratterizza il mio essere.
La positività scema ogni giorno come la luce lascia sempre un pò più di spazio all'ombra in questi pomeriggi grigi che si vanno accorciando.
Anche gli alberi sembrano assecondare il mio umore, perdendo il verde vivo ed il rigoglio propri dell'estate, lasciando spazio ai colori meno vistosi ma altrettanto vividi e vivi.
L'autunno, come cambiamento, momento introspettivo dove ci si prepara per l'inverno; raccoglimento e spostamento dell attenzione verso l'interno, mi pervade e mi accomuna alla natura.

Ho bisogno di lavorare per sentirmi vivo in questa società basata sul denaro.
 Per quanto mi racconti alternativo e volenteroso di trovare un sistema diverso, ricado sull'esigenza di avere una fonte sicura, fissa e costante di denaro per creare una serenità, per quanto fittizia. Ma per organizzare una cena con gli amici bisogna avere cibo nel frigo, o soldi per uscire, per fare benzina, per bersi una birra o per andare al cinema. Lo stesso per andare alle lezioni di canto, per poter raggiungere il luogo di un concerto, attività che tanto mi fanno sentire in movimento.
Insomma, poco da dire, vivo immerso nel capitalismo e per quanto passione ed amore possano alimentare il mio essere, senza cash, rimango in casa preso male preoccupato per come pagherò bollette o per come si sente il mio compagno.
Quindi per me il lavoro è fondamentale, e se piacevole meglio ancora, per lo meno che non sia  dannoso. E mi sono profondamente impegnato per ritornare AL MIO LAVORO, quello che mi ha trattenuto senza difficoltà otto anni, l'unico lavoro che abbia fatto con piacere e soddisfazione ed unica fonte di rimpianto quando scelsi di trasferirmi in Spagna. Avendo fatto TUTTO ciò che era in mio potere per poterci tornare, credo che ce la farò ma ciò succederà, se tutto va bene, in DICEMBRE! E nel mentre sto cercando qualcosa per tappare il buco economico ma, a quanto pare tutte le mie energie sono rivolte verso quel LAVORO e così non riesco a trovare nient'altro.
E da qui il mio stato di pantofolaio costretto. Contando le monetine nel borsellino, calcolando quanta benzina mi serve per fare due cose ed eliminandone una.

Che tristezza! Ma allo stesso tempo che pirla sono stato a lasciare volontariamente l'occupazione precedente, mi dico, per quanto triste ed inutile professionalmente. Era fondamentalmente dannoso per la mia salute mentale; il relazionarsi con un animale così poco sviluppato stava deteriorando la mia autostima e serenità, ma non era forse meglio di come mi sento adesso? Non so. Da una parte mi dico " hai avuto coraggio a riconoscere quell'"uomo" come esperienza che non voglio condividere e dall'altra mi dico "ancora una volta in fuga quando qualcosa nona ti piace...

Fumo.
Un altro nemico che mi accompagna. Queste maledette sigarette che incombono minacciose sulla mia capacità di cantare e di far scorrere il sangue regolarmente. Non riesco a liberarmi di questo mostriciattolo annidato nel mio stomaco che reclama tabacco quando so perfettamente che non mi da nulla di positivo, un ricadere in un'autopunizione dalla quale non riesco ad essere libero. Quale tremenda colpa penso di dover scontare per così tanto tempo?
Quindi mi ritrovo qui. Indolente, tabagista, disoccupato e negativo.

Solo la musica, grazie al creatore, mi da ritmo e positività ( quasi sempre).
I miei vocalizzi, lo studio della teoria musicale, gli esercizi fisici legati alla preparazione al canto, mantengono un tempo in levare durante queste lunghe giornate scandite da un martellante, monotono battere.

Forse questo è il momento di concepire fortemente e vivere una lentezza, un movimento più lento, un reggae invece che hardcore, uno swing che, per quanto complesso ed elaborato non ha fretta di giungere al suo apice. Un accompagnamento di piano che non deve per forza risvegliare le sensazioni più forti.
Forse è la mia occasione per trasformare quest'apparente moto stagnante in un processo creativo ad ampio respiro, un vivermi nel momento e non sempre volto ad un futuro che, come tale ancora non è.
Pazienza Ivano, pazienza. Il lavoro, la musica, il denaro, la mia relazione niente è come vorrei ma tutto è in qualche modo unico e magico anche se ancora non so godere e percepire appieno.
E' da tempo che il mio corpo si è ribellato a questa sorta di autismo nei confronti di un'impossibilità a mantenere a lungo termine uno sforzo, trasformandolo in piacere per il momento senza pensare al traguardo, ad un fine che non necessariamente deve essere.

Autunno, tempo di preparazione, forse apparente stasi che mi snerva, o lento cambiamento ponderato.
Autunno, occasione per  rallentare, per  perdere quella fretta che mi fa agognare da sempre il risultato senza godermi questo percorso alberato con splendide foglie multicolori che ondeggiano verso un soffice tappeto erboso. I colori attenuati da una leggera nebbiolina, l'odore di terra bagnata e questo cielo plumbeo che mi fa sentire tanto a casa.

Riuscirò ad imparare? Raggiungerò mai la saggezza necessaria per vivere e vivermi qui ed adesso e non rivolto ad un domani ancora inesistente? Potrò riconciliare questo dualismo tra chi sono adesso e chi spero di essere domani?
A me e solo a me le risposte.
A me e solo a me la scelta.