sabato 23 settembre 2017

INSPIEGABILMENTE TU

In questo giorno del tuo anniversario di nascita ti penso fratello ...
Non mi sento in diritto di definirti fratello, ma questo sei per me, nonostante tutto. 
Per anni ho avuto vergogna di te, a volte dicevo di essere figlio unico perchè era più semplice  che spiegare ad uno sconosciuto il complicato mistero della tua esistenza. 

Ma oggi voglio ricordare quei momenti in cui abbiamo condiviso il nostro legame; quando ti facevo ballare come un matto con la musica a tutto volume, sbattendo le mani sul tavolo e mentre ti cambiavo il pannolino. Ricordo da bambino di notte, in preda ai miei incubi terribili, che la tua vicinanza , la tua presenza mi calmava e mi permetteva di riprendere sonno.
Oggi sono triste fratello, perchè mi sarebbe piaciuto avere più coraggio o più amore per starti vicino, nonostante tutto e tutti. Ma non ce la faccio e non posso che prenderne atto e parlarti nel mio cuore. So di essere un fallimento come fratello maggiore e per questo non ci sono scuse. Sono meschino ma davvero ho fatto quello che ho potuto per mantenere un minimo di equilibrio in quella corda da funambolo poco tirata che è la nostra dinamica famigliare.

In realtà la tua immagine sfiora i miei pensieri spesso ma oggi più che mai ritorni a me mentre bevo il caffè salutando il giorno e mentre pulisco casa sulle note di una triste canzone di Billie Holliday...

Hai trent'anni, età che avvicinata alla tua immagine, suona in maniera strana e riverbera in me in altrettante strane emozioni.
Solo adesso fratello incomincio a capire e sentire gli accadimenti e le dinamiche che mi hanno portato ad esserti sconosciuto, straniero. So che ti ho odiato fratello perchè, pur senza colpe, il tuo diritto alla vita ha sovrastato il mio diritto ad essere amato. E anche se me ne vergogno non posso che accettare i miei sentimenti. 
Ma rimangono i ricordi intensi e veri di quei lunghi pomeriggi in quella casa tanto sgarrupata quanto la nostra famiglia.
Famiglia dalla quale ho scelto, non con dolore, di prendere le distanze... Ho scelto di prendere le distanze anche da te forse perchè sono troppo vigliacco o troppo egoista, sicuramente troppo debole per accompagnarti nel tuo viaggio unico e inspiegabile.  

Che sia una vita forzata, alimentata dai bisogni di qualcun altro o semplicemente destino al di fuori della comprensione razionale, rimane comunque la tua esperienza che io non voglio, ahimè, e non riesco  a condividere.
Spero possa perdonare la mia assenza e la mia incapacità di amare che tanto impedisce la mia completa realizzazione come essere umano.

Ti posso solo augurare nel mio cuore di andare dove devi andare e di vivere ciò in qualche tempo e in qualche modo hai scelto di esperire.
Non posso non sentirmi che meschino per non onorare un legame di sangue ma così è, almeno per il momento. 
Ti posso però dire che sto lavorando su di me per far la pace con una famiglia dalla quale mi sento lontano anni luce.
Non so definire bene i sentimenti che provo nei tuoi confronti, ma posso sicuramente ammettere al mio cuore e al tuo che sei fonte di coraggio per sopportare il fardello che porti dal giorno della tua nascita. Fardello che non è solo tuo e che io scelgo di non alimentare o condividere.

Per fortuna intorno a te c'è qualcuno che ti ama per chi sei ....
Non so se le scelte che ti hanno portato oggi a compiere 30 anni siano state scelte egoistiche o dettate da un profondo amore. Posso solo indagare sul mio sentire, sospendo il giudizio sugli altri, pur con qualche difficoltà.
Non ti nascondo però che penso a te a volte come uno strano amuleto magico il cui pulsare luminoso  permette ad altri di vivere una sorta di illusione che chiamano vita, ma probabilmente mi sbaglio.

E ogni tanto mi perdo nei mondi possibili nei quali ti ho accompagnato il primo giorno di scuola, ti ho scorrazzato in macchina subito dopo aver preso la patente o ti ho dato qualche consiglio su come comportati con la compagna di classe per la quale hai preso la prima cotta.
Sogno ad occhi aperti un legame di amore tra due adulti che condividono momenti ed esperienze. 
Ma pensare a ciò che "sarebbe potuto succedere se" lascia il tempo che trova.
 

Il mio regalo per te è tenerti oggi nel cuore e nella mente più degli altri giorni e prometto che prima o poi io e te faremo la pace e ci abbracceremo ancora. 
Questo posso fare oggi fratello. 

Auguri Federico.

giovedì 21 settembre 2017

LUNA ASCOLTAMI


Che sia il nodo lunare, che sia il repentino cambio di stagione, che sia il nuovo orario di lavoro… Bhè, non so bene quale sia la ragione, ma sono in un momento di difficoltà. Nel corpo, nella mente e nel cuore.

Questi due giorni, in particolare ieri, ma in realtà dallo scorso fine settimana, mi sento molto liquido, appesantito. Ieri ho pianto un lago di lacrime dense e salate e oggi mi sento comunque un gavettone pronto ad esplodere.
E’ difficile spiegare e raccontare la continua e costante eruzione di sentimenti, spesso antitetici tra loro, che percorrono il mio sentire. A volte ustionanti ed altre dannatamente ghiacciati. Momenti  incontenibili ed altri così vuoti da fare un eco terribile e infinito.
Scelgo con fatica dei percorsi, riconosco con immenso sforzo chi mi ama e mi sostiene. Mi dedico anima e corpo ad attività sterili per poi non avere energia per ciò che in teoria mi nutre e mi interessa.
Ma mi interessa veramente? Cosa mi interessa? Cosa fa vibrare le mie corde?
In realtà non lo so. Vorrei tanto avere qualche idea chiara ma ho solo dubbi. Su tutto. Ed è logorante. Nell’indecisione scelgo sempre l’azione rispetto alla stasi. Perché sono bravissimo a stare immobile e quindi ho già dato. Il movimento, per me, è sempre e comunque positivo, anche quando non incontro significato.

Sono anche in un momento di sfiducia, cosmica, universale. Pur raccontandomi favole e toccanti metafore, la verità è grezza e spigolosa. Non so affidarmi a nessuno. Scelgo di non fidarmi, ancora, ancora e ancora. Nonostante credevo di aver coltivato un  piccolo giardino di buoni sentimenti e intenzioni sono un cazzo di asfaltatore di terreni.  
Mi rendo conto che non avendo fiducia nel prossimo, nelle occasioni, nella vita in generale, non si può amare davvero.  Senza fiducia non si può amare nessuno. Mi posso ingannare con delle belle frasi, con immagini romantiche, ma nella realtà sono molto simile al signor Burns dei Simpsons senza il cash.

Mi ritrovo a contemplare, davanti allo specchio, un essere Ivano che pensavo aver abbracciato e accolto, ma in realtà solo rinchiuso e dimenticato. C’è in me un animaletto risentito, ferito e abbandonato. Un essere oscuro che rimugina su una vendetta contro tutti (in primis i poveri genitori poveri loro davvero) rosicchiando con i denti marci le sbarre arrugginite della sua prigione.
Mi piacerebbe essere finalmente adulto, pronto a dare veramente e capace di ricevere senza sentirmi in colpa, ma purtroppo sono ancora un mostriciattolo pieno di risentimento. Mi viene in mente il mio referente per eccezione, il mio alter ego, il Grinch. Però questa volta mi sento il piccolo Grinch,  quello pieno di tagli perché ha cercato di tagliare il pelo verde del suo volto per assomigliare ai suoi coetanei,  ma deriso perché diverso.  
Il piccolo Grinch, che digrigna i denti furioso e con lo sguardo pieno di odio e disperazione.

Ho imparato che per poter migliorare bisogna sapere dove si è nel presente, e in questi giorni, con immenso dolore e dispiacere, io l’ho scoperto. Ho spento il mega proiettore (anzi è andata via la luce) con immagini bucoliche e colori vivaci. Ho visto con orrore che sono ancora in una stanza grigia, da solo per scelta.

Che forse un ramo spezzato non si possa mai raddrizzare? Che marcire sia l’unico destino possibile? E’ il momento di riconoscere la mia grettezza e non cercare di essere qualcuno migliore? Oppure lottare, lottare, insistere e perdere ma continuare a cercare la luce che illumini l’oscurità che scelgo ogni giorno?

Mi rivolgo a te Luna, che tanto identifichi il mio essere non-luminoso ma riflettente… A te, che con i suoi nodi, crateri e misteri, mi rendi vivo anche se quello che sento non mi piace.
Luna che muovi le mie maree interiori, aiutami ad andare avanti a testa alta, nonostante il mio non sapere riconoscere e onorare chi mi vuole bene, nonostante sia più facile cedere ai miei impulsi autodistruttivi, nonostante la mia immaturità.
Nonostante il mio dolore a volte immenso.


Luna ascoltami mentre ti osservo in queste notti d’autunno.