mercoledì 18 maggio 2016

DONDE ESTA MI HOGAR?

He decidido escribir este post tambien en espanol porque es de Espana que voy a escribir. Tengo muchisimas ganas de volver a Valencia…. Asì de sencillo , un pensamiento ligero ligero que daba vueltas en mi cabeza se ha vuelto en una necesidad fisica. Valencia, joder que sitio tan hermoso!

Lo que me ha hecho explotar la cabeza ha sido la visita de mi super –amiga Fra, que se mudò en Espana el mismo ano que yo algunos meses antes y todavia vive alli feliz como una perniz! Estabamos hablando de todo un poco cuando ha dicho algo que desatò una sinfonia de emociones  “ Esta bien volver a Italia de vez en cuando, pero despues de algunos dias quiero volver a mi casa”. Mi casa, mi hogar….

Y cual es MI hogar me pregunto? Pensaba estuviese  aqui entre las montanas y los bosques, cerca de mi familia, los amigos de toda una vida. En estos 3 anos estoy descubriendo que la familia es mejor dejarla lejos y que con los amigos ahora tenemos planes y intereses diferentes y que ya no nos vemos mucho como antes . Para mi hogar es estar con la persona que amo y cada vez penso en mi amor por el, no puedo no pensar en Valencia, la ciudad que ha sido nuestra cueva de amor, donde cree  mi familia y luchè para seguir adelante solo con nuestros esfuerzos.

Ahora miro alrededor y si, tengo un buen trabajo, bueno porque es fijo pero no me emociona trabajar alli ( nunca ningun trabajo me emociono a decir la verdad, lo que me gusta es la pasta), tengo una casita con jardin , 2 putos coches que son mas gastos que nada y si, a nivel de cosas  tengo mas que en Valencia… Igualmente siento que me falta algo… Y ahora empiezo a pensar que sea Valencia y Espana en general. Quizas este no sea nuestro sitio, nuestro hogar, quizas sea aquella pequena ciudad a 1200 km de aqui.

Lo unico que me para de hacer las maletas ya, mandar todo a la mierda es la estabilidad del trabajo que por un lado me deja tranquilo , por el otro me …. Aburre. No se como explicarlo bien y la verdad que estoy muy agradecido de percibir un buen sueldo cada mes con tanta gente que esta por la calle, Pero, igual que 8 anos atras, el trabajo fijo me huele un poquito  a muerte….. Pero tengo 36 anos y no puedo dejarlo todo por nada…. Hay que pensar y planear, pero creo de verdad que toda la mierda que yo y Gianni estamos tragando en este 2016 sea por algo y quizas el mensaje sea “Volver a Valencia chicos, no son mas ni de Italia ni de Uruguay, son espanoles cono!!!!”
Quizas necitabamos alejarnos por un rato para darnos cuenta que Valencia ha sido muy importante para nuestras vidas como pareja y como seres individuales… Y ademas me encanta hablar, leer y escribir en espanol joder!!!!!

La verdad es que aqui no vivo mal pero tampoco vivo bien….. Como si estuviese parado sin hacer nada.. No  tengo ganas de salir, de ver gente, de hablar con los vecinos, no se … Entiendo solo ahora que quizas no estè en lugar correcto…. Se quien soy y se que mi caracter no va a cambiar por estar en otro lugar, que no me convertire en el rey de las fiestas locas, pero En Valencia es mas sencillo estar con otra gente, conocer, encontrar….
Otra cosa que un poquito me para es la musica, porque despues de mucho tiempo por fin encontrè gente que me gusta para  realizar mi projecto… Pero las ganas de volver a mi CASA es mucha…
Doy las gracias a Fra, mi amiga, para recordarme cual es mi hogar de verdad.

A ver que pasa chicos….. a ver…..

DIRITTO ALL'ODIO

Io voglio essere libero di odiare.
 Le persone, le cose, gli animali, gli dei… Insomma so che fa male, provare odio intendo; so benissimo che sottende un irrisolto, che chi disprezza compra, ma la sua parte più istintiva ed animalesca è così gratificante! Poter vomitare tutta la propria miseria su qualcun altro! Magari odio è una parola troppo forte, possiamo usare altri termini come antipatia, astio, anche se odio, nelle sue accezioni più superficiali rende molto di più. Odio quel film, odio la mia collega, odio quella macchina, odio i miei vicini, odio quella cazzo di rana che pensa che la mia piscina sia lo stagno di qualche racconto fiabesco… Insomma il termine rende….
Ci sono quelle persone che ti urtano i nervi solo intravedendone la sagoma  in lontananza, quelle situazioni che vorresti evitare come le modelle i carboidrati …. Ahhhh, quanto mi faceva star meglio immaginare rocambolesche e drammatiche cadute per scalinate di superiori e colleghi di lavoro, improvvise sparizioni apparentemente nel nulla di parenti e famigliari….Ma a quanto pare, anche questa libertà mi è stata tolta.  A parte qualche raro caso in cui riesco ad accumulare un po’ di astio per la vicina che non mi smezza la bolletta dell’acqua, ogni volta che sono pronto per far eruttare il vulcano ed invadere di lava la superfice epidermica di qualcuno, lo vedo…. Si, come se all’immagine dell’odioso collega di lavoro, del vicino, dello zio, si sovrapponesse quello di un bambino in difficoltà, o una donna tradita, un ragazzo pieno di speranze disilluse… Insomma non riesco più ad odiare perché spesso comprendo ( o credo di farlo per lo meno) le ragioni del suo essere mostruosamente stronzo e antipatico.
Eddai, ma mi si toglie pure il sacrosanto diritto di inventare rituali voodo e di magia nera per calmare le fumanti meningi? E poi così non ci sono più quei bei tagli netti tra bene e male, cattivo e buono, insomma quei  fondamenti semplici ma decisi sul quale costruire il proprio personaggio.
E’ da qualche tempo che mi sta succedendo ma oggi c’è stato uno “step foward”.Un collega che ritengo un rompicoglioni a tradimento falso come i capelli di Berlusconi. Mi sta sulla punta del pennello e fondamentalmente lo evito. Oggi ha fatto uno dei suoi exploit  tra il razzista e il cumenda milanes . La cosa non era rivolta a me e quindi non ho proferito parola. Ma ho osservato ed ho visto, in lui per la prima volta, che quelle parole, quell’atteggiamento era come se non venissero da lui. E’ stata una situazione strana. Come quando guardi un Posto al Sole e sai che quei personaggi non sono veri, che stanno recitando una parte, oltretutto in modo pessimo. Oggi invece è come se, riflettendo sulla grettezza di questo mio collega, che tratta la gente come valvassini davanti all’imperatore, ho capito che si stava solo difendendo da un mondo a lui ostile. Insomma, stavo iniziando la mia sessione zen di accuse oltraggiose e giudizi pesantissimi (tutto nella mia mente ovvio, ma così squisitamente reale) quando ho visto, come in un flash back dei Griffin, questo ragazzo che ha sacrificato tanto per potersi laureare in tempi brevi in ingegneria qualcosa, avere grandi progetti, tutti i famigliari che magari dicevano “ah, chissà dove arriverai tu, primo ingegnere in famiglia!”per poi trovarsi a fare lo stesso lavoro di altri diplomati in un contesto mentalmente piatto e arido. E allora lui ha cercato di reagire, facendo capire, sicuramente in modo erroneo, che lui ha più cultura dei suoi colleghi; cerca di attirare l’attenzione con orrendi maglioncini attillati color fluo, trattando come sguattere colleghe e cercando di far sempre gruppetto con i manager pur essendo evidente che nel gruppo è solo un appendice esterna e poco estetica. Forse sognava di progettare razzi lunari e si è trovato a timbrare bolle. Povero lui no? Rimane il fatto che assodato questo lo evito comunque ma non riesco più a provare stizza ne suoi confronti, mi fa pena cazzo!
E’ da tanti anni che so che ciò che ti da fastidio di un'altra persona è un problema tuo. Quella persona, per quanto lontana anni luce possa sembrare da te (e soprattutto in questi casi), è solo uno specchio. Nient’altro. Assodato questo, ci credo, lo verifico, elaboro , accetto e vado oltre. Ma ciò non mi aveva mai portato nell’altro. Riconoscevo lo specchio, se poi quello stesso si fosse infranto in mille pezzi, la cosa non mi sfiorava minimamente. In questi giorni in generale, ma sopprattutto E mi fa pena, e mi dispiace per lui, e lo capisco, e quasi mi sta simpatico. Ovviamente fino alla volta successiva nella quale tratta me con sufficienza ovviamente. Ma poi si instaura di nuovo il meccanismo della compassione e tutta quell’energia creata dal giramento vorticoso dei miei coglioni sparisce nel nulla, lasciandomi floscio in palestra senza nulla di cui dovermi sfogare.
E mi sta capitando spesso nell’ambiente di lavoro, ma anche tra conoscenti, incontrare situazioni o atteggiamenti che oggettivamente meriterebbero una sentenza di morte istantanea, con un po’ di tortura alla Bolton, ed invece niente. Dietro a megere vedo bambine non ascoltate, dietro a milfone rifatte vedo ragazzine insicure, dietro a sbruffoni ingnoranti vedo un infanzia violenta e senza contenuti e… mi sento un po’ come il bambino del sesto senso che invece di vedere la gente morta, vede la gente senza quelle maschere di difesa che molti, forse tutti , utilizziamo per sopravvivere in un mondo che non permette debolezze, mancanze e soprattutto di onorare la propria storia, portando una testimonianza unica. Invece si aggirano vittime, orfani, abbandonati, rifiutati mostri che pur di avere un ruolo nella fiction annientano la propria verità.
Bella riflessione ritengo, ma lo stesso adesso ho un vuoto, un buco, un tassello mancante che per tanto tempo è stato chiave di volta del mio essere. …L’odio…. Come faccio a non riuscire ad odiare più mio padre ad esempio? Perché? Sembrava stessi così bene cancellandolo dalla faccia della mia terrra, spazzandolo via con un soffio gelido alla Superman, incenerendolo con un sguardo laser…. Ed invece in questi giorni sto riflettendo si, sul pessimo padre che sia, questo fuor di dubbio, ma soprattutto sul figlio che fu, sul padre che ebbe ed immagino una figura paterna mancante, distante …. E come fa un uomo ad essere un buon padre se non ne ha avuto uno ? In realtà in diversi modi, ma ciò non toglie che abbracciando la sua storia, probabilmente un giorno ( al momento lontanississsssssssssssisssssssimo) potrò e vorrò abbracciare anche lui…. Anche se lo vedrei volentieri un paio di giorni in ginocchio sui ceci…..

E così, rimango basito del mio lutto… Niente più piani malvagi per rimanere l’unico essere umano sulla terra? Chi lo sa. Sta di fatto che oggi, mi porto a casa una consapevolezza nuova, un risveglio se vogliamo, l’intuizione di una semplice verità.  Siamo come palle di creta plasmate da diverse mani; alcune ruvide e fredde altre calde ed accoglienti … Qualcuno ci ha fatto seccare quando dovevamo rimanere umide, altri ci hanno tagliuzzato e diviso quando dovevamo essere compatte, ma comunque pur essendo la materia prima la stessa, siamo frutto di troppo complessi processi per decidere chi sia una cattiva persona, chi ci stia altamente sul cazzo. Perché ogni gesto eccessivo è una richiesta d’aiuto, un meccanismo di difesa, un manifesto della propria capacità di vivere e scegliere una dimensione armoniosa dove non ci sia bisogno di indossare questi talvolta assurdi costumi di carnevale.i 

DOV'E' CASA MIA ?

Ho voglia di tornare a Valencia, a vivere... Così, un pensiero ronzante ma in sordina, si è trasformato in un'esigenza di ritorno ad uno stato (mentale, fisico e geografico) che mi era congeniale. Valencia. A far scaturire il tutto è stata la gradita visita di una cara amica, che come me si trasferì in Spagna nel 2008 ed ancora è felice di viverci. C'è stata una frase che ha detto che ha sprigionato una sinfonia di emozioni: "E' bello stare qui, ma dopo un pò ho voglia di tornare a casa."  A casa..
E qual'è il mio " a casa?" Pensavo fosse qui, tra i boschi besnatesi, vicino alla mia famiglia, agli amici di una vita, ma in questi ormai 3 anni sto scoprendo che la famiglia la gestisco meglio da lontano, che gli amici di una vita non li vedo poi più tanto, che abbiamo interessi ed impegni diversi.... Casa è stare con la persona che amo e Valencia è stato il nostro nido d'amore, il posto dove ho creato una famiglia mia, dove ho lottato e sono andato avanti tra battaglie e feste.
Ora mi guardo intorno ed ho il "posto fisso" del quale non me ne frega un cazzo, la casa con il giardino che non mi godo come avrei immaginato, 2 macchine e tante tante spese.... So perchè siamo voluti venire qui, ma ora quelle ragioni non esistono più e tutto sembra suggerirmi che questo non è il nostro posto, che la nostra casa è rimasta a 1200 km da dove sono adesso.
Cosa mi frena allora? Tornare a fare il cameriere a 36 anni... semplicemente questo... Non mi interessa della precarietà dei primi tempi o degli incartamenti burocratici necessari... Non mi interessa cambiare idea anche perchè forse avevamo bisogno di un distacco per renderci conto di quanto Valencia ha significato per me, per la mia storia e per la mia evoluzione personale.
Sono stato fortunatissimo ad incontrare quella città, ad essere accolto da quella gente e aver goduto di un'atmosfera nuova, eterogenea, calda.
E forse tutte le difficoltà di questi mesi, (difficoltà economiche) mi stanno suggerendo che qui non abbiamo trovato quella stabilità che ci ha spinto a lasciare la Spagna. Che si si lavora qui, ma si hanno più spese....
E può essere che questa mia voglia di non fare nulla, ( a parte lavorare, andare in palestra e cantare ovviamente) forse è dovuto al fatto che qui non c'è nulla che stimoli la mia energia ad attivarsi......
In fondo sono contento di questa sensazione, di questa fame di viaggio, di ritorno e cambiamento allo stesso tempo, perchè vuol dire che non sono uno zombie... Un essere camminante senza brama nè passioni...
Speravo qui di compenetrare le vite della gente a cui voglio bene ma mi accorgo che le loro strade non convergono con la mia, non c'è quella complicità di una volta. Ed è normale la cosa credo. Lontani per 5 anni, si prendono direzioni, si sceglie, si vivono esperienze e situazioni diverse dal vivere tutti nel raggio di 30 km.
Per cui ringrazio la mia amica Fra, che mi ha ricordato che CASA, al momento, è e rimane per me Valencia.
Olè tu!