venerdì 28 giugno 2013

IL MESSAGGIO OLTRE LO SPECCHIO

Non so bene come mi senta in questi giorni… forse l’altalena climatica che si trastulla tra caldo inteso, vento e aria di pioggia riflette in me con questi cambi di umore non catastrofici ma degni della mia attenzione.
Mi sento a volte, all'improvviso, come abbandonato a me stesso con voglia di contatto e di essere circondato, abbracciato. Mentre altre rifiuto qualsiasi tipo di avvicinamento altrui per rintanarmi nel mio divano.
I ritmi del lavoro e lo stress correlato influiscono abbastanza. Qui ho un nemico . E dato che riesce cosi’ tanto a influire sul mio umore come le fasi lunari sulle maree, merita ed esige il mio interesse e le mie energie. E’ una persona ambivalente che alterna momenti di apparente spensieratezza con altri di profondo nervosismo che è capace di spargere intorno a lui come lo straripamento di un fiume le cui acque turbolente invadono tutto il territorio circostante senza preoccuparsi dei possibili danni.
Superata la prima fase di rifiuto, non volendo vedere ciò che lui specchiasse di me , bruciando calorie in roghi di rabbia interiore , ho incominciato ad esserne affascinato. Chi è questo personaggio che tanto riesce ad entrare e "ravanare" la mia stabilità emotiva? Dove ci siamo incontrati? Cos’ha da insegnarmi? Sono tutti misteri al momento ma sono curioso ed ho voglia di “imparare la lezione” prima di passare oltre. Mi infastidisce, mi martella, mi fa accelerare il battito cardiaco, mi usa e mi giudica. Che faccia anche io così con qualcuno e non me ne renda conto? Che la sua non curanza per il benestare altrui, o più semplicemente l’altrui "stare sereno", non sia altro che un immagine di un mio modo d’essere, magari più celato ma ugualmente dannoso per me e per gli altri? Incomincio a credere che sia sulla strada buona anche perché, nel momento che faccio mio il suo atteggiamento che tanto mi manda in ebollizione, perdo questa voglia irrefrenabile di spaccargli un tubo di acciao sulla schiena….
E' rientrata anche  la musica nella mia vita…..Che gioia! Avevo rimosso quanto cantare mi trasformi, mi alleggerisca, mi alzi verso il cielo e mi faccia volare…. E’ un ritorno più cosciente, con più presenza di spirito non solo verso l’esecuzione tecnica di un pezzo ma soprattutto verso l’emozione, lo stato di trance quasi mistico che cantare mi da. Mi trasformo in note, in aria … perdo i miei confini e sono messaggio, tramite, conduttore tra qualcosa di divino ed il mondo. Lo so che possa sembrare "new age"e forse arrogante, ma veramente percepisco uno svuotamento cosciente ed un riempimento che arriva da un'altra parte. E’ bellissimo e mi sento fortunatissimo avere questa possibilità di esprimermi e di connettermi con il mondo spirituale. Non ho altra spiegazione: cantare è il mio modo di parlare con Dio, qualunque esso sia.
La cosa ha anche il suo lato oscuro. Vivo la frustrazione di non poter fare quello che voglio, perché, pur avendo la fortuna di essere accompagnato da un caro amico e ottimo musicista a mio modesto avviso, ho sempre l’esigenza di quagliare in fretta. Scegliere una canzone da fare, studiarla subito e subito proporla. Ciò è si può gestire come un’ altra occasione per accarezzare e rassicurare il mio bambino interiore che se non ha tutto subito non lo vuole più!

 Invece vivere tra e con gli altri, condividere passioni ed emozioni, significa rispettarne i tempi, essere capaci di rielaborare i propri progetti e come sempre AZZERARE ASPETTATIVE…Mi rendo giusto conto mentre scrivo che spesso, do più sfogo a questo bambino che grida al mondo e si stizzisce con persone che più amo…… Poveri…
E forse il mio nemico al lavoro ha anche lui questo bambino che sbraita e grida…. Forse è proprio questo il messaggio oltre allo specchio,ciò che posso osservare, riconoscere e magari cullare per far si che si calmi….
Mi piace la vita, perché può essere vissuta in così tante forme e maniere… Mi piace la completa libertà che abbiamo di gestire tutto ciò che ci accade e ci circonda. Poter cambiare i colori e le sfumature  giocare con le prospettive e le inquadrature …. Amo questa vita anche se ancora non so usare gli strumenti per viverla appieno .

MIDDLEAGE

Mi sono reso conto ieri, durante una gitarella tra le verdi zone montagnose limitrofe la cittadina in cui vivo, che adoro esplorare.

Camminare, addentrarsi, scoprire, e raggiungere alture, contemplare dipinti, perdersi in viste mozzafiato e in sogni di storie e leggende.
Si perché l’esplorazione storica mi affascina moltissimo. Giusto ieri, con il pretesto di una coppia di amici che erano qui per il week end, siamo andati a visitare la Rocca Borromeo o meglio conosciuta come Rocca d’Angera. Un castellino, un palazzetto o una rocca per l’appunto che non ha nulla di particolarmente sfarzoso o possente come molti castelli ed affini dell’ epoca medioevale ma mi è sembrato un posto lontano e magico.

Solo varcando la soglia dell ‘etrata, sfiorando con la mano quelle pietre che più o meno sono le stesse del XIII secolo nel quale sono state costruite, mi ha dato una vibrazione fantastica.
Sarà la mia scimmia con il romanzo storico, le serie televisive storiche, i film storici, ma, percorrendo corridoi e salendo scale, la mia immaginazione ha incominciato a viaggiare a velocità ultrasonica facendo sfrecciare davanti ai miei occhi servi affannati che cavalcavano a più non posso per l’acciotolato sperando di non essere presi di mira da nessun brigante lungo il cammino attraverso il quale dovevano consegnare un messaggio ad un altro signore. Donzelle passeggiando svogliate nel piccolo giardino con abiti dalle complesse costure e lo sguardo perso al lago come metafora di libertà o lo svolgersi di festini opulenti e selvaggi in quelle sale enormi, nelle quali si respira la storia del tavolone di legno, delle scomode ma possenti poltrone che mi parlano di altrettanti scomodi e possenti signori, i balli, i vestiti, i dipinti illuminati da migliaia di candele…. 
E si Adoro l’olio su tela, il fondo scuro, la precisione con cui si piega un velluto sul corpo di una signora o lo sguardo impaurito di un colpevole nel momento della sentenza.
E poi le torri, le scale che scricchiolano come le mie gambe più mi spingo in alto, fino ad arrivare a piccole stanze circolari dove rivedo ragazzine rinchiuse che guardano dalla finestra il regno di un padre che non le lascerà mai la libertà di sposare il figlio dello stalliere….
Che bello!!!! Per poi non parlare di percorsi alternativi a quelli ampiamente illuminati e saggiamente indicati come quasi a GRIDARE “EHI EHI , DI QUI , DI QUA … NO NON DI LA DOVE C’è QUELLA SCALINATA OSCURA CHE SI CONTORCE VERSO MISTERIOSE CRIPTE E PASSAGGI……. Peccato che la maggior parte delle volte tutte queste esplorazioni alternative siano efficacemente chiuse da grandi cancelli o da porte sprangate, se non da recente ed orribile colata di cemento.
Si, ho un’attrazione fortissima verso il medioevo, quello oscuro, quello dove si poteva sgozzare qualcuno perché ti aveva risposto male, dove si bruciavano le streghe solo perché magari sapevano preparare un’infusione che calmava la tosse. Non che sia sadico o truce ma mi attira quel periodo dove c’era tanta libertà che si invadeva senza problemi quella dell’altro. Era un epoca selvaggia, ma forse meno indirizzata e costretta. Comunque non voglio dare un giudizio e non voglio fare comparazioni, sta di fatto che ne sono profondamente attratto.
Forse in una vita precedente ero un fuorilegge, o un signorotto obeso sadico e annoiato, o un vescovo senza scrupoli per raggiungere potere politico, o una dolce fanciulla  che sognava avventure ed un cavaliere senza macchia e paura……. 
Ma le guglie, le torri, le scalinate, le scale a chiocciola intagliate nella pietra che sembra si rigirino su se stesse mi fanno viaggiare  un sacco , mi spingono con decisione in un passato che chissà è solo nella mia immaginazione o nell’eco dei miei vissuti precedenti.

giovedì 6 giugno 2013

IL TERZO OCCHIO

Finalmente con l'arrivo di Internet in casa, posso di nuovo spassarmela con il mio blog... Sono al momento catapultato nel frenetico mondo dello scarica, vedi, cerca, cancella, sincronizza, etc.azioni  proprie del mondo multimediale, per me essenziale nella vita quotidiana. Curiosa dicotomia tra due universi che mi interessano.... la tecnologia, figlia di un materialismo individualista e l'antroposofia, figlia di una comunione spirituale.
La prima, che attraverso una globalizzazione virtuale tende ad isolare il singolo e renderlo sempre meno consapevole di sè stesso, la seconda apparentemente basata su un'individuale e personalissima ricerca spirituale ma in realtà volta ad una vera e profonda comunione con l'altro, con gli altri, con l'umanità e l'universo intesi come un unico complesso e meraviglioso organismo.....
Curioso...

Sono giorni intensi di presenza ed assenza, di riflessioni, di riconciliazioni e di prove da superare senza avere mai la certezza di un esito positivo o negativo... Ma forse il punto non è questo.
Il sabato passato ho partecipato ad un seminario sulla biografia, sull'antroposofia ed ho conosciuto una persona interessante, traboccante di una saggezza che si riscopre nel proprio vissuto. Togliendo adorni, terminologia specifica, rimangono bellissime immagini, pensieri veri e vivi che rinvigoriscono la mente, ed ovviamente lo spirito.
Nonostante queste belle percezioni e sensazioni, mi sono sentito fuori luogo, anzi fuori tempo, come se stessi raggiungendo una meta che ancora non mi sono guadagnato. Il mio interesse per la biografia e l'antroposofia si basa su una sensazione di vuoto, una fame insaziabile che mi accompagna da tutta la vita. Ho attribuito questa mancanza, questa presenza di assenza, a molti aspetti della mia vita per poi ritrovarmi sempre in sua compagnia..... Ma come ben dice Anna, è proprio il malessere personale o riflesso da qualcun altro che ci permette di crescere, di osare di indagare noi stessi e, se ci riusciamo, di evolvere. E quindi ringrazio questo roditore interiore, che tra graffi e morsi mi permette di non stare mai comodo, di intuire che il mio scopo sia quello di raggiungere una maggiore consapevolezza della mia vita, del mio essere e del mio posto nel mondo.

C'è un'immagine, tra le tante trasmesse quasi per osmosi da Anna che mi ha colpito.

Per scoprire quale sia il mio talento, la quale esplicazione probabilmente sarebbe cibo ambito dal mio roditore, devo osare, rubare il fuoco agli dei come fece Prometeo e poi aspettare la risposta del cosmo per sapere come utilizzarlo non solo per me ma per il mondo intero. E forse questa mia ambivalenza, questo mio essere affascinato dai labirinti mentali e fisici tanto divulgati dalla nostra società odierna mi permette di capire alcuni meccanismi e di poterli smontare più facilmente, magari per poterlo insegnare anche a qualcun altro.

Il rendermi conto così chiaramente di non essere al mio posto, quel giorno durante il seminario, seppure incantato dalla loquacità e capacità di Anna di trasmettere e condividere, mi ha gridato chi sono e dove sono in questo momento e dove voglio esercitare le mie energie, la mia creatività ed i miei limiti. E' stato come fare un viaggio interstellare, lontanissimo dal mio appartamento, dalla mia realtà piccola ma ricca, dal mio amore e seppi, anche attraverso di piccoli segnali, che ancora non era il mio momento.
E' difficile da spiegare con semplici parole, ma è come se anche Anna parlando di amore, di presa di coscienza di condivisione, mi stesse dicendo va, noi ci rivedremo.

Probabilmente ho perso un'occasione, anche se ho la sensazione confortante di averla rimandata per non perderne un'altra che, se non vissuta adesso, si la avrei persa forse per sempre. Ovviamente non c'è mai certezza nelle sensazioni, nell' intuizione, ma ho deciso di affidarmi a loro. Forse non mi sento ancora pronto per sopportare il peso del mio destino, forse, come il più classico cammino dell 'eroe di miti e favole, prima di accettarlo, ho bisogno di duro allenamento per essere in grado poi di ricevere in pieno e con presenza ciò che il mio sè ha predisposto per me ed i suoi doni.

Ho voglia di continuare ad indagare questo oceano infinito che è per me l'antroposofia, questo cammino di risveglio spirituale che ora so non è solo personale ma anche dell'umanità tutta. L'effetto farfalla mi da ancora più energia per inoltrarmi sempre di più in queste acque della conoscenza e consapevolezza. Ma nuotando tranquillamente, senza immersioni profonde che possono far perdere il senso della direzione. Anche i sommozzatori più abili fanno pause durante l'immersione e la risalita per non rischiare scompensi di pressione. Ed è per questo che mi sono fermato perchè , per quanto piacevole ed interessante, mi sono visto in caduta libera invece di scivolare lentamente facendomi accarezzare dalla brezza. E' stata anche una scelta, quella di non completare il seminario, dettata da una voglia di condividere adesso quello che so, quello che sento e quello che sto sperimentando accompagnato dalle persone che amo.

E se ciò vuol dire non dedicarmi completamente allo studio della materia, a concedere pause, a stare con altri e non essere, per il momento, magari solo, va bene. Quello che mi porto a casa è un terzo occhio, una nuova e allo stesso tempo così profondamente ed atavica umana prospettiva per poter vivere la mia vita, ciò che mi circonda attraverso la biografia. Non sono pronto per teorie, adesso sento l'esigenza di fare, di mettere in pratica il poco che ho percepito e fatto mio e continuare ad aggiungere tasselli a questo fantastico puzzle che è la vita. La conoscenza porta un distacco prima e poi forse una comunione per gli spiriti più evoluti... Ma adesso che sto gioendo della condivisione, della partecipazione con e della mia famiglia, voglio stare qui..... Non voglio ancora volare, pur sapendo che tutti potremmo farlo, ma accompagnare e camminare, forse un pò più leggeri, con le persone che tanto amo.

Durante la giornata con Anna abbiamo fato un esercizio bellissimo, a mio modesto parere, ed è stato questo anche che mi è mancato... Sono più predisposto a giocare che ad ascoltare più o meno passivamente in questo momento.
Ognuno di noi ha pescato una parola ( interessantissimo riflettere poi sulle parole che sono capitate a chi) e poi, basandoci su questa parola, dovevamo scrivere qualcosa che ci riguardasse.
Io pescai la parola CUSTODE. Stavo aspettando di trovare parole come ORFANO, SPERDUTO, SOLITARIO o comunque qualcosa che evidenziasse qualcuno dei tanti lati oscuri ( in quanto non ancora inondati di luce) del mio essere. Ed invece rimasi basito davanti a questa parola che mai avrei pensato nei miei confronti. Ma nulla è per caso, soprattutto quando c'è Anna di mezzo. Custode di chi? di cosa? Io intendo custode come qualcuno che si mette da parte per qualcun altro, o qualcos'altro, un non mettersi al centro del mondo come mi sono sempre dipinto io. Ma non è poi per questo che sono tornato dalle mie avventure spagnole? Per riconquistare e custodire l'amore che provo per la mia famiglia o per affermare quello per il mio compagno? E si, dopo lunghe riflessioni, si , mi sento custode di un amore, che assumendo diverse forme, ho sempre rifiutato, allontanato. E questo è ciò che ho creato:

Cercare il custode, per poter essere, custodire e depositare l'amore.
Incontrare senza possedere.Osservare e gioire per quel che c'è, per il reale.
Scorgere un angelo tra le parole, tra gli sguardi assaporare il calore del cuore. 
Significa a volte lasciar scorrere ed altre accarezzare.
Mai afferrare, costringere o incarcerare.
Sentirne il suono, percepirne il colore attraverso ciò che ci è dato, senza proiettare.
CUrioso è l'essere nel partecipare ad un collettivo divenire.
STanca la mente con il troppo pensare. Voglio cogliere e non sezionare.
ODE al mio custode, ancora invisibile, ma che volte posso intuire. 


E queste righe un pò riassumono la mia esperienza, la mia toccata e fuga di una giornata che è durata una vita intera .
E con il mio terzo occhio, che ancora non vede bene, che a volte si chiude ed altre fa male per la troppa luce elaboro, vivo o semplicemente osservo la mia vita.

IL TERZO OCCHIO

Finalmente con l'arrivo di Internet in casa, posso di nuovo spassarmela con il mio blog... Sono al momento catapultato nel frenetico mondo dello scarica, vedi, cerca, cancella, sincronizza, etc.azioni  proprie del mondo multimediale, per me essenziale nella vita quotidiana. Curiosa dicotomia tra due universi che mi interessano.... la tecnologia, figlia di un materialismo individualista e l'antroposofia, figlia di una comunione spirituale.
La prima, che attraverso una globalizzazione virtuale tende ad isolare il singolo e renderlo sempre meno consapevole di sè stesso, la seconda apparentemente basata su un'individuale e personalissima ricerca spirituale ma in realtà volta ad una vera e profonda comunione con l'altro, con gli altri, con l'umanità e l'universo intesi come un unico complesso e meraviglioso organismo.....
Curioso...

Sono giorni intensi di presenza ed assenza, di riflessioni, di riconciliazioni e di prove da superare senza avere mai la certezza di un esito positivo o negativo... Ma forse il punto non è questo.
Il sabato passato ho partecipato ad un seminario sulla biografia, sull'antroposofia ed ho conosciuto una persona interessante, traboccante di una saggezza che si riscopre nel proprio vissuto. Togliendo adorni, terminologia specifica, rimangono bellissime immagini, pensieri veri e vivi che rinvigoriscono la mente, ed ovviamente lo spirito.
Nonostante queste belle percezioni e sensazioni, mi sono sentito fuori luogo, anzi fuori tempo, come se stessi raggiungendo una meta che ancora non mi sono guadagnato. Il mio interesse per la biografia e l'antroposofia si basa su una sensazione di vuoto, una fame insaziabile che mi accompagna da tutta la vita. Ho attribuito questa mancanza, questa presenza di assenza, a molti aspetti della mia vita per poi ritrovarmi sempre in sua compagnia..... Ma come ben dice Anna, è proprio il malessere personale o riflesso da qualcun altro che ci permette di crescere, di osare di indagare noi stessi e, se ci riusciamo, di evolvere. E quindi ringrazio questo roditore interiore, che tra graffi e morsi mi permette di non stare mai comodo, di intuire che il mio scopo sia quello di raggiungere una maggiore consapevolezza della mia vita, del mio essere e del mio posto nel mondo.

C'è un'immagine, tra le tante trasmesse quasi per osmosi da Anna che mi ha colpito.

Per scoprire quale sia il mio talento, la quale esplicazione probabilmente sarebbe cibo ambito dal mio roditore, devo osare, rubare il fuoco agli dei come fece Prometeo e poi aspettare la risposta del cosmo per sapere come utilizzarlo non solo per me ma per il mondo intero. E forse questa mia ambivalenza, questo mio essere affascinato dai labirinti mentali e fisici tanto divulgati dalla nostra società odierna mi permette di capire alcuni meccanismi e di poterli smontare più facilmente, magari per poterlo insegnare anche a qualcun altro.

Il rendermi conto così chiaramente di non essere al mio posto, quel giorno durante il seminario, seppure incantato dalla loquacità e capacità di Anna di trasmettere e condividere, mi ha gridato chi sono e dove sono in questo momento e dove voglio esercitare le mie energie, la mia creatività ed i miei limiti. E' stato come fare un viaggio interstellare, lontanissimo dal mio appartamento, dalla mia realtà piccola ma ricca, dal mio amore e seppi, anche attraverso di piccoli segnali, che ancora non era il mio momento.
E' difficile da spiegare con semplici parole, ma è come se anche Anna parlando di amore, di presa di coscienza di condivisione, mi stesse dicendo va, noi ci rivedremo.

Probabilmente ho perso un'occasione, anche se ho la sensazione confortante di averla rimandata per non perderne un'altra che, se non vissuta adesso, si la avrei persa forse per sempre. Ovviamente non c'è mai certezza nelle sensazioni, nell' intuizione, ma ho deciso di affidarmi a loro. Forse non mi sento ancora pronto per sopportare il peso del mio destino, forse, come il più classico cammino dell 'eroe di miti e favole, prima di accettarlo, ho bisogno di duro allenamento per essere in grado poi di ricevere in pieno e con presenza ciò che il mio sè ha predisposto per me ed i suoi doni.

Ho voglia di continuare ad indagare questo oceano infinito che è per me l'antroposofia, questo cammino di risveglio spirituale che ora so non è solo personale ma anche dell'umanità tutta. L'effetto farfalla mi da ancora più energia per inoltrarmi sempre di più in queste acque della conoscenza e consapevolezza. Ma nuotando tranquillamente, senza immersioni profonde che possono far perdere il senso della direzione. Anche i sommozzatori più abili fanno pause durante l'immersione e la risalita per non rischiare scompensi di pressione. Ed è per questo che mi sono fermato perchè , per quanto piacevole ed interessante, mi sono visto in caduta libera invece di scivolare lentamente facendomi accarezzare dalla brezza. E' stata anche una scelta, quella di non completare il seminario, dettata da una voglia di condividere adesso quello che so, quello che sento e quello che sto sperimentando accompagnato dalle persone che amo.

E se ciò vuol dire non dedicarmi completamente allo studio della materia, a concedere pause, a stare con altri e non essere, per il momento, magari solo, va bene. Quello che mi porto a casa è un terzo occhio, una nuova e allo stesso tempo così profondamente ed atavica umana prospettiva per poter vivere la mia vita, ciò che mi circonda attraverso la biografia. Non sono pronto per teorie, adesso sento l'esigenza di fare, di mettere in pratica il poco che ho percepito e fatto mio e continuare ad aggiungere tasselli a questo fantastico puzzle che è la vita. La conoscenza porta un distacco prima e poi forse una comunione per gli spiriti più evoluti... Ma adesso che sto gioendo della condivisione, della partecipazione con e della mia famiglia, voglio stare qui..... Non voglio ancora volare, pur sapendo che tutti potremmo farlo, ma accompagnare e camminare, forse un pò più leggeri, con le persone che tanto amo.

Durante la giornata con Anna abbiamo fato un esercizio bellissimo, a mio modesto parere, ed è stato questo anche che mi è mancato... Sono più predisposto a giocare che ad ascoltare più o meno passivamente in questo momento.
Ognuno di noi ha pescato una parola ( interessantissimo riflettere poi sulle parole che sono capitate a chi) e poi, basandoci su questa parola, dovevamo scrivere qualcosa che ci riguardasse.
Io pescai la parola CUSTODE. Stavo aspettando di trovare parole come ORFANO, SPERDUTO, SOLITARIO o comunque qualcosa che evidenziasse qualcuno dei tanti lati oscuri ( in quanto non ancora inondati di luce) del mio essere. Ed invece rimasi basito davanti a questa parola che mai avrei pensato nei miei confronti. Ma nulla è per caso, soprattutto quando c'è Anna di mezzo. Custode di chi? di cosa? Io intendo custode come qualcuno che si mette da parte per qualcun altro, o qualcos'altro, un non mettersi al centro del mondo come mi sono sempre dipinto io. Ma non è poi per questo che sono tornato dalle mie avventure spagnole? Per riconquistare e custodire l'amore che provo per la mia famiglia o per affermare quello per il mio compagno? E si, dopo lunghe riflessioni, si , mi sento custode di un amore, che assumendo diverse forme, ho sempre rifiutato, allontanato. E questo è ciò che ho creato:

Cercare il custode, per poter essere, custodire e depositare l'amore.
Incontrare senza possedere.Osservare e gioire per quel che c'è, per il reale.
Scorgere un angelo tra le parole, tra gli sguardi assaporare il calore del cuore. 
Significa a volte lasciar scorrere ed altre accarezzare.
Mai afferrare, costringere o incarcerare.
Sentirne il suono, percepirne il colore attraverso ciò che ci è dato, senza proiettare.
CUrioso è l'essere nel partecipare ad un collettivo divenire.
STanca la mente con il troppo pensare. Voglio cogliere e non sezionare.
ODE al mio custode, ancora invisibile, ma che volte posso intuire. 


E queste righe un pò riassumono la mia esperienza, la mia toccata e fuga di una giornata che è durata una vita intera .
E con il mio terzo occhio, che ancora non vede bene, che a volte si chiude ed altre fa male per la troppa luce elaboro, vivo o semplicemente osservo la mia vita.