mercoledì 4 giugno 2014

Il mago in prigione

Il vuoto... Assenza scomoda che pervade credo, la maggior parte delle persone, ovviamente me compreso. A volte lo immagino come una palla nera al centro dello stomaco che, come un vortice, risucchia tutte le mie energie e la mia serenità.
Si manifesta attraverso un continuo senso di insoddisfazione, futilità nei confronti delle cose e delle situazioni della vita quotidiana... Insofferenza, nervosismo fino ad approdare alle melanconiche spiagge della desolazione .... 
Il vuoto ha la capacità di espandere il suo cerchio nero ed uscire dal mio corpo fino a diventare una seconda pelle, finissima, quasi invisibile, ma che mi allontana e separa dal resto del mondo. 
E' il compagno fastidioso che alle volte prende le sembianze di un piccolo gnomo deforme che mi suggerisce di abbandonarmi all'oblio, di lasciarmi andare, di non impormi limiti. Mi dice di riflettere sul fatto che le cose della vita normalmente vanno male, che nessuno sforzo è ripagato giustamente; che la felicità è di qualcun altro che io no, non posso immaginare di vivere in armonia. 
E allora andiamo insieme sempre più in basso, mi sussurra, cavalchiamo questo nero vuoto che vuoto non è.

Disagio... l'uomo è incline all'uso di sostanze sempre più varie che, o lo allontanino dal suo disagio, o che lo condizionino trasformandolo, apparentemente in qualcos'altro. Droghe, pastiglie, alcool, dipendenze varie che diventano false divinità in grado di dirigere la nostra vita, incapaci noi stessi di prenderne le redini.
L'uomo viaggia e si sposta per il mondo per fuggire da se stesso, per farsi ingannare da stupendi paesaggi che prima poi ritorneranno prigioni. 
L'uomo non ha scampo se non l'oblio... l'allontanarsi dal proprio io per crearne uno fittizio, comune a tanti. Un io che possa essere regolamentato, indirizzato, condizionato, globalizzato. Ed è qui che entra in gioco la materia, il capitalismo il consumismo. Trasponendo le nostre carenze in oggetti che sono facili da acquisire, riviviamo per un momento l'allegoria del riempimento. Ci illudiamo, poveri stolti, che quell'oggetto possa essere inglobato nel nostro io e saziare il vuoto. Ma il vuoto non si può nutrire di materia, non si sazia di oggetti, ma al contrario si espande con essi e diventa sempre più insaziabile. 

Purtroppo o per fortuna, il vuoto si può riempire solo con Amore, per noi stessi e per gli altri. Amore inteso come consapevolezza e conoscenza della natura umana, rispetto per la propria vita e quella degli altri. Amore che ci rende oracoli di noi stessi, saggi, veggenti; maghi così potenti da poter trasformare il vuoto in pienezza di vita, in gioia, in energia che ci rimetta in contatto con l'universo... Magia che possa trasformare la disperazione in equilibrio.

E a meno che non si abbia la benchè minima percezione di tutto ciò, a meno che non si identifichi il vuoto stesso con la vita come fa la stragrande maggioranza delle persone o, al contrario, non si sia già abili maghi, non si può vivere bene. Io stesso riconosco il mio vuoto ma ne sono comunque schiavo. Sono prigioniero riconoscendo le sbarre e la pietra fredda della mia prigione, cosciente incarcerato da me stesso. 
E mi chiedo " ma perchè esiste questo mostro dentro me? Questo magma nero che si trasforma in petrolio per trascinarmi a fondo ogni qualvolta perda il contatto?" . Pensavo un tempo e spero ancora ogni tanto esista un Dio stupido e maligno ... un dio bambino capriccioso che si diverte nel vedere i poveri umani destreggiarsi in un circo di sofferenza e difficoltà.
Invece no, ovviamente troppo comodo demandare..... Il mio vuoto esiste per mettermi alla prova, per evolvere, per non chiudere gli occhi o per non tapparmeli con la materia, per riappropriarmi di quella divinità completamente umana che ho deciso perdere incarnandomi. 

E dovrei essere grato per questo dono: poter riconoscere l'ostacolo come possibilità, e la difficoltà come sforzo necessario per poter gioire della conquista. Ma quante volte penso: beata ignoranza! Quante volte osservo gli ignari mezzi uomini che sfamano il proprio mostriciattolo con vestiti e tonnellate di cibo plasticoso, che sorridono beati accarezzando il volante di un auto nuova, che splendono nelle loro abbronzature artificiali dopo essere stati in artificiali paradisi naturali. 
Adesso mi sento prigioniero più che mai e non so come riconquistare la libertà: ho una catena al collo e un bastone  in mano. Potrei dare potere al bastone per spezzare la catena e camminare libero o semplicemente potrei  incidere il legno con una tacca per ogni maledetto giorno passato nella mia personalissima cella....

sabato 29 marzo 2014

SPERIAMO CHE MISERY SIA MORTA

Eccomi giunto alla fine del terzo mese di quest’anno iniziato come sempre senza soldi, senza grandi prospettive lavorative e con la fantastica aggiunta della GAMBA AMMALATA…

Ebbene si, dopo aver trascurato per un anno e mezzo un dolore alla zampa sinistra, mi ritrovo ora, a dover sottopormi ad un operazione di bypass all'arto…. Si il 2014 è iniziato all'insegna degli ospedali e dei maledetti aghi... Tutto quello che non ho fatto in 30 anni, si è condensato in questi 3 mesi. E sono spaventato per diverse ragioni:
Sono stato solo una notte in ospedale tre settimane fa e mi è sembrata un eternità… adesso dovrò starci almeno una settimana, più probabile 10 giorni. Terrore, terrore puro..... L’ospedale, come gli aeroporti, è uno di quei luoghi dove il tempo sembra non passi. Sfidando le leggi della fisica, Chronos “S-ciabatta” allegramente fottendosene delle lancette degli orologi, dei numeri digitali e dei telefonini….Un limbo di bianco, grigio e odore di sterilizzato... E' come mi immagino il purgartorio cattolico …
Speriamo di non finirci... meglio l'inferno...

E quindi sono in PRE- OPERAZIONE ed in PRE- ANSIA, anzi in ansia ci sono già!
E' ovvio che temo anche l’intervento in sé , l’anestesia totale che rimanda ad una completa perdita di coscienza dove chissà quali mostruosità possano entrare in contatto con il mio spirito, ma, terra terra, ciò che mi “smarona” completamente è la DEGENZA… Mi porterò tonnellate di film, vagonate di serie tv e sacchi di libri , ma so già che tra dolori, posizioni scomode, morenti nel letto di fianco, l’odore di attesa di morte che aleggia, l’indifferenza del personale che entra nella tua intimità e la manipola come fossi suo figlio neonato, rimarrò per molto tempo a fissare il soffito bianco basito…….

Questo viaggio nella sanità italiana, questo tour de force, mi ha confermato idee che erano già profondamente radicate in me. E' tutto sbagliato... l'approccio al paziente, i metodi invasivi e l'indifferenza da macellai dei medici, che ti trattano come una tagliata di manzo e non come un essere umano. Non si indaga sulla causa ma si cerca di curare un sintomo il più velocemente possibile e se nel viaggio dobbiamo infilzarti mille volte le vene per provare delle cose o se dobbiamo esondarti di liquidi chimici, bhè, caro mio, è la prassi....
Ma i pochi percorsi alternativi sono sentierini di montagna nascosti in foreste di pini ed abeti e solo chi veramente vuole ed ha l attrezzatura adatta ( tanto cash) può permettersi un esplorazione. E poi quando si parla di circolazione, io mi cago letteralmente IN MUTANDAM. Hai voglia di lavorare sui traumi infantili, a seguire una dieta a base di prodotti non raffinati mentre ti muore una gamba dal ginocchio in giù...

Oltre il danno la beffa.... Ovviamente, non mi hanno rinnovato il contratto di lavoro dovuto alle assenze per gli innumerevoli esami del sangue, tac con liquido di contrasto, eco doppler etc. Ed anche questo, seppur comprendo le ragioni di un azienda che mi conosce da 3 mesi, è conseguenza di questo sistema sociale davvero senza senso... Io sto male e tu mi lasci in mezzo ad una strada? La mia situazione ovviamente non è di quelle peggiori però se trasponiamo questo concetto ad altri casi, ci si rende conto che, mantenendo queste leggi, queste regole e queste logiche spartane, non arriveremo molto lontano.

Il mio ragazzo mi ha suggerito di vedere il mio soggiorno ospedaliero come una vacanza… Si un fantastica crociera sulla “insulina ship”, con fantastiche padelle in acciao per cagare e simpaticissimi pappagalli per pisciare che si possono comodamente riporre, pieni di urina, di fianco al tuo letto..... un'avventura in una giungla di vecchi urlanti , infermiere che dallo sguardo ti dicono “Vorrei essere in qualsiasi altro posto ma non qui con te”, dottori che ti aprono mentre parlano delle vacanze e un' esperienza sensoriale tra gli odori di malattia e disinfettante che ti circondano e penetrano senza consenso….




E poi c'è l'infermiera del turno di notte.... Misery non deve morire, avete presente ? Ecco è lei però ancora più incazzata perchè non ha il suo scrittore da torturare... In compenso un reparto pieno di pazienti... La notte che passai in ospedale, stavo giusto riuscendo ad addormentarmi quando entrò Kathy Bates come un uragano: tra imprecazioni varie, accese la luce e infilò un pover uomo novantenne che si era appena spaccato qualcosa.. Oltretutto quando questo povero essere rinsecchito si lamentò dei dolori, la pazza gli disse : “faccia silenzio che c'è un altro signore che dorme!”. Ma stai male ????? La notte passò con Misery che camminava avanti e indietro ( sempre imprecando come fosse al porto) lamentandosi al telefono o litigando con qualche collega....

Speriamo che sia in vacanza quando torno o che lo scrittore si sia liberato e l'abbia uccisa...
Però devo dire che mi ha rallegrato un pò la notte... Che ghignate quando sclerava con una collega mentre spingevano un lettino con una povera signora....

Quindi a rallegrare le mie giornate e a portare sole nella mia mente ci sono: attesa per l'operazione sperando che poi chiuda questa via crucis, necessità di cercare un lavoro non appena mi ristabilisca, impossibilità di poter tornare a correre, dispiacere e dolore per mio fratello che è anche lui in vacanza da una vita in ospedale....
Insomma, evidentemente il cosmo mi sta gridando qualcosa ma io ancora non ci capisco un cazzo… Ho una mia teoria sulla gamba malata, ma non ne sono sicuro. Mio grande nemico morale è sempre stato il fumo…
Ho sempre fumato con un gran senso di colpa essendo anche una persona sportiva ed un cantante … Questo problema mi ha convinto a smettere e punto. E’ passato un mese ma ancora non ne sono orgoglioso….
Non so come reagire a tutto ciò, dove trovare il dizionario per poter capire ed interpretare i messaggi del mio corpo e del mio spirito ma ho deciso perlomeno di arrendermi….


Padre fai di me ciò che vuoi come disse il primo hippie della storia… E che sia padre, madre, trans o un elefante con la testa di un lupo anch’io dico e grido FAI DI ME CIO' CHE VUOI….
Non voglio perdere tempo e quel poco buon umore che mi rimane maledicendo divinità e chiedendo perché proprio a me ? anche se questa domanda, se girata in maniera positiva, potrebbe essere risolutiva.
Ma non ho gli strumenti per indagare e spero che questa situazione mi convinca, come per il fumo, a trovare una persona che possa guidarmi nel labirinto della mia esistenza….

Ma c’è una nota positiva in tutto ciò… Ad alleggerire i fardelli che mi sto portando dietro ogni giorno è arrivato un vecchio gioiellino che tanta gioia diede a me a ad alcuni amici….
Per il decimo anniversario credo è uscita una copia rimasterizzata del gioco di ruolo fantasy più bello in assoluto FINAL FANTASY X … ovviamente comprato subito il giorno del lancio, con mega-guida per riscoprire e ri-esplorare il fantastico mondo di Spira dove volentieri mi farei una vacanza…. E rincontrare i protagonisti di questa avventura mi emoziona….
Ovviamente non posso che riflettere sul tempismo… proprio in questo periodo diciamo pure MERDOSAMENTE CURIOSO ritorna una bolla di serenità e di buoni ricordi che mi coccola …..


E seguendo la regola dell 'abbandono, tra una partita ed un turpiloquio perchè i miei nervi sono sempre in alta tensione,  ripeto il mantra cercando la calma:

Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscerne la differenza
Ovviamente ad ognuno il suo Dio... 

E buona calma a tutti..... 

lunedì 6 gennaio 2014

LO ZEN E L'ARTE DI DISFARE L'ALBERO DI NATALE.

Smontando gli addobbi natalizi mi prendo un momento di riflessione. Aspettavo da giorni l'occasione di parlarmi, di affrontare il tanto temuto bilancio di fine anno.
Togliere palline, nastrini colorati, cappelli natalizi e cartoline ha innescato un meccanismo autoriflessivo tipo lo zen e l'arte di riparare le motociclette.
Lo sto facendo con calma, senza la mia solita fretta di finire qualcosa, prendendomi cura di riporre tutto in modo ordinato per dare valore a queste feste appena finite.
Ogni decorazione è un momento vissuto, la rielaborazione di situazioni che si ripetono negli anni sempre con qualche piccola differente sfumatura.
Ma stavolta sorrido nel rivedere le mie mancanze, le mie ripetute cadute, perchè, volente o nolente sono parte di me. Riponendo ordinatamente tutto in questo scatolone è come se mi guardassi dentro.... Non si butta via niente tutto fa parte del mio Natale. Palline vecchie, rotte, scrostate accanto a quelle appena comprate come spunto per capire che sono un insieme di aspetti alcuni anacronistici, altri obsoleti ed altri ancora splendenti e colorati.

Di nuovo in Italia dopo quasi 5 anni, godendo delle amicizie e famiglia, lasciando una parte del mio cuore e del mio affetto che si propaga verso quegli amici lontani che a volte mi mancano tantissimo.
Momento di tirare le somme di un anno ma stavolta non voglio prendermi in giro. Niente nuovi propositi se non quello di accettarmi finalmente con i miei 33 anni, la perdita dei capelli, la mia indolenza, il mio egoismo, la mia incapacità di essere un perfezionista, il mio essere a volte scostante e la mia creatività, la mia voglia di conoscere, il mio amare imperfetto ma non per questo meno vero .... Voglio depositare senza ripudiare i sogni di ciò che vorrei essere in un ipotetico mondo con un altro Ivano.... e forse in un mondo parallelo quell'Ivano esiste anche. Ma sento che ho perso troppo tempo ad osservare quell'altro me stesso senza sperando di diventare come lui e odiandomi per non riuscirci......

E' arrivato il momento, mi auguro, di essere Ivano, qui ed adesso, nel bene e nel male.
Ciò che auspico per quest'anno è abbracciarmi accogliendo le mie mancanze, i miei errori, le mie limitazioni come parti integranti di un essere imperfetto ma unico a modo suo.
Deluderò persone che hanno aspettative su di me, non farò quello che alcuni si aspettano o ritengono essere giusto per me.

Voglio onorare questo essere che si è fatto strada come ha potuto.
Questo non vuol dire lasciarsi andare, giustificarsi assolutamente, anzi.... Per me significa concentrarmi su ciò che posso veramente fare evitando di disperdere energie per cose che, per quanto possibili e positive, non rientrano nelle mie possibilità.
Penso a tutte le attività che in un certo modo mi sono obbligato ad intraprendere, soprattutto tornando in Italia..... Situazioni che richiedono impegno e costanza che non riesco ad avere a meno che non sia profondamente convinto.
E penso con dolore alle persone che ho deluso, non perchè sia un incompetente ma semplicemente perchè facevo riferimento all'altro Ivano, quello che vive in un mondo dove sa fare tutto e tutto lo fa benissimo!!!
Sono pervaso da questa urgenza di soddisfare tutti sperando di soddisfare me stesso! Solo in questi ultimi giorni e soprattutto adesso che riordino i pensieri, mi accorgo che spesso mi sono complicato la vita pensando di essere diverso da ciò che sono.
E credo, ma non ne sono certo, che accettando tutte le mie mancanze e difetti, possa sfruttare appieno le mie potenzialità.
Quante delusioni, quanta fiducia persa davanti ad un fallimento di un progetto che in verità non mi interessava portare avanti.
Quante volte mi sono autopunito, rimproverato, mentalmente fustigato e crocefisso semplicemente perchè la mia attenzione era rivolta solo a ciò che non riesco o non voglio fare e non a quello che ho conquistato con impegno e perseveranza.
Sono curioso, mi piace spulciare, buttare il naso in tante cose senza necessariamente addentrarmi e possederle fino in fondo. Ma non so perchè c'è sempre quella scomoda presenza che mi rimprovera e mi giudica colpevole di non essere abbastanza perseverante.
Questa necessità di assolutismo e di perfezionismo mi insegue come un'ombra oscurando tutte le mie piccole conquiste se paragonate a ciò che potrei aver fatto.
E per quanto sia possibile di errore e difettoso ed incompleto ho voglia di darmi una pacca sulla spalla e dirmi bravo.
Ho un compagno da cinque anni e vi assicuro, che se un oracolo me lo avesse predetto tempo fa, gli avrei riso in faccia e me ne sarei andato dandogli del ciarlatano...
Ho ricucito, per quanto rozzamente, dei legami che pensavo si fossero lacerati per sempre, sono stato un buon amico in momenti difficili e per quanto a modo mio , non mi tiro indietro se c'è da dare una mano.
Ed è questo il punto: A MODO MIO.
Ho voglia di riscoprire la mia personale visione del mondo, i miei pesi e le mie misure esorcizzando questo utopico continuo e straziante paragone con qualcos'altro meglio.
Potrei essere un compagno migliore, un amico migliore, un cantante migliore, un lavoratore migliore, potrei gestire meglio il denaro, potrei curare di più la mia alimentazione e la mia forma fisica... insomma tutto quello che faccio lo potrei fare molto meglio...... E con questo mantra negativo spesso smetto completamente di fare perchè frustrato.
Non è forse il momento di ammettere che comunque faccio sono sento e vivo?????
Se non posso arrivare a 10, forse è il caso di accettare e godere del mio 5 e poi nel caso cercare di raggiungere il 6 ... passo per passo.....
Chiedo a me stesso, per quest'anno di coltivare le mie piccole pianticine anche se il orto è un pò raggrinzito e poco rigoglioso....... Per quanto pochi, i frutti saranno la giusta ricompensa per il mio lavoro.

Mi sono sempre immaginato come il migliore o il peggiore. La diva o la sguattera, bianco divino o nero infernale .....
Troppe volte mi sono allontanato da tutto e da tutti perchè non indossavo la veste del PERFETTO.
Adesso, spero, mi sento pronto per ammettere di avere limiti, che non necessariamente non precludono un'esplorazione personale anche se non assoluta.
Un pò come in un gioco della Playstation: ci sono games dove tu sei un personaggio che deve esplorare mondi immensi, fare una miriade di missioni principali e secondarie.
La maggior parte delle volte non finisco questi tipi di gioco perchè c'è troppo da fare ed io non sono in grado di FARLO TUTTO.
Bhè, da oggi, voglio imparare a fare quello che posso, godermi quel qualcosa che non è NIENTE senza stress e dannosi martirii.
Non so da dove provenga questa mia esigenza di essere perfetto, di eccellere su tutti i fronti in un campo o di rifiutare completamente la sfida.
La frustrazione che deriva dal non raggiungere una meta prefissata, spesso irraggiungibile se non nella mia mente, mi distoglie dal cammino comunque fatto, senza permettermi di cogliere piccole soddisfazioni al posto del grande trionfo finale.
Non sono un grande viaggiatore ma ho viaggiato;
Non sono un compagno facile ma amo con tutto me stesso sbagliando e aggiustando il tiro;
Non sono la nuova rivelazione musicale ma adoro cantare e voglio continuare a farlo dentro delle mie possibilità.
Non sono il MIGLIORE AMICO ma sono un amico speciale per qualcuno che mi vuole bene a prescindere.
Non voglio più avere paura di dire NO, questo non mi interessa per quanto mi gioverebbe o sarebbe meglio; voglio sforzare i miei limiti per qualcosa che sento valga la pena e non perchè è moralmente o socialmente corretto.

Ho il mio modo di stare al mondo.... Limitato, a volte scomodo per me e per gli altri; sono scostante quando le situazioni non mi appartengono, sono spesso solitario ed amo il silenzio.
Non voglio più che un difetto o una mancanza definiscano il mio essere.
Mi piacerebbe aprire il grandangolo, riuscire ad avere una vista più acuta e meno selettiva e godere finalmente, nel bene e nel male chi sono io.
Basta con obbligarmi ad essere chi non sono, voglio realizzare chi posso essere appieno anche se mediocre .
Voglio essere sincero con me stesso e ciò comporta sforzo e lavoro, attenzione e passione ............
Per cui che si fottano i buoni propositi, abolisco le frasi che iniziano con NON FARO' PIU' o  MI OBBLIGO A ... fare il possibile per esprimere i miei doni senza calpestarli alla minima increspatura e accettare i miei difetti cercando di smussare gli angoli più acuti nel caso mi diano fastidio.

Il mio pensiero colmo di affetto va alle tante persone che mi hanno accompagnato fino a qui. A quelle che non rivedrò più e quelle che tuttora mi accompagnano e quelle che incontrerò strada facendo.
Mi presento a me stesso: Ciao Ivano, benvenuto.......

Auguro a tutti di abbracciare se stessi nei propri limiti e nelle proprie potenzialità....
Siamo chi siamo e dove siamo per un motivo. Forse no ci è dato conoscerlo o forse si, ma vale la pena esserci dentro e fuori di noi per poter scrivere la nostra originalissima anche se imperfetta, storia....
Non ci sono finali felici, non c'è IL PERCORSO da seguire... ad ognuno è data una scintilla di unicità che, nel bene e nel male vale la pena alimentare.......

Buon 2014