AAA cercasi ispirazione. Dopo aver stipulato un accordo con
la Volontà per incominciare a scrivere dei racconti, sono alla disperata ma
soprattutto divertita ricerca di ispirazione. Così come sono ispirati i miei
blog (nel senso che nascono da un idea o un esperienza e poi vomitati fuori a getto tipo esorcista)
ho bisogno che anche un racconto sia ispirato.
Che si accenda quella luce, quel
lampo improvviso che indichi la
direzione da prendere. Il cammino poi si aggiusta passo dopo passo.
Sono emozionato, incuriosito, elettrizzato. Un po’ frustrato
perché ho incominciato 3 o 4 racconti ma nessuno mi apparteneva, nessuno era
ispirato. Il cosmo ancora non mi ha sussurrato all’orecchio la mia storia. Ma “chissene”
no? No ho fretta e questa apertura,
questo avere i sensi all’erta, pronto allo scatto come un giaguaro mi piace. Mi
piace molto.
Ora sono libero da pretese e aspettative: non mi interessa
scrivere un romanzo (mi piacerebbe un sacco ma al momento non ne sono in
grado), o scegliere un genere preciso. Non so ancora che tipo di scrittorie
sia. Voglio cogliere il mio personale punto di vista attraverso una storia che
non sia necessariamente personale.
Breve o lungo che sia, che tratti di persone o di animali,
di temi profondi o di leggerezze sono disponibile a tutto pur di scrivere con
onestà, impeto e intensità.
Da ieri è incominciata la caccia alla storia.
In palestra ad esempio, invece che perdermi nel jazz mentre sudo e impreco
contro il trainer che mi ha fatto la scheda, ascolto i discorsi delle signore
sul tappeto mentre camminano in salita e usano slang da giovani per sentirsi in
forma anche nel lessico; mi avvicino con non curanza ai finti maschi alpha che
guardandosi attraverso gli specchi parlano di figa e pastiglioni. Osservo gli
atleti più disciplinati che sono completamente immersi nel corpo e nel respiro.
Ascolto i discorsi degli studenti che si ritrovano più per socializzare che per
allenarsi. Ma direi che la palestra non è forse il luogo migliore per cercare
ispirazione. Chi può dire però quale sia? E’ un po’ come il gioco dei Pokemon
sul cellulare. La mia storia potrebbe nascondersi da qualsiasi parte.
Anche quando sono in macchina, di solito concentrato sui
vocalizzi o nell’ascolto di qualche brano, cerco di osservare il paesaggio
umano e non: spero di incontrare un espressione, un atteggiamento, una
situazione che accenda la luce sul mio primo soggetto.
In realtà sono sempre stato un estimatore del PEOPLE
WATCHING. Mi interessa un sacco osservare la gente nelle loro dinamiche e credo
che questa passione possa essere strumento per poter scrivere il mio primo
racconto da adulto. Si, perché di racconti ne ho scritti un sacco da ragazzo. Li
custodisco come tesori e ho anche pensato di partire da uno di quelli per poi
sviluppare un idea più complessa, ma mi sembra di rubare ad un bambino. Voglio
scrivere da adulto, adesso, con questo processo che richiede METODO e PAZIENZA,
qualità che entrambe entrano all’ultimo secondo sul treno del mio essere.
Immagino tutte le parole e aggettivi che mi caratterizzano in una
metropolitana affollata e che Metodo e
Pazienza corrono trafelati giù dalle scale e si tuffano tra le porte che si
stanno chiudendo schiacciati tra il vetro e Indolenza , un’obesa parolona che
non li permette di muoversi per trovare un posto più comodo.
Insomma, evviva la ricerca, la sperimentazione l’attesa
attiva. So che per trovare qualcosa non bisogna focalizzarsi sulla ricerca ma
sull’apertura all’incontro.
Al momento sono aperto come una finestra su una bella alba
infuocata.
Nasconditi pure dove vuoi storia, perché ti troverò
comunque!