lunedì 19 giugno 2017

LA POESIA DEL MALUMORE (ed è ancora Lunedi)

Oggi me ne vorrei andare, cambiare paese, ricominciare.
La casa che tanto mi faceva sognare ora è la sede di un incubo senza fine.
Fatture da pagare, spese da giustificare, una corsa estenuante per arrivare a fine mese. 
Ma è sempre una gara persa, non c’è competizione. E mentre corro perdo la speranza, e mi supera la rassegnazione.
Lavoro tutto il giorno con persone che preferirei non frequentare.
Svendo il mio tempo, regalo il mio impegno mentre tace la passione. 
Un vortice di voci fastidiose che sporcano il mio sentire.
E torno a casa la sera svuotato e spento senza energie da dedicare a ciò che amo fare.
Vedo poco la mia gente, nutro poco il mio cuore e sorrido stancamente qualche secondo ogni mille ore. 
E non trovo soluzione ma problemi a non finire, una montagna di scartoffie e richieste da riempire. Per far valere un solo diritto una guerra senza fine, i nemici con le lance io in mano una rosa con le spine.
E se prima almeno il cibo in casa non mancava, adesso è desolante vedere il mio frigo l’ultima settimana. 
Di un mese che diventa eterno quando si contano le monetine.
Un tempo che ritorna con sempre meno prospettive.
Mi rimane il sogno, la fuga con un libro o scrivere una canzone. 
Divagare con il pensiero,allontanarmi da una realtà con una magica pozione. 
Perché non c’è significato in ciò che mi costringo a fare. 
Sono schiavo del denaro e di un debito che non si può sanare.

Sogno una collina soleggiata, con un piccolo casolare. 
Qualche gallina e qualche anatra, forse due pecore, sicuro un cane. 
Sogno il cielo qui vicino e l’odore della terra al mio risveglio.
Sogno di vivere con chi amo padrone del mio tempo.
Sogno il semplice contemplare di questo regno stupendo. 
Lavorando nel significato e per sentirmi sempre meglio. 
Sogno tanto e vivo male e ogni giorno mi sento un po’ più asciutto. 
Di marmoreo minerale il mio cuore si è intessuto.


Ma ancora ho speranza perché so cos’è l’amore. 
So che è possibile creare e immaginare verità nuove. 
Oggi è solo un giorno nero ma che voglio ricordare.
Perché non voglio più piegarmi ai voleri di un re folle. 
Né tiranni né padroni a decidere i miei giorni. 
Voglio solo la mia gente, i miei fratelli i miei compagni. 
Una comunità di uomini per far crescere germogli. 
E cantare sotto il sole o intorno ad un focolare. 
Senza troppi giri di parole: voglio solo stare bene. 

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