martedì 22 maggio 2018

L'illusione del giorno inutile

Oggi mi sono annoiato un sacco.... Giornata al lavoro con un sentimento di ingiustizia ed inadeguatezza fasulli. Un sentire creato per giustificare uno stato di non-realizzazione che mi fa sentire a casa. Una casa vuota e stupida, però casa.

Ho ripreso gli allenamenti, ho diminuito e selezionato il cibo e oggi mi sentivo stanchissimo.
Spossatezza, disillusione, voglia di avere qualcosa di più, essere qualcosa di più senza sforzo. E so benissimo che se non fai niente non ottieni niente.

Ma da qualche tempo, vuoi per i miei rimedi omeopatici e l'accattivante medico che me li prescrive, vuoi per la formazione sulle costellazioni familiari che macinano e lavorano in sordina come un vecchio disco di jazz suonato mentre fumi una sigaretta sul balcone, sto imparando ad accettare questi momenti come parte di un processo.
Come la sosta dopo il movimento, necessaria per realizzare il cambio di stato. Ancora oggi mi osservo e mi scopro un conservatore assolutista. O corri sempre o ingrassi sul divano sempre. Il mio modo d'essere mi permette di godere di diversi stati di sentire, di gustare diversi approcci alla vita eppure la mia attenzione ricade ancora e ancora sulla mancanza.

Gli opposti necessari per rendere tangibile e vivo un momento. Pausa e movimento. Come in una canzone, come dipingere un quadro ed ogni tanto fare un passo indietro per capire cosa stia emergendo dalla tela.

Come scrivere di getto e poi rileggere per dare forma alla sostanza.

Ed è un pò il mio tema, uno dei miei temi, forse il più ostico da masticare e digerire.
Camminare nel mondo e lasciare che il mondo mi passi attraverso.

Mi sono commosso vedendo una stupida serie dove con semplici immagini si dipanava il dilemma di una generazione o forse di tutte: la dicotomia tra  dove vorresti essere e dove sei. E so per esperienza e per logica che dove sei è dove devi essere. Dove sei è l'unico luogo dal quale ti puoi muovere. Non c'è nient'altro oltre il qui e ora.

Se guardo indietro, tenendo come metro di paragone i vari me si che dipanano negli anni, vedo un Ivano sempre più consapevole di se stesso, ma adesso, bhè , questa giornata è passata come la pasta cotta male. Troppo tempo ad aspettare e finisci con mangiarti una lattina di tonno. E tra una serie e qualche riflessione sul cesso, si è fatto buio.

Dentro di me ci sono due voci. Una che mi dice "bravo continua a perdere tempo, fuma sizze e guarda merda, tanto più invecchi e più le ore sono minuti ed i minuti sono secondi". L'altra mi rassicura che nessun momento è davvero buttato via, "non c'è bisogno di rincorrersi, stai tranquillo. L'apparente futilità di questa giornata ti serve perchè domani sia diverso. O no. L'importante è che abbia sentito questo tempo largo e inconsistente.

Così decido di lasciare una traccia con un esercizio di presenza. Un atto di volontà. Riapro il blog, con timore, perchè nel mio codice deontologico o una cosa la fai sempre o non la fai mai e sono mesi che non scrivo nulla. Immagino la scena di un film comico dove un ragazzo eccitato e sprovveduto si appresta a togliere le mutandine della mamma di un suo amico e, appena abbassa lo slip, esce un cespuglio enorme di pelo con pipistrelli e ragni che scappano da ogni parte. "Scusa caro, è solo da un pò che non la uso. Passami il decespugliatore vuoi?".
E così eccomi smanettando su questa tastiera per fissare un giorno inutile.

Sta di fatto che quando scrivo o quando disegno, quando canto soprattutto, mi sembra di prendere il tempo e inginocchiarlo davanti alla mia marmorea volontà. Divento padrone della mia realtà e da adesivo di una figurina Panini divento solido e tridimensionale.
Sono istanti, pochi minuti di centratura e presenza per poi tornare succube di un tempo che sembra non voler accettare il mio ritmo.

A volte mi sento come se galleggiassi in un oceano di Ciobar. Galleggio senza sprofondare ma sono immobile. Non ci sono stelle o sole ad indicarmi una direzione ma immagino che non serva un riferimento. Basta muoversi e poi, la vita, da pietra millenaria ricoperta di muschio, incomincia a rotolare come una biglia lanciata da un bambino.

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