E’ ufficiale che per me, e di riflesso per il mio
amatissimo compagno, il 2016 è un anno impegnativo ed interessante. Ieri,
Gianni ha avuto un incidente: è scivolato con la macchina sul ghiaccio e si è
ribaltato in mezzo al bosco percorrendo la strada che utilizza tutti i giorni per
andare a lavorare.
Lui ne è uscito incolume ma la povera Randa (nome di battesimo
della macchina) no! E questo mi fa riflettere molto. Prima di tutto ringrazio
Dio, cosmo, Sole e Luna e universo per aver lasciato illeso l’amore della mia
vita, e, passato lo spavento e lo shock iniziale, penso al tema del denaro che ritorna come un boomerang.
Sinceramente non so dove e come recupereremo i soldi per le
varie riparazioni (meccanica e carrozzeria ) , ma dopo un momento di panico, ho
deciso che non mi interessa. Ossia,
certo che mi interessa, ma non me ne preoccupo. Ripenso a tutti i momenti
impegnativi della mia vita da individuo e della nostra vita di coppia e sempre
ne siamo usciti. E voglio cogliere questo ennesimo inconveniente, imprevisto
economico, come un’altra occasione per….. stare sereno… E ritorno al concetto
di fiducia già descritto in queste pagine. C’è una frase bellissima che secondo
me racchiude una filosofia vincente:
« Dio, concedimi la
serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la
differenza. »
Se intendiamo Dio come il
divino che c’è in noi, allora questa frase è il mio mantra. Incidenti,
imprevisti , spaventi, cambi repentini nei programmi mentali di un individuo
non sono mai casuali secondo me, hanno sempre un loro motivo. Se succede è
perché doveva succedere. Ne sono convinto. Altro tema è comprenderne il perché,
ed io in questo sono una ciofeca. Non capisco un cazzo! Ma se prima mi
scervellavo, mi trivellavo le meningi per cercare di capire, ora decido di
viverle e basta. Che sia il mio inconscio, la mia parte divina a comprendere e
forse farmi capire nel tempo. Per il momento accetto, mi incazzo, ma ringrazio
allo stesso tempo.
E ieri, quando sono arrivato
sul luogo del fattaccio, dopo aver verificato che Gianni stesse bene
ovviamente, ho visto la mia Randa è ho pensato
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! E adesso? L’unica macchina in condizioni
decenti, finita di pagare da poco tempo come facciamo? Come possiamo pagare il
carro attrezzi? Come facciamo a pagare il meccanico? Come farà Gianni ad andare
al lavoro? Perché? Perché? Perché?” La disperazione ha preso il sopravvento per
qualche minuto, poi, ho guardato Gianni negli occhi ed ho incontrato la sua di
disperazione, l’ansia per tutto quello che avevo appena pensato io, con
l’aggiunta del trauma appena vissuto. E tutto se n’è andato…. Lui era salvo,
incolume di fronte a me, potevo abbracciarlo, rassicurarlo, asciugare le sue
lacrime. E allora ho capito che un imprevisto non può decidere per me, che io
sono più forte di un evento non pianificato, che va tutto bene perché si tratta
solo di uno scherzo, di una burla cosmica, di una prova…. Cosa è mai una
macchina se paragonata con una vita umana? Niente. E così ho preso in mano la
situazione, facendo chiamate, chiedendo aiuto, trovando un carro attrezzi. E qui
il secondo dono della giornata: avere due amici con la A enorme. Sono una
coppia, gente normale che non ha bisogno di fare nulla di speciale per sentirsi
bene, eppure lo hanno fatto e ieri non è stata la prima volta. E’ bastata una
chiamata e si sono subito attivati; stavano passando la loro domenica in
famiglia, gli ho stravolto i piani, gli ho chiesto aiuto in quel momento di
poca lucidità e sono comparsi in un battibaleno, mi hanno dato soldi, lui che
si è messo a dirigere il traffico durante i movimenti del carro-attrezzi per
caricare la macchina come se fosse un vigile urbano, lei che è corsa ad
abbracciare Gianni ancora in stato di shock. Non è questo essere fortunati,
essere benedetti, avere sempre in noi ed intorno noi la grazia divina? Bhè, per
me si. Ogni volta, e ripeto OGNI VOLTA che io e Gianni abbiamo qualsiasi tipo
di problema, loro appaiono come per magia, facendo tutto quello possono per
aiutarci, dandolo tutto, offrendoci tutte le soluzioni possibili. Non so perché
siamo così tanto fortunati ma lo siamo, lo sono. Ed un grazie è riduttivo anche
se lo ripeto come un mantra nel mio cuore continuamente.
E rimane sempre un fondo di
vergogna, per quanto mi riguarda. .. Come se il chiedere aiuto fosse qualcosa
di sporco, di sbagliato. Ho questo falso orgoglio che devo sempre violentare perchè
ha voglia di farcela da solo, sempre. Sono convinto sia più soddisfacente
risolvere le proprie situazioni problematiche da soli, ma ieri, mentre
consolavo un inconsolabile Gianni, ho pensato che non tutti hanno la FORTUNA di
poter chiedere aiuto, non tutti hanno qualcuno che vuole e può dare una mano,
soprattutto in manienra completamente gratuita, non solo da un punto di vista
economico ma soprattutto emotivo. Tanta gente fa un favore solo per avere un
riscontro o per sentirsi importanti. Questi due nostri amici lo fanno e punto.
Non chiedono niente, non fanno pubblicità non se ne vantano. E quindi, ho
ingoiato la mia umiliazione e ho chiesto aiuto e ho usufruito della mia
(nostra) fortuna. Abbiamo pagato il carro attrezzi grazie a loro e adesso un
passo alla volta si affronterà anche questa avventura che mi renderà più forte,
più consapevole. Altro insegnamento enorme (già percepito però in minor misura
quando feci io un incidente) è non dare mai niente per scontato. Mai, nulla: né
il tragitto per andare a lavoro che facciamo tutti i giorni due volte al giorno,
la nostra macchina, il tempo , l’orario, i nostri amici, i nostri amori.
La
società occidentale ci spinge a perderci nella routine… A ripetere le stesse
azioni meccanimente, a non riflettere, a non pensare a non viverre ogni istante
ma solo a sopravvivere, andare avanti apparentemente per rimanere in realtà
sempre fermi. E questo del movimento consapevole è un po’ il filo d’oro che mi
accompagna in questo impegnativo, strano e pieno 2016.
Pur sembrando sempre uguale
tutto cambia e se siamo attenti osservatori, con i sensi (12) vigili e in
allerta possiamo cogliere le piccole ma immense differenze.
La domenica è nata con un
trauma: qualcosa di imprevisto che ha spezzato le mie pulizie domenicali.
All’impatto negativo, pessimista, alla disperazione,alla voglia di mandare
tutto a quel paese, si è sostituito il mio amore profondo per il mio compagno e
la necessità di proteggerlo. E poi sul mio viso un po’ infangato è apparso un
sorriso: cosmo birbone, me l’hai fatta un’altra volta. Ma va bene, siamo qui
per ballare ed io mi sto scoprendo un ballerino fantastico!