mercoledì 9 marzo 2016

BALLANDO L'IMPREVISTO

E’ ufficiale che per me, e di riflesso per il mio amatissimo compagno, il 2016 è un anno impegnativo ed interessante. Ieri, Gianni ha avuto un incidente: è scivolato con la macchina sul ghiaccio e si è ribaltato in mezzo al bosco percorrendo la strada che utilizza tutti i giorni per andare a lavorare.
Lui ne è uscito incolume ma la povera Randa (nome di battesimo della macchina) no! E questo mi fa riflettere molto. Prima di tutto ringrazio Dio, cosmo, Sole e Luna e universo per aver lasciato illeso l’amore della mia vita, e, passato lo spavento e lo shock iniziale, penso al tema del  denaro che ritorna come un boomerang.

Sinceramente non so dove e come recupereremo i soldi per le varie riparazioni (meccanica e carrozzeria ) , ma dopo un momento di panico, ho deciso che  non mi interessa. Ossia, certo che mi interessa, ma non me ne preoccupo. Ripenso a tutti i momenti impegnativi della mia vita da individuo e della nostra vita di coppia e sempre ne siamo usciti. E voglio cogliere questo ennesimo inconveniente, imprevisto economico, come un’altra occasione per….. stare sereno… E ritorno al concetto di fiducia già descritto in queste pagine. C’è una frase bellissima che secondo me racchiude una filosofia vincente:

« Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la differenza. »

Se intendiamo Dio come il divino che c’è in noi, allora questa frase è il mio mantra. Incidenti, imprevisti , spaventi, cambi repentini nei programmi mentali di un individuo non sono mai casuali secondo me, hanno sempre un loro motivo. Se succede è perché doveva succedere. Ne sono convinto. Altro tema è comprenderne il perché, ed io in questo sono una ciofeca. Non capisco un cazzo! Ma se prima mi scervellavo, mi trivellavo le meningi per cercare di capire, ora decido di viverle e basta. Che sia il mio inconscio, la mia parte divina a comprendere e forse farmi capire nel tempo. Per il momento accetto, mi incazzo, ma ringrazio allo stesso tempo.

E ieri, quando sono arrivato sul luogo del fattaccio, dopo aver verificato che Gianni stesse bene ovviamente, ho visto la mia Randa è ho pensato “NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! E adesso? L’unica macchina in condizioni decenti, finita di pagare da poco tempo come facciamo? Come possiamo pagare il carro attrezzi? Come facciamo a pagare il meccanico? Come farà Gianni ad andare al lavoro? Perché? Perché? Perché?” La disperazione ha preso il sopravvento per qualche minuto, poi, ho guardato Gianni negli occhi ed ho incontrato la sua di disperazione, l’ansia per tutto quello che avevo appena pensato io, con l’aggiunta del trauma appena vissuto. E tutto se n’è andato…. Lui era salvo, incolume di fronte a me, potevo abbracciarlo, rassicurarlo, asciugare le sue lacrime. E allora ho capito che un imprevisto non può decidere per me, che io sono più forte di un evento non pianificato, che va tutto bene perché si tratta solo di uno scherzo, di una burla cosmica, di una prova…. Cosa è mai una macchina se paragonata con una vita umana? Niente. E così ho preso in mano la situazione, facendo chiamate, chiedendo aiuto, trovando un carro attrezzi. E qui il secondo dono della giornata: avere due amici con la A enorme. Sono una coppia, gente normale che non ha bisogno di fare nulla di speciale per sentirsi bene, eppure lo hanno fatto e ieri non è stata la prima volta. E’ bastata una chiamata e si sono subito attivati; stavano passando la loro domenica in famiglia, gli ho stravolto i piani, gli ho chiesto aiuto in quel momento di poca lucidità e sono comparsi in un battibaleno, mi hanno dato soldi, lui che si è messo a dirigere il traffico durante i movimenti del carro-attrezzi per caricare la macchina come se fosse un vigile urbano, lei che è corsa ad abbracciare Gianni ancora in stato di shock. Non è questo essere fortunati, essere benedetti, avere sempre in noi ed intorno noi la grazia divina? Bhè, per me si. Ogni volta, e ripeto OGNI VOLTA che io e Gianni abbiamo qualsiasi tipo di problema, loro appaiono come per magia, facendo tutto quello possono per aiutarci, dandolo tutto, offrendoci tutte le soluzioni possibili. Non so perché siamo così tanto fortunati ma lo siamo, lo sono. Ed un grazie è riduttivo anche se lo ripeto come un mantra nel mio cuore continuamente.

E rimane sempre un fondo di vergogna, per quanto mi riguarda. .. Come se il chiedere aiuto fosse qualcosa di sporco, di sbagliato. Ho questo falso orgoglio che devo sempre violentare perchè ha voglia di farcela da solo, sempre. Sono convinto sia più soddisfacente risolvere le proprie situazioni problematiche da soli, ma ieri, mentre consolavo un inconsolabile Gianni, ho pensato che non tutti hanno la FORTUNA di poter chiedere aiuto, non tutti hanno qualcuno che vuole e può dare una mano, soprattutto in manienra completamente gratuita, non solo da un punto di vista economico ma soprattutto emotivo. Tanta gente fa un favore solo per avere un riscontro o per sentirsi importanti. Questi due nostri amici lo fanno e punto. Non chiedono niente, non fanno pubblicità non se ne vantano. E quindi, ho ingoiato la mia umiliazione e ho chiesto aiuto e ho usufruito della mia (nostra) fortuna. Abbiamo pagato il carro attrezzi grazie a loro e adesso un passo alla volta si affronterà anche questa avventura che mi renderà più forte, più consapevole. Altro insegnamento enorme (già percepito però in minor misura quando feci io un incidente) è non dare mai niente per scontato. Mai, nulla: né il tragitto per andare a lavoro che facciamo tutti i giorni due volte al giorno, la nostra macchina, il tempo , l’orario, i nostri amici, i nostri amori.
 La società occidentale ci spinge a perderci nella routine… A ripetere le stesse azioni meccanimente, a non riflettere, a non pensare a non viverre ogni istante ma solo a sopravvivere, andare avanti apparentemente per rimanere in realtà sempre fermi. E questo del movimento consapevole è un po’ il filo d’oro che mi accompagna in questo impegnativo, strano e pieno 2016.

Pur sembrando sempre uguale tutto cambia e se siamo attenti osservatori, con i sensi (12) vigili e in allerta possiamo cogliere le piccole ma immense differenze.


La domenica è nata con un trauma: qualcosa di imprevisto che ha spezzato le mie pulizie domenicali. All’impatto negativo, pessimista, alla disperazione,alla voglia di mandare tutto a quel paese, si è sostituito il mio amore profondo per il mio compagno e la necessità di proteggerlo. E poi sul mio viso un po’ infangato è apparso un sorriso: cosmo birbone, me l’hai fatta un’altra volta. Ma va bene, siamo qui per ballare ed io mi sto scoprendo un ballerino fantastico!


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