venerdì 19 febbraio 2016

LA GUERRIERA SILENZIOSA

Sono indignato e dolorante. 
Due stati interessanti. 
Ancora mi trascino le torture dentistiche. Ogni volta che entro in quello studio, mi curano una cosa e se ne scatena un'altra. Ormai sono tre settimane di continui dolori e fastidi e purtroppo la mia tolleranza è arrivata al limite. E convivendo con il dolore non può che nascere il mal umore, la prospettiva  cambia e invece della luce vedo solo ombra. Che palle! The night is dark and full of terrors.

E, come ciliegina sulla torta, stamattina leggo un articolo che elogia l’eroismo di una persona che potrà essere tante cose, ma di certo non è un eroe. Come se la luna vantasse la propria luce tralasciando il fatto di essere solo oggetto riflettente. E per quanto al momento le vicende di questa luna non mi interessino  mi dispiace per il sole, o meglio per questa supernova quasi pronta alla metamorfosi  in buco nero che sole fu.

E nasce il bisogno di parlare, di scrivere di mia madre. Questa donna, che ha sacrificato la propria vita, ha coscientemente deciso di annullarla per assistere un figlio difficile, diverso, a-normale, la cui unicità insomma è molto più palese che in altre anime incarnate. Ha lavorato quando c’era da lavorare, ha sofferto in silenzio quando bisognava dimostrare forza e ha rinunciato completamente alla propria realizzazione personale per  stare di fianco a questo eterno bambino in continua lotta per la vita. Non voglio dare giudizi di valore, non mi interessa decidere se le sue scelte siano basate su paura o su amore o su limitata conoscenza . Voglio solo descrivere fatti, ai quali ho assistito, che ho vissuto in prima persona, dei quali sono testimone.
Mia madre è una donna fortissima e debole allo stesso tempo. Non ha saputo riconoscere la bellezza di un figlio così complicato da gestire, ha visto solo la difficoltà ed il dispiacere per ciò che sarebbe potuto essere. Si è isolata, abbarbicata nel suo dolore e immedesimata con il ruolo della vittima, subendo, a mio avviso, una punizione divina tanto reale quanto completamente soggettiva. Ha creato un incubo dal quale ha scelto di non svegliarsi.
 Ma nonostante questo è andata avanti, presa male, pessimista, senza speranza, ma non si è mai arresa o fermata. Si è rimboccata le maniche, e ha fatto tutto quello che andava fatto, mettendosi sempre in secondo piano, anzi, annullandosi.Avrebbe potuto portare un pò di colore nel suo grigio mondo ma si fa quel che si può. Non si è mai arresa. Mai. E questo è un insegnamento forte, vero, importante. Non fermarsi mai, a prescindere da come si vivano le situazioni, bisogna sempre affrontarle e mai scappare.
E allora ti dico grazie mamma per questo regalo. Anche se non ci parliamo, non ci frequentiamo, non condivido la maggior parte delle tue scelte e non riesco ancora a condividere il mio affetto per te ti dico grazie per insegnarmi ad essere un guerriero, a non mollare, a non chiudere gli occhi, a non scappare.
Sento il bisogno di esprimere questo sentimento che ho dentro perché ho letto parole che bruciano come ustioni sulla pelle, che fomentano l’ego di una persona che è solo forma e non sostanza.
Mentre mia madre ha rinunciato a tutta la forma per essere solo una sostanza ad uso esclusivo di mio fratello. E piano piano la vedo perdere la sua fisicità, il suo corpo si consuma, si restringe, come se la sua anima si stesse disincarnando.  Io ho deciso di non assecondare questo suo modo di non-vivere, di essere ombra della donna che fu. Ma non per questo non provo affetto e molta stima.Non è da tutti odiare la propria vita e sceglierla completamente, superando ogni difficoltà. E penso ci voglia coraggio e determinazione per scegliere di non esistere, una scelta precisa e chiara. Come ogni scelta apre la porta di alcune stanze dell’essere e ne chiude altre ma è sempre una scelta. Avrei voluto illuminare un po’ le sue caverne buie ma non ne sono stato capace.

E rifletto ancora su quanto le prospettive cambino la percezione del mondo. Riesco solo ora a intravedere non solo una vittima di se stessa, ma una donna che ha avuto l’immenso coraggio di morire per far vivere suo figlio. E forse questo è l’atto d’amore più grande e non posso che  riconoscerlo e apprezzarlo. Pur non condividendolo, perché ancora rimane in me l’immagine di una donna sorridente, bella, energica e affascinante, curiosa e dinamica con la quale mi sarebbe piaciuto avere a che fare.
Ora rimane un involucro, un centro energetico quasi prosciugato, un flusso indirizzato verso un figlio che non ha chiesto nulla ma forse proprio per questo il dovere di servirlo e onorare la sua difficile vita sia fortissimo.
Non so dove stia la ragione e non mi interessa cercarla; mi basta sapere che facciamo quello che possiamo per andare avanti. E vedo nei suoi splendidi occhi azzurri tutti i sogni infranti, le speranze deluse, le aspettative disattese e mi dispiace farne parte. Ma rimane ancora fuoco ardente, una volontà mostruosa nel accompagnare mio fratello, unica ragione forse per non lasciarsi andare completamente all'oblio. 


Non condivido il tuo sentire, il tuo muoverti nel mondo, il tuo modo di non condividere e di escludere ma comprendo e rispetto completamente, anche se a distanza. E se forse non sei riuscita a trasmettermi l’amore come oggi io lo intendo, ma  sicuramente mi hai insegnato ad essere un guerriero. E quindi sei stata una maestra, un insegnante, forse dura ma comunque mi hai lasciato qualcosa che vedo solo ora come dono  prezioso e unico. Grazie con il cuore e con l’anima, con la ragione e con questo sentimento combattuto e strapazzato ma presente. Ci lega un amore contorto, violato e calpestato. Ma è sempre amore.  E spero un giorno di unire i pezzi di questo intricato mosaico e osservare al tuo fianco il disegno che ne emerge.

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