Ci sono stati momenti in cui ho visto chiaramente che la mia scelta di vita semplicista non mi basta più. Sento che è arrivato il momento di non indugiare e togliere la maschera di conformismo dietro alla quale forse, da qualche anno, ho scelto di nascondermi... Perchè, se da un lato è semplice farsi trascinare da una vita superficiale, dall'altro abbandoni completamente il tuo io, la tua essenza, dimentichi e allontani il tuo sè dalla tua missione, dal tuo scopo ....
Prima della fine dell'anno ho trovato un libro che parla proprio di questo... Superate le prime pagine di introduzione mi sono subito bloccato davanti agli "esercizi"... Disegna la tua linea temporale identificando gli eventi principali, positivi e negativi che hanno caratterizzato la tua vita.
Appena incominciai a riflettere su ciò, il mio ego mi distrasse subito, suggerendomi di spostare la mia attenzione verso qualcos'altro e, con enorme facilità e sollievo (per l'ego, credo) lasciai perdere.
Stamattina mi sono svegliato invece con l'esigenza, pur non avendone voglia (ego), di riprendere questa analisi che poi è un viaggio, un tendere la mano al mio io.
L'ho fatto senza voler arrivare a nulla, senza voler chiudere nessun cerchio, senza cercare nessun significato profondo e rivelatore... Eppure qualcosa ho scorto....
Analizzando quasi con leggerezza ma con concentrazione il mio cammino su questa terra, ho incominciato a vedere come un filo dorato che si intersecava e univa tutti i momenti STRONG della mia vita.
E per la prima volta ho visto un significato. Non so se sia esattamente questo, ma so che ho incominciato a vedere qualcosa di nuovo su di me che non avevo visto mai.
Già nel primo settennio della mia vita mi sono trovato a vivere situazioni che, noto ora, mi hanno dato l'occasione di indagare sulla natura umana e sulle infinite possibilità dell'incarnazione dell'anima.
La nascita di un fratello con gravissimi problemi fisici e mentali ad esempio. A 7 anni sono entrato in contatto con il diverso. In quel momento l'universo mi ha dato la possibilità di riflettere e ad accettare altro rispetto alla normalità. Non esistono solo bambini che nascono sani e seguono un iter "standard" , ma esistono anche eccezioni. E Federico probabilmente mi ha fatto il primo grande regalo. La vita è immensa e le possibilità sono infinite. La vita riguarda l'uomo, l'essere... non ci sono schemi e lo stesso concetto di normalità è molto relativo.
Sempre intorno ai 7 anni mi sono scoperto gay. Anche qui un invito ad aprirmi all'altro, ad andare oltre le etichette, le definizioni, le esperienze pre-indirizzate. Un bambino a cui piacciono i bambini quando il modello venduto e inculcato è maschio + femmina non maschio + maschio o femmina+femmina.
A 13 anni, nel pieno di una vita famigliare regolare, seppur con un fratello eccezionale ( che si è cercato in tutti i modi di incasellare in una sorta di normalità) mio padre sparisce da un giorno all'altro senza preavviso. Anche qui scorgo adesso, forse, l'occasione di sperimentare lo sgretolarsi della concezione più tradizionale di famiglia, la possibilità di indagare sulle complessità delle relazioni famigliari che, nella maggior parte dei casi, sono ben lontane dal modello classico.
Poi la conoscenza della cugi, la prima persona con la quale ho scoperto, a 20/21 anni l'infito universo del lavoro su se stessi. I corsi di teatro e di canto, incontrando persone, anime, con le quali entrare in contatto attraverso l'arte in modo diretto e profondo, senza filtri e schemi sociali. E l'esperienza in Spagna, vivendo e convivendo con persone che provengono da mondi e modi di vedere e vivere la vita così diversi dal mio.
Insomma, ripercorrendo il sentiero della mia vita mi sembra sempre più chiaro un messaggio. DIVERSITA'. Ogni esperienza è unica ogni prospettiva utile per imparare il più possibile sulla natura umana, non esistono vite simili per quanto la società tenda a conformare. E forse, lo scrivo quasi con temore, se dovessi rispondere alla domanda qual'è lo scopo della TUA vita, quale la tua missione, direi che è quello di conoscere il più possibile la diversità, l'altro, l'oltre...Essere un esploratore dell'anima.
Uscire dalle gabbie mentali e animiche che questa società, in questo momento della storia dell'uomo, costruisce per contenere, limitare e controllare. La missione potrebbe consistere nell'incontrare l'altro come unico.
Non ne sono sicuro ovviamente, ma è certo che quando ho osservato questa linea punteggiata da momenti è emerso chiaro questo pensiero....
E' come se la vita mi avesse sempre detto: non ci sono regole da seguire, non ci sono percorsi prestabiliti, non esiste la normalità come legge universale. La vita è diversità. Ecco la frase più semplice che racchiude il senso di questa mia epifania.
La diversità e la sua conoscenza o la curiosità nei confronti di essa potrebbe essere lo scopo della mia vita.... Conoscere il diverso significa condividere, compatire, allargare le proprie esperienze ed entrare in sintonia con gli altri. Nutrirsi di prospettive, essere sempre pronti al cambiamento, al movimento.
E mi accorgo che invece sto facendo di tutto per ottenere l'esatto contrario. Escludere per poter mantenere il controllo, per indirizzare, per cementare, per poter etichettare e ordinare. Forse il segreto, il mio scopo, la mia gioia, sta proprio nel tuffarmi nell'immensità di un caos armonico e imprevedibile.