Ieri è stata una giornata difficile ed
interessante allo stesso tempo.
Mi sono sentito tremendamente solo. Una
solitudine nei confronti di me stesso. E’ come se mi fossi
abbandonato. E’ difficile da spiegare la sensazione però è stata
all'improvviso evidente una sorta di divisione tra me; una lotta
tra due esseri distinti che entrambi mi appartengono.
Il giro di vite però è stato
riconoscere una di queste parti come vecchia, statica direi fuori
moda…Come quando entrati negli anni ’80 uno si guarda allo
specchio e si vede con pantalone a zampa, occhiale rotondo e collana
con il simbolo della pace e si dice “vabbè, forse è ora che
rinnovi il guardaroba!” Ed è stata forte la sensazione di non
appartenenza a quell’altro Ivano che ho visto e riconosciuto e
sempre pensato fosse il mio “me” predominante!
Ieri ho sentito il disagio, la
superficialità, il buttare via il mio tempo, il nulla… Per la
prima volta dopo tanto tempo mi sono reso conto che sono bravissimo
ad allontanarmi da me… E se prima, riflettendo su questa mia
indole mi giustificavo con “ma si, una vacanza ogni tanto da se
stessi non fa male” o “ non ci sto più dentro ho bisogno di
evasione”, oggi capisco che l’alienazione da se stessi è la cosa
più inutile, e forse dannosa, che ci si possa fare.
Uso il termine alienazione per
differenziarlo da distrazione. Distrarsi ogni tanto fa bene. Spezzare
la routine, non pensare a niente, rilassarsi, ma io scopro di avere
la capacita di … andare su un altro pianeta… Lontano da ciò che
sono qui e lontano da tutti….
E, forse per la prima volta, o forse mi
è già capitato 100 volte e continuo a dimenticarmelo, ho osservato
anche chi mi sta “vicino” durante i miei viaggi; e mi rendo conto
che è come se comunicassimo con Skype … Si comunica poco e male.
Che botta!
E poi, ok, per come sono fatto io (non
per niente mi soprannomino il Grinch) ogni tanto un sano distacco dal
quotidiano, dal reale da tutti ci sta anche… Ma i viaggi
interplanetari sono troppo impegnativi. E non tutti sono disposti ad
aspettare il mio rientro o intrattenere relazioni a distanza… Anzi,
a dire il vero le persone che mi stanno vicino già lo fanno…. E,
in questi giorni, ho proprio sbattuto il musone contro il loro punto
di vista, sono entrato in sintonia con il loro vivermi mentre io mi
perdo nello spazio… E la sensazione che ho provato non mi è
piaciuta affatto… credo che quello che si percepisce è … un
ologramma , una fotocopia di me stesso … un pupet che sbatte le
ciglia e muove le labbra ma senza anima….. E se io offro solo
questo vuol dire che non sto offrendo niente….
35 anni… poche idee ma la verità è
che so dove posso andare. E per questo mi sento fortunato… Ho cose
da fare, persone con le quali condividere percorsi e momenti e non mi
posso più nascondere dietro a delle mancanze che sono
qualitativamente inferiori alle possibilità positive. Sono
innamorato, ho un lavoro stabile (che per quanto fittizio possa
essere ti fa andare a letto tranquillo), ho amici veri, presenti ….
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjULQzYILgh1IbNzBXZYytumpPKfJNEv7z4RgwLJoE-NjGxwwwfLZzNoM1_UMLzq3fAwrDlXdWmxBwkAXVFFTGqHE-8IilxlCYyN5nSCnCXfn7kLivf92b5Jn-wdomADlQGMqvSZ6i-6a8/s1600/LUPO.jpg)
Ma alla fine… do tutto per scontato.
O meglio mi abituo al fatto che gli altri si abituino al mio me
“pacco”. Sia chiaro che per “essere pacco” non intendo i
momenti in cui uno è preso male, triste, depresso etc. ma proprio un
altro me che ha un altro modo di porsi al mondo e che sfrutta l’arte
dell’invisibilità. Solo se ti impegni lo puoi scorgere… Io
riesco a scomparire come fece Copperfield con la statua della
libertà. E se da un lato questo ti fa vivere un’apparente
sensazione di libertà per l’appunto, dall’altro, non ti permette
di toccare, mischiarti, sporcarti le mani usando i colori degli
altri…
Ed è rappresentativo il mio rapporto
con le piante… Io le acquisto, cerco una posizione dove
potenzialmente possano sopravvivere, le bagno. …. E poi ciao … se
ghiacciano perché fa freddo, problema loro…. O, mi dico, era il
loro destino.
E forse è proprio il concetto di
destino e predestinazione che uso come Jolly per le mie mancanze ….
Perché, se è vero che credo ci sia una sorta di trama che sottende
ed in qualche modo indirizza le nostre vite, credo altresì
fortemente che questa trama possa cambiare attraverso la nostra
volontà di scegliere un cammino, direzione, pensiero, sentimento,
lettera e testamento.
E poi ci sono un sacco di segnali che
io evito come uno sciatore esperto evita le palette durante uno
slalom (o le deve prendere? Mah!)
I messaggi che più mi arrivano diretti
e indiscutibili sono quelli corporei… Quando parto per i miei
viaggi intergalattici di solitudine e distacco il mio corpo sembra
ricordarmi “Ehi bello, guarda che io su Marte non riesco a vivere
eh? Mettiti una tuta o qualcosa perché lì né si respira, né posso
sopportare la pressione atmosferica ok? “
Il mio corpo mi dice quando sto facendo
qualcosa che rompe una sorta di armonia con me stesso e con gli altri
… e un tempo potevo confondere questi chiari messaggi, questi
segnali scritti a caratteri cubitali con acciacchi, una botta presa,
cena pesante, postumi di sbornia… Ora no….
Ma la domanda fondamentale che mi
faccio è: Perché scappare, perché questa necessità di evadere
così tanto e così spesso ? Se ho persone e cose alle quali tengo,
una situazione tutto sommato serena PERCHE’?
Ed è forse arrivato il momento di
lavorarci su…. Ancora…. Tornare e ritornare a rimaneggiare quella
cassa di vecchia dinamite che avevo nascosto nel fondo della mia
soffitta mentale….. Magari non succede niente, magari esplode il
mondo….
Ma è anche il
momento e l’occasione di ancorarmi agli affetti, alle amicizie,
alla musica e alle mille cose belle che mi circondano per non
ripartire come un razzomissile (cit.Ufo robot) intergalattico alla
prima occasione.
E’ il momento di stare e, nel caso,
viaggiare insieme.
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