venerdì 29 gennaio 2016

IL DOLORE INDISPETTITO

Il mal di denti è un dolore così intimo che rimanda inevitabilmente ad un incontro con sé stessi. Pur essendo consapevole che ogni forma di dolore è occasione per fermarsi ed ascoltarsi, quel pulsare, aggrovigliare, spingere e tirare, propri del dolore dentale, è quasi una esperienza mistica. Incomincio a capire coloro i quali,attraverso la sofferenza fisica, raggiungono l’estasi  e la percezione del divino.

Dolore. Il dolore ti porta a fermarti;quello vero non permette di procrastinare, rimandare. Il dolore fisico esige attenzione e rispetto. Ed è sempre un occasione , un appuntamento con noi stessi, quasi impossibile da eludere. A meno che, ovviamente, non ci si imbottisca di antidolorifici.
Io, di norma, ho una buona sopportazione del dolore. Ricorro a farmaci solo quando  devo scegliere tra la sopportazione e la sanità mentale. Si perché ci sono dei dolori, come quello che sto soffrendo ai denti, per esempio, che mettono in dubbio la stessa realtà. E’ un momento  nel quale il mondo e la normale percezione svaniscono in un vortice di completa impotenza.

Il dolore esiste, è tuo, e bisogna accettarlo. E chiedersi: qual'è l'origine? Io l’ho fatto e per il momento rimane questa domanda rimbalzando tra le pareti sofferenti del mio cervello. La prima risposta che mi sono dato, in balia di tormenti e torture notturne è che Dio mi odia e mi vuole far soffrire. Il primo sentimento che ho provato è quello dell’ingiustizia assoluta: Perché a me? Perché adesso? Perché giusto dopo un momento difficile quando speravo di stare iniziando a  risalire la china? E, preso da un'ira incontrollabile,
all' una di notte,ho incominciato a sbraitare, a inveire contro Dio e a prendere a pugni il muro! 
E poi, tra lacrimoni di dolori (per la mano) ed il fiatone arriva la resa, la tristezza e la solitudine che solo il dolore sa far provare e la tanto amata accettazione.
Ok, ciao amico scomodo, eccoti, ho capito, da adesso per un po’ mi accompagnerai nelle mie giornate. Organizziamo la nostra convivenza.
E nel momento in cui dai al dolore la sua dignità lui sembra ringraziarti facendo scemare leggermente la sua intensità, come se volesse dire “ Oh, era ora che mi rivolgessi la parola. Sai non tollero l’indifferenza, è una cosa che mi fa imbestialire e a dire il vero non mi piace neanche essere preso a male parole. Ognuno ha il suo lavoro. Niente di personale. Ma se andiamo d’accordo e tu sarai gentile, cercherò anche io di essere il più collaborativo possibile”.

Il dolore è una nascita, l’abbandono di uno stato di pace per rimettere in discussione le nostre certezze. E purtroppo la verità è che si da sempre per scontato il nostro corpo. Come per il pianeta, la salute del corpo e della terra sono fondamento del nostro essere e della nostra vita eppure si pensa, per la maggior parte, che ci siano, sempre, indistruttibili…. E se è vero che nulla si distrugge, è altresì vero che tutto cambia ….
E’ curioso questo parallelismo tra corpo e pianeta. Non ci curiamo di qualcosa fino a che non si raggiunge il limite o finchè non è troppo tardi.
Oppure la paura ci spinge a muoverci. Ed è questo che non mi piace. Dovremmo prenderci cura di noi per amore non per paura di dover affrontare qualcosa di peggiore. Però l’importante è fare qualcosa.
Ma, a chi affidarsi?
Io vorrei imparare ad autoguarirmi. C’è tutta una parte della medicina chiamata METAMEDICINA che si basa proprio su questo principio. Con l’aiuto di professionisti ovviamente (e anche lì difficile distinguere ciarlatani da persone serie e preparate) si affronta un cammino di autocoscienza di se stessi. Un’indagine volta all’interno per capire le cause animiche che producono una conseguenza fisica.
Anche sui denti il lavoro è interessante e voglio approfondirlo. Ciò non toglie che la prima tappa è il dentista. Però su altri temi non saprei a chi affidarmi. Ed il mio problema è proprio questo. Dare la fiducia a qualcuno. Non credo nel sistema sanitario italiano (l’unico che conosca in maniera più approfondita) in quanto servono solo a spegnere il campanello d’allarme che il tuo corpo invia. Attaccano le conseguenze, gli effetti e spesso in modo invasivo e traumatico (anzi sempre).
D’altro canto l’avvicinarsi alla medicina omeopatica, a quella olistica, metamedicina etc. è un passo difficile da fare per diverse ragioni:
1)l’abitudine di avere il Dottore che ti prescrive medicine come se non ci fosse un domani. Da quando nasciamo per ogni sintomo c’è un prodotto chimico pronto a bloccare il dolore, l’infiammazione, l’eruzione cutanea, la tosse, il catarro, depressione, stitichezza e spesso lo stesso prodotto "cura" più sintomi diversi in una volta sola. Nessuno si chiede mai perché e chi se lo chiede si da una risposta fittizia; mi fa male la schiena perché ho preso freddo.
2)La medicina alternativa costa! Denaro ed impegno e tempo. Al contrario del momendol che costa 4 euro e ti fa passare il mal di schiena in 20 minuti, un processo di guarigione per lo stesso sintomo può durare mesi o anni magari!
3)La ricerca di gente preparata e professionale è difficile. Ci sono in giro tanti operatori falsi che mischiano magia con medicina ed intrugli strani per rimedi naturali...Nella migliore delle ipotesi non fanno danni ma che a volte possono essere pericolosi.

Credo abbiamo bisogno di  una scienza della guarigione che ci renda protagonisti del processo, perché si tratta del nostro corpo e della nostra vita. Le pastiglie magiche, gli squartamenti, la politica del terrore di una morte atroce servono solo a renderci degli ammassi di carne sezionabili.
Io ho avuto esperienze negative con la medicina allopatica. Odio gli ospedali, non mi piace l’approccio del medico al paziente, che come dice il termine stesso, deve avere mooooolta pazienza per sopportare la propria condizione e non sputare in faccia a questi tecnici che trattano con anime ma vedono solo parti separte e separabili di corpi.

E forse è arrivato il momento di investire denaro (è ciò che più mi frena in realtà), tempo e volontà per trovare un medico antroposofico, una guida che mi aiuti a capire il mio corpo, a rispettarlo, ad accettarlo e dare via ad un dialogo interiore basato sul rispetto.




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