giovedì 14 gennaio 2016

Musica e famiglia

Oggi sono stanchissimo ... Fare qualcos'altro oltre al lavoro costa... tempo che si paga con meno ore di sonno.....
Però sono molto soddisfatto... Ieri sera prove con il Cugi... Due voci, una chitarra, un grande legame affettivo e tanta creatività... Bellissimo!
Dare forma, plasmare una canzone, che è tua, per quanto banale possa sembrare alle orecchie altrui,ha in sè del divino...
Tra risate, canticchiate, brainstorming e sgolate stiamo costruendo piano piano la nostra musica...
Mi sento molto fortunato ad avere la possibilità e la capacità di poter far qualcosa del genere.
Il processo creativo in genere è faticoso come qualsiasi cosa che possa regalare soddisfazione.
Un continuo interrogarsi, esplorarsi, provarsi per mettere in melodia le proprie esperienze, pensieri e sentimenti.
E la cosa più travolgente e magica è che una volta che ci si mette in sintonia con le muse ( o come vogliate chiamare l'ispirazione) continuano a girarti intorno e chiamarti quando meno te lo aspetti.
Questa mattina, dopo poche e sofferte ore di sonno ( materiale per un prossimo blog), mi sono alzato di mal umore. Ma sotto la doccia le muse sono arrivate e mi hanno regalato una melodia, sussurrato delle parole ed il buonumore è sbocciato con la fragranza di una nuova canzone.

Per me è sempre più difficile, dopo una giornata di lavoro dove cervello, pazienza e corpo ( vado sempre in palestra durante la pausa pranzo ) sono provati e gridano solo "Ivano al divano! Ivano al divano!", ripartire per fare qualcos'altro, che, come nel caso della musica, richiedono un ulteriore sforzo per corpo mente e cuore. Ma credo si tratti solo di un mancato allenamento. E poi per ogni regalo che il cosmo offre bisogna pagare sempre in qualche modo.

Comunque ieri sera, dopo le prove, il cugi ha avuto la brillante idea di aprire il baule della supermultipla, riporre le chitarre, appoggiare su di esse le chiavi della macchina e richiudere il tutto.
Quindi, macchina inutilizzabile! Per un velocissimo istante ho pensato di scappare e fanculo il cugi.. Stavo già pregustando il mio tanto amato divano, con il mio tanto amato Gianni che questa settimana ho visto veramente poco ma poi ovviamente ho deciso di accompagnare il mio maldestro cugino a casa per prendere le chiavi di scorta. Ed ho ragionato sul fatto che anche quello era un regalo: il cosmo ha voluto donarmi un'ora extra per stare con il cugi. Ci vediamo spesso io e lui, siamo nello stesso indissolubile, vero bello e amoroso gruppo di amici ma quasi mai siamo io e lui. E anche quando proviamo insieme siamo immersi nel processo creativo e quindi Ivano e Cristian sono per lo più qualcos'altro. Ieri invece, con la scusa delle chiavi abbandonate, ho potuto chiaccherare amabilmente del più e del meno, come due vecchi amici quali siamo, come due cugini, come famiglia. E la cosa mi è molto piaciuta.

La famiglia. Ho scritto spesso sul mio concetto di famiglia che non per forza debba essere quella creata da legami di sangue. La famiglia è un luogo del corpo e dell anima dove regna l'amore. Ci possono essere dissapori, contrasti, periodi di distanza ma l'amore, quel tappeto di sottofondo caldo e comodo non va mai via.
E sono veramente grato di poter dire di avere una bella famiglia. Scelta. Non imposta.
Queste riflessioni sono frutto anche di un momento particolare che sto vivendo con la mia famiglia di sangue, padre, madre e fratello. Con mio fratello è un'altra storia che al momento non sono in grado di raccontare; invece mi voglio raccontare dei miei sentimenti nei confronti dei miei genitori.
Non ci parliamo da mesi. Le ragioni sono diverse, opinabili, ognuno ha la sua e la sua parziale verità. E sinceramente ho superato l'angoscia ed il senso di colpa per non avere una famiglia "normale". Perchè invece ce l'ho. Peccato che al momento non includa le due persone che mi hanno dato la vita. Almeno per adesso.

Durante la propria evoluzione personale, nello svolgimento della storia di ognuno di noi, la famiglia può essere un punto di riferimento, un polo magnetico che da una direzione precisa, qualunque essa sia. Io purtroppo non sono capace di condividere l'atteggiamento che i miei genitori hanno nei confronti della vita e delle persone che li circondano ed al momento l'unica cosa che ritengo sensata è mantenere la distanza. Non giudico, anzi comprendo, compatisco e rispetto ma proprio non riesco a partecipare del loro proporsi al mondo essere ed al loro modo di percepire il mondo.

All'inizio mi sentivo colpevole, un figlio ingrato che non esplica il suo ruolo. Poi mi sono sentito impotente, crudele e meschino. E poi mi sono sentito libero. Libero da giudizi, libero dal conformismo e dal perbenismo che tanti professano ma che è semplicemente utopico. Ogni famiglia ha i suoi cazzi. C'è chi riesce a far finta di niente, con l'unione e l'amore riesce a superare ogni difficoltà, chi rimane nel ruolo del socialmente accettabile e c'è chi, come me, sceglie di rispettarsi e di volersi quel minimo di bene per non farsi violentare psicologicamente.

Immagino che le miei parole possano sembrare confuse e generiche ma non voglio entrare nel merito della situazione; non voglio raccontare fatti perchè non ne ho bisogno. Mi aiuta però fare un indagine nel sentire e gestire questa distanza dai miei genitori che ora mi sembra la cosa più sana che possa fare per me.

E rifletto sul fatto che c'è tanta gente che si lascia etichettare, si costringe ad essere qualcun altro da sè stessosolo per mantenere la facciata di casa pulita. Bhè io preferisco imbrattare la mia facciata di merda ma avere un caldo ed accogliente ambiente all'interno.

Bisogna incominciare a guardarsi dentro ed accettare chi siamo, abbracciare il buio e la luce per capire di cosa abbiamo bisogno per vivere bene. Ed oggi,proprio mentre riflettevo sul fatto che avrei potuto ritornare ad essere il figlio finto in una famiglia finta,è arrivata una chiamata che, come un intervento divino, mi ha ricordato che questa è la prima volta che mi guardo allo specchio ed osservo la mia travagliata, non comune ed assolutamente personale storia famigliare. E che quindi nessuno, ribadisco NESSUNO ha il diritto di giudicare le mie scelte.
Ed è altrettanto provvidenziale che i miei amici, i miei affetti, i miei amori non lo facciano.

Una situazione dolorosa ? Si! Alterno attimi di serenità a momenti di profondo dispiacere e dolore per ciò che non c'è? Oh yes! Ma almeno è tutto vero, è tutto reale, è tutto mio. Anche nella difficoltà di non accettare una situazione di comodo e falsa sono io artefice delle mie giornate.

Ognuno di noi sa quando sta facendo ( o non facendo) qualcosa che va contro la propria libertà, quando sta forzando il proprio essere come un fabbro che cerca di piegare una barra di acciaio non abbastanza caldo. Sappiamo ogni volta che scegliamo di farci del male o di accarezzarci teneramente.
Ed allora basta indugi, siamo abbastanza coraggiosi di scegliere il nostro cammino per quanto difficile e doloroso che sia. A volte la scelta giusta per noi è quella assolutamente sbagliata per qualcun altro. C'è chi vede terra arida dove altri vedono un campo vergine sul quale fare crescere nuove piante.

E' sempre e solo questione di prospettiva. Ed oggi scelgo quella che mi suggerisce il mio cuore.
Finchè regge.
Finchè batte.

Grazie a chi partecipa alla mia vita per essere chi è. Demone o angelo partecipa al mio divenire.

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