E’ iniziata una nuova settimana e finalmente il freddo
dell’inverno fa il suo ingresso trasformando in iceberg la macchina al mattino
e congelandomi i piedi la sera quando, in ciabatte, fumo l’ultima sigaretta in
veranda, prima di andare a letto.
Evviva il freddo, perché non ne potevo più di questa
altalena tra pomeriggi caldi e notti da brivido. Noto, con il passare degli
anni, che i cambi di stagione mi sconquassano. Sicuramente sarà anche
l’invecchiamento fisico, ma credo che con l’età si sviluppi una maggiore
attenzione al cambiamento. Una più
intensa percezione dei mutamenti, sia interiori sia esteriori. Passaggi
importanti, che, se ascoltati, regalano sempre qualcosa di novo. Adoro i miei
36 anni anche per questo. La coscienza dell’uomo adulto, la consapevolezza di
sé convivono con l’eterno bambino capace ancora di meravigliarsi.
E a proposito di bambini il Natale si avvicina ad una
velocità disarmante. Ed il prossimo per me sarà speciale e nuovo per diversi
motivi. Primo fra tutti perché non ci sarà il mio compagno. Peccato. Viaggerà fino alla sua amata terra
per festeggiare come si deve con la sua famiglia. Ed io sono grato e contento
perché possa farlo.
Da quando siamo in Italia vivo con l’ansia di non regalare
un Natale decente alla persona che amo. La sua famiglia vive ancora quel senso
di unità e condivisione che durante le feste si amplifica radunando tutta la
tribù tra allegria ed eccessi. Quando eravamo in Spagna abbiamo vissuto dei bei
Natali da immigrati con altri immigrati. Senza aspettative, ma con gioia e
semplicità. Ma in Italia per Gianni è stato un po’ trumatico abituarsi alla
differenza.
Pur non potendo viaggiare con lui perché non ci possiamo permettere
due biglietti per l’Uruguay, sono felicissimo che lui si goda il Natale che si
merita. E’ la seconda volta che va via durante le feste e la lontananza, in
quanto limitata (spero!) non mi spaventa. Saperlo felice e circondato dagli
odori, i luoghi, le persone della sua infanzia e della sua storia, cancella il
dolore egoistico per la sua assenza. Oltretutto la gioia con la quale gli
brillano gli occhi quando mi parla dell’imminente partenza rispecchia
esattamente il sentimento che il Natale dovrebbe far nascere in ognuno: attesa,
stupore e meraviglia! Mi sento orgoglioso di aver partecipato un pochino alla
realizzazione del suo viaggio.
E così, libero dal peso di voler offrire una pallida ombra
delle riunioni familiari Uruguaiane, senza nessun obbligo verso chicchessia,
posso organizzare il mio NON-NATALE.
Questo sarà l’anno del GRINCHMAS!!!!
BUHUHUHUAHAHAHAHAHAHA!!!!
Il primo progetto da buon Grinch era di chiudermi a chiave
in casa, con lucchetti e catene;abbassare le persiane, noleggiare un orso
polare a guardia del cancello, mettere cartelli con “attenzione campo minato” ,
e sul campanello mettere a ripetizione la mitica frase di Gandalf “TU NON PUOI
PASSAREEEEEEE”.
Fare un improponibile e malsana scorta di cibo, giochi e quant’altro
per non uscire fino al 1 Gennaio, ma poi ho trovato dei soci (amici cari e
famiglia scelta) che hanno voglia di chiudersi a chiave con me!!! E ci saranno
anche le pupis così che il Grich avrà le
sue dolci nonsocchi. Ma STOP ai falsi auguri, falsi sorrisi, falsi regali e
false frasi! E basta con a Natale siamo tutti più buoni perché uno o è buono
tutto l’anno o non lo è mai. Vi assicuro che gli stronzi rimangono stronzi
anche a Natale. Ed ognuno ha diritto di essere chi sia.
Fino a qualche anno fa il Natale era la mia festa preferita:
sguazzavo nel capitalismo compulsivo, mi inebriavo di alcol in false riunioni
familiari e facevo finta di sentirmi più buono per rimanere perfettamente nello
stereotipo.
Invece adesso l’orgia di falsità e acquisto compulsivo da
Vigilia non mi diverte più.” Oddio, mi manca il regalo per la prozia, come si
Chiama? Ma si quella con la gamba di legno che respira male! Ci sono le prendo
un Pronto per tenerla sempre lucida!!!” Ma bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
I legami famigliari,
quelli di sangue, sono sempre più sottili e sfilacciati (capita, ma
facciamocene una ragione) e comprare cagate assurde solo per consegnare un
pacchettino mi sembra da rincoglioniti. Ma poi il senso del dono è l’opposto
rispetto al regalo di Natale. Se proprio voglio regalarti qualcosa lo faccio
nel momento in cui mi vieni in mente no? E se non mi vieni mai in mente posso
tranquillamente evitare di regalarti lo sbucciaaglioelettrico. L’anno scorso ad
esempio mi sono sentito imprigionato, giudicato, frustrato; ho reagito cercando
di seguire i soliti schemi e regalare al mio compagno un’ombra del Natale che
era abituato a vivere senza riuscirci. Per fare un pranzo ho litigato,
discusso, ri litigato e non mi sono goduto un cazzo.
Ma quest’anno basta.
BASTA!!!!
Voglio essere libero di vivere il mio GRINCHMAS, perché quello
che si definisce Natale per me è fuffa, falsità, buonismo da cioccolatino.
Voglio essere libero di godere come meglio credo di un
periodo dell’anno che adoro sia perché fa freddo (neve cadi neve per favore
tanta neve neve ricoperti di neve neve
neve!!!) e perché sono in vacanza!!! L’aria frizzante mi fa venire voglia di
tisana, di pantofole rosse a punta e di cappello con sonagli !!!
Al di fuori della pazzia dei regali e riunioni forzate,il
periodo del Natale per me, rimane un
momento magico. E’ per questo che voglio ripulirlo di finti rituali e godermelo
appieno come momento di semplice comunione e libertà. Già oggi sento quello
sfarfallio dell’attesa. Dall’avvento al 31 Dicembre io entro in una dimensione
fuori dal tempo e dallo spazio. Non ci sono più impegni, non c’è più il lavoro,
vivo un mondo immacolato di lucine colorate e biscotti al cioccolato. Sono
giorni di raccoglimento per un anno che finisce e di progettazione per un anno
nuovo che sta arrivando.
Starò nella mia tana, tranquillo, condividendo con chi c’è o
godendomela da solo. Accenderò il mio
caminetto che mi farà compagnia e quando non avrò più legna metterò quello
falso di Netflix tanto kitch ma chissene. Ascolterò il solito disco di Mariah Carey
a ripetizione e mi commuoverò come sempre quando canterà che il Natale non ha
senso se non torna lui. E mi metterò a ballare nelle mie pantofole quando mi
suggerirà di controllare bene fuori dalla finestra perché Babbo Natale sta
arrivando in città. Poi arriverà il disco di Ally Mcbeal e il mio Natale con Vonda
Shepard sarà totale!
Le canzoni
natalizie americane sono per me veicolo di questo spirito che potente e
invisibile mi accompagna durante il mese di Dicembre. E’ lo spirito della
novità e dell’accettazione del passato. E’ l’arimo dopo un intera stagione
proficua (finalmente) e prima di una nuova avventura.
Voglio passare intere giornate tra carte, dadi, tesserine,
pupet, monetine, sacchelle, frutta secca, mandarini e cera di candele.
Voglio aprire nuove scatole di giochi di società con la meraviglia e la
trepidazione di un bambino di 10 anni. Voglio tornare bambino e guardare il mondo attraverso occhi che vedono
tutto più puro e più semplice, senza bisogno di troppe cerimonie. Voglio fare
solo quello che mi va di fare. Punto.
Mi lascerò andare al cibo senza pensare alle conseguenze. Mi
farò coccolare dalle mie coperte e dai miei libri, dai miei giochi della
Playstation e dai film che ogni anno mi danno il giusto feeling. Sono cresciuto
con il Natale inventato dalla Coca Cola (che scorrerà a fiumi), con Babbo
Natale, Rudolph la renna e le calze appese al camino. Da piccolo hanno provato
a buttarmi lì il Gesù bambino, povero e nudo che veniva con l’asinello ma non
poteva reggere il confronto con Santa nella sua fantastica veste rossa e bianca
e la sua splendida slitta. Ho anche lasciato un paio d’anni fuori dalla porta
paglia e latte ma lo facevo pensando “ma che sfigato ‘sto Gesù bambino. Dove li
metterà poi tutti ‘sti regali? Sull’asino? Ma poi non sta per nascere? Bah.E
non ha freddo? Ma un cappotto no? Vabbè, l’importante che mi porti regali, poi
problemi suoi”.
E anche quando da bambino ho scoperto che non erano nè Gesù con
l’asino né Babbo Natale a portare i regali, per me Santa Claus esisteva lo
stesso. Era l’incarnazione del mio Natale. Accogliente, morbido, paterno,
caldo. Con la sua casa al Polo Nord piena di elfi!
Mi piace fare
l’albero, le sue luci, senza bisogno di creare segnali luminosi per aerei, e
non voglio più contaminare questo mio bel sentire con falsi sentimenti o con
obblighi vari. Voglio stare con la gente che condivide le mie giornate e che mi
fa entrare nelle loro, enfatizzando questi giorni di spensieratezza e perché no
di esagerazione.
L’operazione GRINCHMAS è iniziata, Il natale alternativo per
noi, che non abbiamo nulla da dimostrare a nessuno, ma che vogliamo passare
qualche giorno in serena compagnia..
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