mercoledì 7 settembre 2016

IO CANTO. TU?

Musica musica musica… rapporto difficile il mio con la musica, più nello specifico con il canto. Il primo ricordo che ho con “la voglia di cantare” è di me che, usando il manico di una corda per saltare come microfono mentre facevo finta di essere un cantante famoso in una terrazzina di una casa in Sardegna. Avevo circa 5 o 6 anni. E mi ricordo che mia madre non vedeva la cosa di buon occhio… Immaginavo di avere dei lunghi capelli biondi e di essere un cantante … forse prevedevo già l’inesorabile perdita di quei folti capelli ….
Ho sempre giocato a cantare… Con mia cugina Luisa e mio cugino Riccardo organizzavamo dei minifestival dove io ero autore, presentatore, direttore artistico, interprete e vincitore. Mi ricordo ancora (pur essendo famoso per la mia orribile memoria) del testo e melodia di un paio di canzoni: la sorpresa e la pioggia… che ridere!

La mia passione per il canto e per il jazz si è sviluppata poi grazie alle pubblicità… ho scoperto Ella e Luis con il Mulino bianco mi sembra, anche Ray Charles… Non sapevo fosse jazz, per me era solo musica “antica”. E così incominciai a comprare i cd di Top fo the spot….. Ovviamente ho fatto in tempo a godermi ancora le cassette  di Michael Jackson in primis, dove, sempre con la mia cugi, scrivevamo i testi delle canzoni in inglese “ a orecchio”: insomma scrivevamo i suoni onomatopeici di parole in inglese delle quali noi non conoscevamo assolutamente né l’ortografia né il significato e ce la cantavamo a squarciagola. Avevamo più o meno 10 anni.

E la mia passione è andata avanti così per anni, in sordina, di nascosto, probabilmente perché nessun “grande” mi ha mai chiesto: “ ma ti piace cantare?” o “ però canti bene perché non fai qualcosa?” “Ti piacerebbe studiare musica?”. E su questo per un bel po’ di tempo ho provato rancore nei confronti dei miei genitori perché credo che una delle cose più belle sia spingere un bambino verso un’attività artistica per la quale si intraveda una predisposizione. Ma ognuno fa quello che può non quello che vorremmo facesse….

Cantavo sotto la doccia, passavo interi pomeriggi in casa studiando canzoni di Freddy Mercury, Bob Marley, Ella, Ray e poi Michael, i Simply Red, Jamiroquai e ogni volta compravo un disco, la prima cosa che cercavo era il librettino con tutti i testi. Poi ho scoperto gli Skunk Anansie, gli Smashing Pumpkins e altri ancora. Ed è proprio con gli Smashing che ho fatto il mio primo “live”. Credo fosse il 1998 ed ero a Londra per un corso estivo di inglese. Come saggio finale ognuno doveva fare qualcosa di “artistico “ in inglese. Era uscito l’ambum ADORE in quell’anno ed era la mia colonna sonora di quell’estate. Ogni mattina prendevamo il bus per recarci al college ed io con il mio walkman a cd canticchiavo sempre alcune canzoni del disco. Quando la nostra insegnante ci propose il saggio finale io non sapevo cosa fare e alcuni compagni di corso subito mi suggerirono di cantare visto che mi ascoltavano tutti i giorni. Io che praticamente canto (per me) da quando ho memoria, non avevo assolutamente pensato a questa attività !!!! E così mi preparai come se avessi dovuto aprire il Superball negli Usa. Provando e riprovando fino a trovarmi in quell’anfiteatro con la maggior parte dei genitori che un po’ da tutta Europa si erano trovati in quel di RIckmansworth (a parte i miei ovviamente) e per la prima volta cantai in pubblico. Non mi ricordo se fossero stati 50 o 500 ma per me erano 5.000.000. Ricordo che ad un certo punto, durante l’esecuzione sbagliai una parola, mi girai verso una compagna che stava facendo una coreografia della canzone e, per le orecchie di tutti mi partì un sonoro PORCO……. Fortuna che di italiani ce n’erano pochi. Insomma battesimo con bestemmia, in linea con la mia gioventù direi.

Ritornato alla solita vita non ho comunque pensato di studiare canto, di formare un gruppo. Era così radicata l’idea che non valessi nulla come cantante (e non solo) che relegavo la gioia del cantare a momenti intimi, segreti , nascosti. La mia cultura musicale e la mia passone per le grandi voci è poi aumentata grazie a mio zio Carmelo e ai miei cugini Cristian e Matteo. E’ la prima casa che frequentavo da piccolo che aveva un pianoforte a parete, e delle chitarre. Ho sempre ammirato mio zio, all’apparenza taciturno e sulle sue ma con un animo artistico e una passione non verbale che è riuscito a trasmettere ai suoi figli e di riflesso anche a me. Li ho scoperto l’hard rock (che detesto ma ci sono dei cantanti formidabili), il trip-hop, la musica elettronica di Bjork , Groove Armada, Massive Attack etc.

Poi è arrivato un giorno nel quale mio cugino Cristian, che cantava in un gruppo, mi disse: ma perché non vieni a fare il corista nel mio gruppo? Hai una bella voce! Avevo credo 23 anni e quello è stato il momento nel quale ho realizzato che allora si , forse avrei potuto cantare e fanculo il coro, io volevo essere un solista. Così cercai sull’Occasione, settimanale locale di annunci di ogni tipo, un annuncio gruppo cerca cantante, chiamai e incominciò la mia “carriera “con gli Shank Vibe, gruppo cover Bob Marley. Direi che l’incontro con loro sia stato karmiko e a parte la bellissima esperienza lavorativi, facendo un sacco di concerti fino al 2008 ho incontrato persone straordinarie che stimo e frequento tutt’ora. All’inizio ero spaventatissimo, infatti alle prove mi portai un caro amico e poi piano piano ci presi gusto. Era il 2003 credo e dopo qualche mese di prove ed un concerto alla festa del paese dove ci trovavamo a suonare, decisi che era arrivato il momento di iniziare a studiare canto .E qui ho avuto la fortuna, la sorte, il ritrovamento di un’anima affine forse, un altro regalo del karma, una grande insegnante sia nella vita che nella musica. Jasmine.

L’approccio alla tecnica vocale è stato doloroso, frustrante, lento perché mi era difficilissimo, attraverso delle immagini, gestire dei muscoli e delle zone interne come diaframma, addominali, palato, ma grazie alla tenacia di questa formidabile donna, sono riuscito ad entrare nel fantastico mondo dei vocalizzi. E’ un esercizio che faccio quasi tutti i giorni e lo adoro. Controllare il proprio corpo per emettere dei suoni precisi, misurati sia nell’emissione che nell’intensità  è fantastico! Inoltre Jasmine mi ha fatto innamorare degli standard jazz che un po’ (grazie alle pubblicità) già conoscevo. Tra tutti i grandi maestri del genere il mio idolo vocal, il mito, Kurt Elling insieme ad Ella Fitzgerald la regina per sempre.

E da allora canto, cerco di formare dei gruppi, si sciolgono, mi incazzo, non voglio più cantare, poi mi torna la voglia, l’esigenza e ci riprovo. Spesso mi chiedo perché ad un certo punto non abbia mollato tutto per dedicarmi completamente al canto. A parte una buona dose di paura da fallimento, credo di non essere disposto a molti compromessi. Certo che se domani mi proponessero di incidere un album lo farei ad occhi chiusi, ma barcollare tra matrimoni, feste private, feste di paese etc. non è per me. Tutta quella gavetta che forse qualche decada fa poi poteva portare a qualcosa di solido, adesso mi sembra spazzata via da talents , you tube e altro che non giudico anzi, a volte cerco di sfruttare. In realtà non ambisco necessariamente alla notorietà , mi piacerebbe avere un’occasione significativa per dare una svolta,  ma dovendo rimanere sulla terra e osservando il mio percorso e le mie possibilità, preferisco farlo per passione solo e quando lo ritengo vantaggioso, soprattutto per il mio godimento personale. Si perché considero il canto qualcosa che mi avvicina ad una dimensione spirituale  e perciò non voglio più banalizzarla facendo concerti i posti orribili davanti a gente orribile che non si accorge neanche che sei li e hai lavorato sodo per esserci.

Quello che faccio lo faccio con il cuore e con l’anima e poi se ci guadagno qualcosa tanto meglio. Ora sono in un momento nel quale sto cercando, insieme ad altri musicisti di creare un progetto originale, di avere il mio disco di inediti, che probabilmente rimarrà nel cassetto del mio comodino ma che potrò guardare ogni tanto ed ascoltare con ammirazione.

Il fatto di non cedere ad alcuni compromessi (come suonare in centri commerciali senza togliere NULLA  a chi lo fa, sono scelte) non esclude che mi piacerebbe dedicarmi completamente alla musica anche in maniera trasversale, anchese le scelte di vita mi hanno sempre portato a scegliere un “lavoro vero”,e ora tra routine,  imprevisti e situazioni varie, è difficile essere sempre dentro la musica. Quello che sto cercando di fare, a 36 anni , cosciente che il canto è e rimarrà una passione, un hobby , nobilissimo ma comunque tale è pensarci sempre. Quando sono al lavoro, quando sono a casa a cazzeggiare, quando esco mi piace avere questo filo conduttore con quella porta magica che ogni volta mi fa stare bene e mi trasmette un forte senso di identità. Ci sono poche cose nella vita con le quali mi identifico e il canto è una di esse. Ovviamente non è tutto fantastico. Creare una canzone è a volte deludente e frustrante, trovare i collaboratori giusti quasi un’ utopia, cantare a volte mi stanca più di 24 ore di lavoro e non sempre la voce collabora con la voglia di fare o viceversa

Ma questo so fare, questo amo fare e a modo mio, sempre con attrito e romanticismo, e continuerò a farlo perché mentre canto mi racconto chi sono.   

Nessun commento:

Posta un commento