giovedì 15 settembre 2016

PIOGGIA ONIRICA

Il giovedi  è sempre un giorno impegnativo, per lo meno la mattina.

il Mercoledì sera ho le prove con il mio gruppo e non arrivo a casa prima dell’ 1. Ciò vuol dire che tra una lavata di denti e lo scarico dell’adrenalina, mentre ascolto le registrazioni, vado a letto all’1 e 30; ora che prendo sonno sono più o meno le 2.30. 
Purtroppo non sono uno di quelli che tocca il cuscino e va in coma farmacologico (come il mio ragazzo ad esempio). Io ho il mio rituale: vado a letto, attacco il telefono a delle casse sul comodino, attivo l’applicazione con i rumori della pioggia e leggo. 
La lettura di circa 30 minuti è fondamentale, insieme ad un rigoroso silenzio (a parte il temporale digitale ovvio), per liberare il mio incasinato cervello da tutti quegli stimoli derivati da rielaborazioni della giornata, programmi per il giorno seguente, sogni, paure e desideri.

Mi concentro sulla storia che sto leggendo e spesso, quando la mia testa si è raffreddata e i miei pensieri sono rivolti alla guerra tra popoli selvaggi del sud ed esercito imperiale, posso spegnere la luce e partire per i miei viaggi onirici.

Questa è l’unica tattica sviluppata negli anni per riuscire ad addormentarmi in circa 40 minuti. Ma se, ad esempio, dopo 15 minuti che sto leggendo (quindi già iniziato il processo di rilassamento fisico- mentale ) irrompe Gianni in camera (lui va a letto molto più tardi di me  e spesso sviene sul divano), allora devo ricominciare tutto il procedimento. Basta che accenda la luce o che impugni la maniglia della porta con vigore e BOOM sono di nuovo vigile e indemoniato.
 Mi sale subito la lava vulcanica, il battito cardiaco amunenta e mi viene voglia di spaccare una chitarra elettrica su un palco e fumare 10 sigarette insieme. Non ultimo ho subito bisogno di pisciare.  Riesco a passare da Pisolo a Marylin Manson nel suo giorno peggiore in 13 secondi. Lo so, sono fatto male, ma così funziono. L’importante non è avere dei problemi ma sapere come gestirli! E poi, dopo 36 anni, ci si affeziona anche alla propria bipolarità Smeagol/Gollum. Ho così tante persone dentro di me che non mi sento mai solo!

Oltre a perdermi nel libro, di solito, nella fase pre-sonno, immagino anche di essere su una barca, la maggior parte delle volte di legno, grezza e spartana; altre notti sono su un super barcone ultra-tech in metallo; raramente mi ritrovo in  una specie di sottomarino trasparente che cambia forma e dimensioni a seconda delle mie esigenze.
Immagino di percorrere un fiume della foresta Amazzonica: devo viaggiare tutta la notte, la pioggia picchietta sulla mia tenda (perché quasi sempre la mia è una barchetta con una tenda da campeggio sopra) e sulle foglie enormi delle piante acquatiche che costeggiano la riva. Ogni tanto mi viene a trovare anche qualche indigeno…

Altre volte sono felicemente assopito in una carrozza (tipo quelle del far west con la tenda ad arco sopra) trainata da cavalli e su una strada sterrata che attraversa boschi e praterie: non si sa bene chi sia ma una compagnia di viaggiatori mi trova sul ciglio della strada fangosa. Ovviamente piove a dirotto (condizione necessaria per il mio rilassamento) e io buttato lì, infreddolito e bagnato fradicio, faccio pena ad una paffuta e benevola signora che mi porta nel suo carretto: ovviamente dentro è praticamente una casa con un confortevole letto tutto per me e una stufa accesa.

Può capitare anche che mi trasformi in un esploratore di fondali marini: dentro un mini sottomarino rigorosamente trasparente, mi inoltro nelle profondità oceaniche per arrivare da qualche parte: in contatto radio con un centro comando di solito mi dicono che, a causa del lungo viaggio che devo affrontare, mi faranno inalare un gas per farmi dormire. E dalla radiolina si sente la voce metallica che dice: ok maggiore, abbiamo rilasciato il sonnifero; tra poco sentirà le palpebre pesanti, si metta comodo e buon riposo!

Ma la fantasia che preferisco è quella nella quale io cado dal cielo nel mondo del romanzo che sto leggendo al momento. Ci tengo a precisare che leggo soprattutto fantasy epici dove ci sono maghi, cavalieri, mostri, demoni, intrighi di potere, guerre, super cattivi etc. Ecco, io mi immagino di arrivare in quel mondo, senza memoria di chi sia in realtà ma conoscendo già tutto quanto letto fino a quel momento. Così vado alla ricerca dei personaggi, presentandomi come un uomo misterioso che sa tutto di tutti.Una zebettona medievale ecco.
 Considerato a volte veggente, altre come consigliere fidato ma sempre temuto come affascinante straniero (e che faccio me immagino un cesso) con dei poteri formidabili che fanno cagare addosso il cattivone di turno e bruciare d’invidia il protagonista che ancora fa passi incerti sul cammino dell’eroe, sconvolgo a mio piacimento la trama che con tanta fatica l'autore ha creato. Buhu.
E che divertimento!

Insomma, negli anni ho dovuto imparare ad ingegnarmi per potermi addormentare in un arco ragionevole di tempo. Oltretutto speravo e pensavo che con la vita di coppia, mi sarei abituato a dormire abbracciati, vicini vicini, uno sopra l’altro; invece niente: io ho bisogno di spazio, di un cuscino di fianco a me e di immobilità assoluta. Solo nel week end infatti “permetto” a Gianni (povero martire) di venire a letto con me, perchè lui, o sviene in un secondo e mi russa nel timpano, o, se non ha veramente sonno, si mette a smanettare con suo figlio iphone (con rumori orribili di video facebook e youtube) e poi si muove, si gratta , si gira, tossisce…
La cosa più fastidiosa credo sia il suo digitare messaggi sulla maledetta tastiera touch: ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti, poi il “plin” del messaggio inviato, poi il “plin” del messaggio ricevuto e la risatina nel leggerlo. MA DAIIIIIIIIIIII se non hai sonno puoi socializzare da un’altra parte??????? Ma un pizzico del mio amore per lui risiede anche nel suo essere rumoroso.

Anyway, stamattina, pur distrutto fisicamente dalle poche ore di sonno (adesso devo dormire almeno 7 ore per sentirmi rinvigorito , ah l’età!), il cosmo mi ha regalato un giorno piovoso!
Si, si, faccio parte di quell’1 % mondiale che adora la pioggia a differenza del restante 99% che ama il sole, caldo, estate, piedi nudi, costumi e piscine!
Quando mi sveglio la mattina, se dalla finestra del bagno vedo il prato e gli alberi del vicino bagnati, mi parte un sorrisone e sono pronto ad affrontare la giornata con la voglia di cantare! In fondo io sono un ghiro, un orsone da letargo, quindi quale scusa migliore per stare nella propria tana che un giorno di pioggia? Preferisco anche lavorare con la pioggia. Perchè dovrei desiderare una bella giornata se tanto devo stare chiuso in ufficio 8 ore? Cosa sono masochista?

Oltretutto per me la pioggia è movimento, natura in azione, e anche io, dentro, mi sento tutto un ribollire, un maremoto di liquidi: la mia mente è più attiva, l’aria umida mi entra dalle narici e mi idrata, i colori mi sembrano più vivi, più veri. Il sole estivo invece mi da una sensazione di stasi, di fermo immagine, stop; tutto è giallognolo, il caldo aumenta la forza di gravità, la mia mente va in affanno, il respiro è secco e non ho voglia di far niente.

Il cielo plumbeo mi sembra faccia da ottimo contrasto per le diverse tonalità di verde delle piante e la terra sprigiona il suo profumo. Ovvio che non disdegno una bella giornata di sole, ma se devo scegliere tra caldazza e grandine, ave o grandine senza nessun dubbio, rimorso o rimpianto.

E poi vuoi mettere il piacere del camino mentre fuori piove? Un buon piatto caldo, l’amato libro sul divano con copertina e pennica incorporata? Invece del ventilatore che ti da un po’ di ossigeno mentre tieni le tapparelle chiuse durante il giorno nella speranza che il sole non ti bruci tutti i peli delle braccia, sudando anche se starnutisci e preferendo la morte per stenti piuttosto che accendere un fornello anche solo per un caffè? Non avere energie neanche per schiacciare play sul pc per far andare un film, figuriamoci leggere un libro….Anche no, grazie.

Preferisco il freddo al caldo, o il fresco all’afa, soprattutto vivendo in una zona che non si presta molto al sole cocente. La natura della montagna o della collina schiude le sue meraviglie, a mio avviso, con l’aria pungente, frizzante, quella che ti sprona a camminare ed esplorare; l’ombra che ti rassicura quando c’è troppa luce, il mistero del cielo ricoperto di nuvole, il profumo dei funghi del sottobosco.
Ho vissuto 5 anni a Valencia, un posto dove l’inverno è la nostra primavera, quando fa freddo. Ho sofferto, ma ho vinto e mi sono abituato alle palme addobbate con luci colorate a Natale, a non avere i caloriferi in casa, a non vedere una goccia di pioggia per mesi, ad avere sempre una t-shirt da sfoggiare anche a Gennaio, ma qui la mia natura da mammifero polare trova il suo habitat: il freddo mi sveglia, mi sembra sussurrarmi “Dai, vai, fai” e m’ invita a stare sempre in movimento, attivo e reattivo.

Grazie pioggia e cielo grigio per questo bel Giovedi.

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