venerdì 7 ottobre 2016

A BUG'S LIFE

Uff … difficile è uno degli aggettivi ai quali associo molti pensieri in questi giorni.

E’ difficile riprendersi da un raffreddamento, anzi conviverci volendo continuare la vita di tutti i giorni con i suoi tempi ed impegni. 

Difficile non perdere l’uso di una lingua straniera che amo, che mi ha regalato una declinazione di me stesso fondamentale per l’Ivano che sono oggi.

Difficile scegliere a cosa rinunciare quando il tempo non ti permette di fare tutto, e difficile essere predisposto alla condivisione quando si cerca isolamento e tranquillità.

E’ difficilissimo seguire una dieta sana, mangiare ad orari stabiliti, mantenere un equilibrio nutrendosi con varietà e non cedere alle tentazioni.

Quasi impossibile arrivare a fine mese, soprattutto quando ci sono degli imprevisti che, visto la frequenza, diventano delle spiacevoli costanti.

Difficile è voler realizzare un progetto a cui si da amore e sudore ed avere il cosmo intenso che continua a lanciare bastoncini tra le ruote. Maledetto.

E’ difficile sperare in un momento migliore quando stai vivendo quello peggiore.

Difficile sorridere alle avversità e difficilissimo scoprire l’occasione per viversi in maniera nuova, diversa.
E’ difficile rimanere a galla senza saper nuotare.

E’ una vita di difficoltà di diverse intensità.

Difficoltà che spesso si trasformano in trampolini per saltare in oceani di nuove possibilità ma che a volte sono solo dei buchi che ti fanno cadere ad una velocità pazzesca verso il centro della terra.

La difficoltà è utile alla crescita, all’adattamento, all’evoluzione personale. La biologia e la storia insegnano.
E la vita è un’ottima palestra per sviluppare questo talento da scarafaggio, questa corazza tenace che resiste e si adatta ai cambiamenti, per quanto violenti possano essere.
Ci si allena fin da piccoli quando si scopre la disarmante verità copernicana per la quale non siamo il centro dell’universo ma solo un corpo in movimento. La viviamo quando ci deludono per la prima volta i nostri amati genitori, quando a scuola incontriamo il bullo della situazione (anche nel caso in cui il bullo siamo noi). Il primo amore non corrisposto e via così fino alla scoperta che il mondo del lavoro si discosta inesorabilmente dai sogni di studente.

Insomma la vita è in salita quasi sempre per chi si accorge che il movimento è necessario ad una conoscenza più ampia e profonda di se stessi e alla propria realizzazione.
Chi ignora di solito non incontra molte difficoltà e quando lo fa, la situazione non dipende da lui e quindi non ha bisogno di cercare dentro di sè motivazioni e risposte per superarsi.
Con l’ignorante intendo chi non cerca di dare senso e direzione alla propria vita, chi si lascia trascinare beato senza aggrapparsi alle rocce bagnate che fuoriescono dall'acqua per poter andare contro corrente. Che invidia, lo dico con il cuore.

Sono sempre alla ricerca di una serenità, di un equilibrio, ma mi rendo conto che si tratta solo di una chimera, un’utopia: la serenità è un lusso di pochi eletti e io non sono tra quelli. Ogni volta che raggiungo un nodo da sciogliere, ne trovo subito un altro più grande e più complesso. E’ la mia indole, il mio carattere comune a tutti i nevrotici, gli incontentabili, gli insofferenti. Sono uno di quelli che raggiunta una vetta ,invece di godersi il panorama, pensa  già a quanto ci metterà a scendere con ansia di raggiungere la montagna successiva.

La soddisfazione serve solo per riprendere fiato, la meta è il movimento ed il continuo superamento di sè stessi nel continuo divenire, in un moto perpetuo.

Uno scambio continuo di energia tra me e il mondo che ogni giorno cambia le regole di un gioco dove non si vince mai, ma si continua a tirare i dadi e muovere pedine sperando di andare sempre avanti ritirando qualche soldo passando dal via.

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